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Archive for the Tag 'ISAC-CNR'

Quanto sono aumentate le temperature medie in Italia?

Numerosi giornali e altri mezzi di informazione hanno riportato la notizia del record nel 2018 delle temperature medie in Italia, derivanti dai dati raccolti ed elaborati dall’ISAC-CNR. In alcune notizie si può leggere che sono aumentate di 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali, in altre 1,58° C sopra la media dell’ultimo trentennio.

Il motivo di questa diversità dei valori forniti si spiega nella mancanza di attenzione verso un fattore importante che deve essere legato al valore numerico dell’aumento delle temperature, ossia il periodo di riferimento utilizzato. Se si prende un diverso periodo di riferimento come valore “zero” della variazione delle temperature, cambia il valore dell’aumento. Continue Reading »

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2018: il quarto anno più caldo a livello globale, il più caldo di sempre in Italia.

L’analisi dei dati ad oggi disponibili mostra che anche il 2018 appena terminato si colloca tra gli anni caldi della storia recente del nostro pianeta, anche se non ha battuto il record del 2016. Secondo i due centri internazionali CRU e GISS, infatti, le anomalie di temperatura media globale rispetto al periodo 1890-1909 dovrebbero risultare rispettivamente di 0,95 e 1,07 °C, valori che, nella classifica degli anni più caldi, collocano il 2018 al quarto posto, tra il 2014 ed il 2015.

Per l’Italia i dati dell’ISAC-CNR mostrano come il 2018 è stato l’anno più caldo degli ultimi 219 anni

 

Da svariati anni preparo questo post sul riassunto delle temperature dell’anno appena trascorso, utilizzando i dati estratti dal database NCEP/NCAR, della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’agenzia governativa statunitense che si occupa di meteorologia e clima. Quest’anno invece non è stato possibile, in quanto dallo scorso 23 dicembre il Dipartimento del commercio degli USA, da cui dipendono quasi tutte le agenzie federali, ha finito i soldi ed ha mandato molte persone a casa o in vacanza non retribuita, o li ha obbligati a lavorare in condizioni di volontariato. Come risultato, anche i portali web sono stati “temporaneamente” chiusi o fortemente ridotti. Nel caso del portale della NOAA, appare il seguente messaggio: “A causa della scadenza degli stanziamenti del Congresso per l’anno fiscale 2019, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti è chiuso. I siti web del dipartimento del commercio non saranno aggiornati fino a nuovo avviso“, e rimane un menù minimale con i soli dati meteorologici misurati e previsti per gli USA. Questo tipo di situazioni non è una novità, visto che ad esempio nel 2018 era già capitato altre due volte, durante lo spazio di un weekend. Ora la situazione appare più ingarbugliata: il provvedimento che sanava la situazione è stato respinto dal Presidente Trump in persona.

In mancanza dei dati dal portale NOAA, proviamo quindi a fare una valutazione usando i database climatici più noti. Uno è sicuramente quello della CRU (Climatic Research Unit) della East Anglia University, il cui database HadCRUT4 globale è scaricabile qui. E l’altro è quello del GISS (Goddard Institute for Space Studies) della NASA, il cui database GISST è accessibile da qui. Per ovviare al problema del dato mancante relativo a dicembre 2018 (che verrà fornito in seguito, dopo i controlli di circostanza), abbiamo usato il valore del dicembre 2017. Questa sostituzione, a giudicare dai valori relativi all’ultimo sessantennio, comporta un errore medio tra 0,00 e 0,01 °C, ed un errore massimo pari a ±0,04 °C per i dati HadCRU e ±0,03 °C per i dati GISST, che non cambiano in modo significativo il risultato. Continue Reading »

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Ancora errori da Franco Prodi sul clima

In un’intervista pubblicata da Repubblica del 20 maggio, il Prof. Franco Prodi ha affermato che “in questi 50 anni il clima in Italia è cambiato davvero poco”, che il riscaldamento in Italia “è nella media internazionale” e che “non siamo in condizione di prevedere il cambiamento climatico futuro”. I dati e la letteratura scientifica mostrano un quadro molto diverso.

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È già capitato su questo blog di raccontare le imprecisioni e gli errori in cui incorre Franco Prodi quando parla e scrive di cambiamenti climatici. Numeri sballati, fraintendimenti, che l’hanno fatto diventare il climatologo preferito da Giuliano Ferrara e da chi vuole negare la gravità della situazione climatica.
L’intervista pubblicata su Repubblica di Venerdì 20 maggio si inserisce nel medesimo filone; un articolo che ha avuto lo spazio di un’intera pagina, con un affermazione in grande risalto nel titolo “Il nostro clima non è cambiato”.

Il clima è cambiato, eccome
Nell’articolo il Prof. Prodi sostiene infatti che “in questi 50 anni il clima in Italia è cambiato davvero poco” e che a proposito di surriscaldamento del pianeta “siamo nella media internazionale”.
Come mostreremo anche nei prossimi post, le cose non stanno affatto così. I dati e la letteratura scientifica disponibili offrono il quadro opposto. Se si considera il periodo di riferimento del Quarto Rapporto IPCC, dal 1906 al 2005, le temperature in Italia sono aumentate di 1,3 °C, il 75 % in più dell’aumento della media globale (0.74°C). Continue Reading »

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