Come funziona la disinformazione
Selezionando accuratamente il materiale, e solo una frase di un intero discorso, è possibile attribuire ad un valente climatologo una tesi contraria a quanto sostiene. E la diceria si diffonde facilmente sul web.
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Spesso ci viene chiesto di rispondere alle affermazioni scettiche o negazioniste sui cambiamenti climatici che compaiono sul web, in particolare nei blog. Sono troppe, quindi non lo facciamo, tranne che in alcuni casi particolari: il tempo è troppo poco, scriviamo approfittando delle pause pranzo e durante le ore piccole. E già così fatichiamo a stare dietro alle innumerevoli corbellerie diffuse da carta stampata, radio e televisione.
Il problema principale è che quanti distorgono la scienza e i fatti dei cambiamenti climatici sui blog sembrano spesso poco interessati a discutere, a confrontarsi, a valutare i pro e i contro delle diversi tesi; di solito si comportano da avvocati, cercando di mettere in cattiva luce le idee altrui, con qualsiasi argomento disponibile. E fra questi argomenti c’è l’offesa personale, per non dire la calunnia, la diffamazione basata su dicerie infondate.
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Un esempio è il post “Ah, i bei tempi di Savonarola!” che ci è parso particolarmente degno di nota non tanto per gli errori che contiene, ma per gli insulti gratuiti e ingiustificati lanciati contro uno scienziato che è stato uno dei più grandi climatologi della storia: Stephen Schneider, recentemente scomparso.
Il post in questione è scritto da uno dei curatori del sito Climate Monitor, il Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare Guido Guidi. Lo spunto è l’articolo di Anderegg et al. pubblicato su PNAS, di cui uno dei quattro autori è stato Stephen Schneider. Il post accusa pesantemente Schneider di voler ristabilire l’inquisizione, mandando al rogo chi non la pensa come lui. Accusa infamante e decisamente fuori luogo, come si può vedere, per esempio, qui o qui, o dalle risposte date dallo stesso Schneider. Continue Reading »