L’ energia nucleare non è indispensabile
Dall’esame della letteratura scientifica che si occupa di mitigazione dei cambiamenti climatici, pubblicata prima dell’incidente alla centrale di Fukushima-I, emerge che l’energia nucleare non giocherà un ruolo decisivo e che è possibile farne a meno senza rinunciare a un’ambiziosa riduzione delle emissioni climalteranti.
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La tragedia del terremoto e dello tsunami che ha colpito il nord del Giappone, e i conseguenti danni alla centrale nucleare di Fukushima-I hanno ravvivato il dibattito sull’uso dell’energia da fissione nucleare. Le conseguenze sono ancora da accertare ma l’incidente sembra destinato a frenare le prospettive di sviluppo di questa opzione tecnologica.
Senza entrare nel merito del dibattito sui pro e i contro dell’energia nucleare, in questo post si intende confutare una tesi sostenuta da diversi commentatori, secondo cui l’energia nucleare è indispensabile.
“Io rimango convinto che il mondo non può fare a meno del nucleare per sopravvivere,” ha dichiarato il senatore Umberto Veronesi. “Una fonte indispensabile,” ha dichiarato il giornalista Giuliano Ferrara. Secondo Pippo Ranci “il prezzo più elevato (della rinuncia al nucleare, ndr) sarebbe l’abbandono delle politiche per il clima… per uscire da una catastrofe improbabile andremmo a cercarne un’altra forse meno improbabile, quella del riscaldamento globale”.
Su Repubblica del 19 marzo Veronesi è stato ancora più esplicito, arrivando a sostenere che sia “scientificamente vero” che “senza l’energia nucleare il nostro pianeta, con tutti i suoi abitanti, non sopravviverà” e che “la scelta dell’energia nucleare è dunque inevitabile…“.
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In realtà, dall’esame di numerosi studi svolti da diversi gruppi di ricerca, prima dell’11 marzo, emerge un quadro molto diverso.
Innanzitutto, va detto che i dati degli ultimi anni mostrano una sostanziale stabilità della produzione di energia nucleare; per il futuro incrementi significativi erano previsti in Cina, India o nei paesi in via di sviluppo; nei paesi sviluppati le prospettive erano già molto limitate, soprattutto a causa via della deregulation del settore dell’energia, che rende poco attraenti gli alti investimenti iniziali necessari per l’energia nucleare. Si può quindi escludere che l’energia nucleare possa essere come la “silver bullet”, la soluzione decisiva in grado di soddisfare in futuro la grande richiesta d’energia del pianeta.
Oggetto di dibattito scientifico è invece quanto l’energia nucleare possa essere utile e conveniente, quale ruolo possa giocare nel “portfolio” di opzioni necessarie per garantire l’energia che le persone di tutto il mondo necessitano per soddisfare i propri bisogni, in base alla gravità dei danni potenziali. E anche in base ad alcune intrinseche debolezze: sicurezza in caso di incidenti e anche di eventuali attacchi terroristici; smaltimento delle scorie; elevati costi assicurativi, contrarietà delle popolazioni locali ecc.
Un altro punto importante e poco menzionato in Italia è quanto l’energia nucleare possa contribuire a soddisfare la richiesta energetica mondiale e insieme permettere le pesanti riduzioni delle emissioni di gas climalteranti già annunciate nel G8 all’Aquila e alla base dell’accordo di Cancùn.
Si tratta di obiettivi molto ambiziosi, oggi richiamati da chi propone lo sviluppo dell’energia nucleare (non da tutti, fra gli sponsor più accessi dell’energia nucleare ci sono anche molti negazionisti climatici, come Franco Battaglia e diversi altri membri dell’Associazione Galileo 2001).
Molti gruppi di ricerca hanno studiato le potenzialità delle diverse tecnologie e pratiche nel ridurre le emissioni globali dei gas che surriscaldamento il pianeta, nonché quale potrebbe essere il mix tecnologico più conveniente. Si tratta di studi molto complessi, che devono assumere ipotesi su fattori molto difficili da prevedere anche nel futuro immediato, quali il costo dell’approvvigionamento delle materie prime (carbone, petrolio, uranio), i tassi di interesse, nonché la capacità delle diverse tecnologie di migliorarsi e svilupparsi più rapidamente.
Nel caso del nucleare, notevoli incertezze ci sono nella valutazione dei costi effettivi e delle reali emissioni di CO2 di questa tecnologia, se valutati con l’approccio del ciclo di vita, ossia considerando l’intera filiera di produzione e la dismissione degli impianti. Su questi punti, torneremo con un altro post.
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Uno degli studi più accurati e recenti, realizzato da 16 studiosi di 6 diversi centri di ricerca europei e pubblicato sul numero 31 del 2010 dell’Energy Journal”, ADAM comparison, ha confrontato i mix tecnologici proposti dai modelli economico-energetici-ambientali di diversi gruppi di ricerca: MERGE (Paul Scherrer Institute) TIMER (Netherlands Environmental Assessment Agency), POLES (CNRS, Université Pierre Mendès-France), REMIND (Potsdam Institute for Climate Impact Research), E3MG (Cambridge Centre for Climate Change Mitigation), e i relativi costi.
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Un altro studio di grande importanza è il RECIPE project (Report on Energy and Climate Policy in Europe), che ha confrontato i modelli REMIND (Potsdam Institute for Climate Impact Research), WITCH (Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici e Fondazione Eni Enrico Mattei) e IMACLIM (Centre International de Recherche sur l’Environnement).
In entrambi gli studi emerge con chiarezza che anche negli scenari più stringenti di riduzione delle emissioni di gas serra, il nucleare non gioca un ruolo chiave e il suo contributo non sarà determinante.
Lo studio Adam (vedi tabella a fianco), ha specificatamente analizzato scenari di stop allo sviluppo del nucleare (scenario “no nuke”) e di rapido abbandono di questa tecnologia (scenario “nuke phaseout”) concludendo che l’energia nucleare non è indispensabile a un’efficace strategia contro i cambiamenti climatici. Anche lo scenario più stringente di riduzione delle emissioni, volto a raggiungere la stabilizzazione delle concentrazioni in atmosfera di CO2 eq. a 400 ppm, rimane comunque raggiungibile, anche senza l’opzione nucleare.
Sicuramente la rinuncia al nucleare richiederà di essere compensata con un maggiore impegno per il risparmio energetico, il miglioramento dell’efficienza nella produzione e nel consumo dell’energia, per un aumento drastico della produzione di energia da fonti rinnovabili, nonché per l’adozione della cattura e stoccaggio del carbonio nella produzione dell’energia da fonti fossili. Per raggiungere questi obiettivi sarà quindi necessario un cambiamento dell’attuale sistema energetico con una rapidità senza precedenti, una rivoluzione simile a quella avvenuta negli ultimi decenni nel campo delle tecnologie digitali, dalla diffusione di internet alla telefonia mobile.
Una strada certo impegnativa, ma ancora percorribile.
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Testo di Stefano Caserini
43 responses so far
[…] la bici davanti alla Statale. Programma. Esercizi preparatori da Climalteranti sull’energia nucleare, da Climafluttuante sui ghiacciai alpini (segnalo all’Accademia pontificia), da Nature su […]
Davvero condivisibile, Veronesi parla di cose che non ha studiato, la classica pisciata fuori dal vaso
Ciao
…non è indispensabile, e in più è troppo costosa
guardate un po’ quest’articolo di Gianni Silvestrini, che cita l’Energy Outlook 2010, pubblicato a cura del DoE
…dimenticavo il link:
http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_17/l-Atomo-ha-Costi-Sempre-piu-Alti-non-Conviene_0723cd38-5070-11e0-9bca-0ee66c45c808.shtml
Mi spiace tanto che Umberto Veronesi, che è una persona intelligente e impegnata in attività sociali, faccia dichiarazioni su argomenti che non sono di sua competenza. E’ doppiamente grave in quanto è ritenuto un ‘opinion leader’ e come tale, qualsiasi cosa dica, molti seguono la sua opinione in modo acritico.
mhhhh, denso come post…si tratterà anche di vedere che aria tirerà politicamente (non solo in italia, ovviamente) quando tra qualche mese (speriamo) la situazione a fukushima si avvierà verso la stabilizzazione.
Lunedi 28 sulle frequenze di Radio Voce Spazio fm93.800 per provincia di Alessandria e dal giorno dopo in registrata sul sito http://www.stateoftheworldbiggame” trasmissione dalle 20 alle 21 su Rinnovabili e nucleare. Sarà in studio Riccardo Molinari, vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte e al telefono esperti in bioenergie e testimonial Greenpeace contro nucleare dall’Africa. Siete invitati a contribuire alla trasmissione scrivendo alla mail mauriziaaa@yahoo.it o chiamando via cell 3405391427. Grazie Maurizia
@ Caserini
Mi è chiaro il concetto che si possa ridurre le emissioni senza il nucleare, ( non mi sembra che Hansen si adello stesso avviso visto la campagna pronuclera che sta facendo a livello mondiale) ma non mi è chiaro, quale sia la strada più conveniente in termini di costo kWh.
Il mix di energie rinnovabili, sequestro, il risparmio energetico, il miglioramento dell’efficienza nella produzione e nel consumo dell’energia, costa meno del nucleare?
Perchè mi risulta che le rinnovabili sviluppabili (idroelettrico ha poco sviluppo ormai) comportano costi kWh più elevati rispetto ai costi dell’energia ottenuta con i carburanti fossili, in particolare il carbone.
Non riesco invece ad avere nessuno dato che mi indichi un confronto serio nei costi kWh del nucleare in particolare di quello considerato più sicuro cioè 3° + o addirittura 4°
Completamente d’accordo. L’energia nucleare è da sempre un affare per pochi. Però i politici ed i tecnici prezzolati non si sono mai fatti scrupoli di passare sulla pelle della gente (a volte pure della propria) pur di realizzare opere faraoniche e potenzialmente distruttive, vedi Vajont, dighe costruite sulle faglie come Ridracoli e mille altre se ne potrebbero citare. Quindi è possibile, anzi molto probabile, che ci freghino anche questa volta.
@ Costa
il post, come scritto, non vuole entrare nel merito di tutti i pro e dei contro, o del tema costi.
Solo confuta la tesi che il nucleare sia indispensabile non solo per evitare la catastrofe, ma anche per obiettivi ambiziosi di riduzione dei gas climalteranti
Del resto probabilmente ne parleremo in un prossimo post
Costa ha scritto:
Non riesco invece ad avere nessuno dato che mi indichi un confronto serio nei costi kWh del nucleare in particolare di quello considerato più sicuro cioè 3° + o addirittura 4°
Costa non esistono nè possono esistere dati esaurienti su tipologie di impianti che NON ESISTONO ANCORA;
il primo impianto 3+ è Olkiluoto ancora in costruzione
i 4 sono nel cervello di minerva
non so dove sia lei che fa non-domande del genere
@ CDV
Beh è ovvio che si parla di costo kWh previsto, nemmeno delle altre tipologie di centrali nucleari si conosce realmente il costo kWh ( solo quello previsto) perchè ancora non sono state smantellate e le scorie sono ancora da stoccare per millenni.
Flamanville non è 3° plus?
Ho trovato questo sui costi di costruzione di una centrale nucleare, forse interessa
http://sistemielettorali.wordpress.com/2009/12/15/costi-di-costruzione-di-una-centrale-nucleare/
stimano anche i costi delle centrali ancora da costruire, non mi sembra che ci siano di 4°G
Costa, ma legga con attenzione per UNA volta nella sua vita: flammanville 3+ è ancora in costruzione
ho scritto dati esaurienti, non dati qualunque;
i costi di costruzione di olkiluoto sono raddoppiati mentre non è ancora finito; che senso ha chiedersi i costi? e poi previsti da chi da chi li vende o ci campa?
il nucleare è inutile, eccetto che per chi lo costruisce e gestisce
per tutti gli altri è solo una fregatura
[…] si stanno spendendo fiumi di parole ma manca un dato fondamentale Segnalo questo articolo: Climalteranti.it
@c. Costa
Ne sono state smantellate una decina. Dove i lavori sono finiti, i costi si sanno.
Il reattore EPR (III generazione) di Olkiluoto è stato venduto a prezzo fisso, i costi in più sono a carico di Aréva e anche le multe per il ritardo. L’EPR di Flamanville è uguale, il vantaggio per i francesi è che l’ENEL partecipa alla spesa.
@ Claudio Della Volpe
“il nucleare è inutile, eccetto che per chi lo costruisce e gestisce
per tutti gli altri è solo una fregatura”
Guardi che io concordo con lei, per i costi più che altro.(forse non lo sapeva) , Il dubbio è che senza un’idea precisa di quanto venga a costare il kWh con il nucleare si rischia appunto di fare cattedrali potenzialmente molto pericolose, senza alcun vantaggio economico, anzi il contrario.
@ Oca sapiens
Si ma EPR di 3° generazione o 3°+?
perchè è qua la differenza che conta, la 3°G+ potrebbe avere anche un senso perchè “ricicla” le scorie, quindi se ne producono molto meno, (ma comuqnue si producono) e si usa meno combustibile, ed è considerata molto sicura, molto più delle centrali di 2° G ch ehanno avuto problemi, ma:
– mi sembra che il piano Scajola riguardi centrali di 3° G ( quindi vecchie) non 3°G+
– si rischia che il costo kWh di una centrale 3°G+ sia più alto del costo kWh a carbone pulito (è questo che mi interessa magari lo analizzerete nel prossimo post)
Costa il nucleare di quarta non saràpronto prima di 30 anni…
Enel ed edf hanno siglati accordi per centrali EPR, la stessa di olkiluoto, il cui costo si aggira ormai intorno ai 6-7 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i costi del kWh, questi sono stati stimati in diversi rapporti (vedi DOE, Moody’s, MIT). quello nucleare è risultato quello maggiore tra le tecnologie attualmente competitive (incluso eolico, escluso il fotovoltacio quindi).
Il carbone costa meno delle rinnovabili, questo è assodato, ma sarà cosi finche ce ne sarà ancora tanto, finche le rinnovabili non troveranno uno sviluppo adeguato e un ulteriore passo avanti nelle tecnologie e finché i costi ambientali del carbone continueranno ad essere esternalizzati dalle aziende e a ricadere sui singoli cittadini.
Costa ripeto: legga con attenzione: le nostre centrali sarebbero proprio di 3+, COME olkiluoto; credo di averlo scritto tre volte finora in questo post; non mi pare siano parole difficili da comprendere; non si sa quanto costi veramente proprio perchè sono in corso d’opera e con raddoppi già allo stato del costo di costruzione; FINORA x2; in futuro bah?
@ Claudio Della Volpe
Mi spiace ma lei mai ha detto che le centrali previste in Italia sono di 3°G+ cosa di cui tra l’latro dubito, sui costi mi sono già espresso sono quelli previsti
@ Roberto
grazie era quello che sospettavo, e ovviamente i costi kWh stimati sono quelli previsti
però Epr è la terza generazione a questa mi sembra vada aggiunta la parte di “riarricchimento” per diventare 3+ scusate i termini ma di nucleare ne so poco, e questo non mi sembra sia prevista per l’Italia
va bene Costa; allora mettiamola cosi’: lo dico ora:
le centrali in discussione fra Italia e AREVA (che sta costruendo flammanville e olkiluoto) sono EPR di 3+; AREVA vende quelle,
chiaro? le EPR di olkiluoto e flammanville sono di 3+
le EPR che Areva vuole vendere all’Italia sono di 3+ come olkiluoto e flammanville
legga qui:
http://www.businessonline.it/news/9040/Accordo-Enel-e-Edf-per-la-costruzione-di-centrali-nucleari-in-Italia-Come-funzionera.html
terza generazione avanzata; chiaro?
per la definizione di terza+ legga qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Reattore_nucleare_di_III_generazione
e qui
http://it.wikipedia.org/wiki/European_Pressurized_Reactor
nessuno sa ancora nè quanto costano nè quanto durano nè quanto ci vuole per farle;
Ieri a CheTempoCheFa il Professor Umberto Veronesi si è espresso in favore dei reattori nucleari veloci, noti anche come quarta generazione (4G). Sono quelli sostenuti da Hansen nel suo ottimo libro. Però a me risulta che l’accordo tra il nostro governo e Areva riguarda reattori 3G+, come afferma anche Claudio Della Volpe.
Non ho capito se l’ex-ministro propone di saltare 3G e approfondire gli studi su 4G in vista dell’eventuale installazione di reattori di questo tipo, al momento assai poco diffusi per dirla in termini eufemistici.
@Gianfranco
“eufemistici” è il minimo.
In tre settimane ha cambiato tre volte idea. Prima era per gli EPR di Areva, poi per i mini-reattori, come questo: http://www.hyperionpowergeneration.com/product.html
Domenica prossima, la fusione fredda?
Gianfranco
non sono certo che Veronesi stesso abbia capito ciò che vuole. Non è il fatto di essere veloci una caratteristica specifica dei reattori di IV generazione che, a livello commerciale, sono previsti fra qualche decennio. Non credo che potesse riferirsi a questi.
Per l’Italia, a meno di ripensamenti, si parla invece dei reattori EPR (generazione III+) che veloci non sono.
@oca sapiens
è anche passato dal dire che dormirebbe con le scorie a dire che dobbiamo puntare come italiani alla quarta generazione…. che nn produrrà scorie! che significherebbe inoltre dire addio al nucleare per altri 30 anni almeno.
Insomma un uomo dalle idee chiare, ottimo per gestire l’agenzia di sicurezza sul nucleare.
@ Riccardo Reitano
Veronesi ha proprio parlato di ruolo guida dell’Italia nei reattori di quarta generazione, a neutroni veloci, che non sono pericolosi e non producono scorie. Per le parole esatte può riascoltare la trasmissione sul sito web di chetempoche fa, ma il senso era quello e sono sicuro di aver sentito bene.
Dato che le sue parole mi suonavano in contraddizione con gli accordi stipulati tra il nostro governo e Areva, che riguardano EPR 3G+, gli ho chiesto chiarimenti sul suo forum sul Corriere. Se mi risponderà le farò sapere.
Che un medico faccia un po’ di confusione coi neutroni ci può stare. Pensi a un fisico o ingegnere nucleare alle prese con una banale appendicectomia. Speriamo che nella commissione sappia circondarsi di collaboratori competenti e responsabili.
Gianfranco
non ho dubitato di come lei ha riferito il discorso di Veronesi (che ho ascoltato), dubito di quanto lui, come Presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e non come medico, abbia le idee chiare. Di certo c’è che il discorso sui reattori di IV generazione non ha nulla a che vedere con quanto sembra si voglia realizzare in Italia.
Sarà… però, da antinuclearista convinto, se l’alternativa al nucleare è il CCS, preferisco il nucleare.
Un paio di post indietro ho detto che avrei chiesto a Umberto Veronesi chiarimenti su alcune sue recenti dichiarazioni che mi avevano un po’ sorpreso.
Il Professore ha risposto sul suo forum sul Corriere della Sera. Ecco il link http://forum.corriere.it/loggi_e_il_domani_della_ricerca/31-03-2011/salute-ambiente-cambiamenti-climatici-ed-energia-nucleare-1757536.html
Ha glissato elegantemente su un paio di questioni scivolose. Ma ha riconfermato di avere a cuore la sicurezza degli impianti nucleari: in fondo è quello che conta nella sua posizione di Presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Spero che sappia ascoltare i consigli di persone competenti e responsabili.
Gianfranco
grazie per la segnalazione. Veronesi glissa sia sulle questioni scivolose, ovviamente, che sui compiti dell’Agenzia. Il testo di legge 99/209 recita:
“L’Agenzia svolge le funzioni e i compiti di autorità nazionale per la regolamentazione tecnica, il controllo e l’autorizzazione ai fini della sicurezza delle attività concernenti gli impieghi pacifici dell’energia nucleare, la gestione e la sistemazione dei rifiuti radioattivi e dei materiali nucleari provenienti sia da impianti di produzione di elettricità sia da attività mediche ed industriali, la protezione dalle radiazioni, nonchè le funzioni e i compiti di vigilanza sulla costruzione, l’esercizio e la salvaguardia degli impianti e dei materiali nucleari, comprese le loro infrastrutture e la logistica.”
L’Agenzia non deve quindi esprimere un parere sulle scelte che gli proporranno ma devono definire la regolamentazione alla quale i piani devono conformarsi e concedere le relative autorizzazioni. Così come l’ha detta Veronesi sembra volersi lasciare aperta la porta per dire io non ero daccordo.
Nucleare e C.C.S. sono due facce della stessa medaglia che vorrebbero nascondere l’incapacità o la mancanza di volontà nel progettare impianti di protezione ambientali sostenibili che attraverso la depurazione delle acque sottrarrebbero CO2 all’atmosfera prendendo due piccioni con una sola fava. Purtroppo questi impianti, che si chiamano depuratori coperti, non piacciono alle multinazionali dell’ambiente perché non servirebbero le macchine e gli impianti commercializzati negli ultimi cento anni che invece di sottrarre CO2 all’ambiente lo emettono. Allego uno stralcio di un articolo dal titolo ” C.C.S. inutile costoso dannoso” disponibile in rete sul sito di “alternativa sostenibile” e “lexambiente”:
Sottraendo o neutralizzando artificialmente (negli impianti di depurazione globale proposti) la stessa quantità di CO2 all’acqua inquinata dolce oppure oceanica avremo costi infinitamente inferiori, e rendimenti molto migliori poiché la sottrazione va fatta alle acque dolci che si immettono negli oceani oppure a quelle costiere inquinate che vengono fatte passare negli impianti, dove avverrebbero trattamenti depurativi: nitrificazione, fotosintesi (che comprende consumo di nitrati fosfati CO2 e incremento di ossigeno), alcalinizzazione, trattamento fanghi ed estrazione degli stessi. Risaneremo soprattutto gli oceani consentendo loro di continuare a sottrarre CO2 dall’atmosfera. Viceversa, sottraendo CO2 con il sistema C.C.S. avremo fatto soltanto una costosa e dannosa operazione ambientale, gradita soltanto ai petrolieri che consumeranno più metano e carbone (11 e 30%) e produrremo, contrariamente agli obiettivi, più CO2 (11 e 30%). Con l’effimero vantaggio di nasconderlo nel sottosuolo, consumando altre risorse ed energia per questa operazione, innescheremo delle bombe ecologiche che col tempo potrebbero esplodere. Per questo con il C.C.S. non si potrà mai parlare di un vero risanamento globale e sostenibile del pianeta. Sarà soltanto una piccola pezza mal cucita sul buco dell’ozono. La protezione ambientale globale può essere basata soltanto su una razionale distribuzione degli impianti di protezione ambientale in grado di neutralizzare il CO2, depurando contemporaneamente le acque. Gli impianti proposti dallo scrivente sono più di uno perché partono dalla prevenzione domestica e fognaria per ridurre i carichi organici e la formazione dei gas e culminano nei “depuratori coperti” che svolgono la funzione principale. Attualmente non esistono impianti di protezione ambientali contro le acque di dilavamento agricole, per le fogne, i laghi, i porti, i fiumi, i mari. Gli stessi depuratori delle acque non rientrano nella categoria della depurazione globale perché insieme ai sistemi fognari sono grandi produttori di CO2, CH4, H2S, NOx, SOx. Devono essere sostituiti con i depuratori coperti che, tra l’altro, a parità di quantità di acqua trattata sarebbero 10 volte meno ingombranti, costosi e produrrebbero energia elettrica pulita in quantità superiore al consumo. L’uomo, fino ad oggi, non ha creato nessun impianto di protezione ambientale che aiuti concretamente la natura a difendersi dal riscaldamento globale. Se pensiamo a come funzionano le pompe oceaniche, termoalina e biologica che regolano le correnti oceaniche e la vita della flora e fauna marina ci dobbiamo meravigliare che la catastrofe non sia già avvenuta. Nel ciclo originale della natura il carbonio passa dall’atmosfera agli oceani mediante lenti processi di natura chimica. In primo luogo il CO2 presente in atmosfera può disciogliersi nelle acque (legge di Henry, la solubilità è proporzionale alla pressione parziale del gas), dove poi formerà ioni carbonato e bicarbonato. In secondo luogo il CO2 atmosferico, a contatto con rocce silicee, le degrada ed i carbonati prodotti dalla degradazione vengono trasportati dai fiumi agli oceani. Questi processi naturali sono stati in equilibrio fino a quando non è aumentato l’inquinamento delle acque, soprattutto l’acidificazione delle stesse che non fanno più arrivare i carbonati agli oceani in quantità sufficiente a mantenere l’equilibrio alcalino. Come possiamo pretendere di salvare il pianeta se depuriamo soltanto una campionatura delle acque che inquiniamo e abbiamo dei depuratori che emettono CO2, non alcalinizzano nemmeno le poche acque che depurano. Anche se questa sarebbe soltanto un goccia nel deserto.
Partendo dal presupposto che qualsiasi sistema di riduzione del CO2 utilizzeremo, anche se biologico, dobbiamo prevedere un consumo di calce, ho ipotizzato un consumo medio per m3/sec di acqua trattata di 0.3 kg di CaO/sec per apportare artificialmente quei carbonati che sono venuti a mancare agli oceani. In un anno occorreranno circa 9.460.800 kg di CaO/m3/sec per ogni m3 trattato. Considerando che il rapporto dei pesi atomici CaO/CO2 = 56/44 = 1,27 assumendo prudenzialmente il rendimento complessivo CAO/CO2 pari a 1,5 corrisponderebbero a 6.307.000 kg di CO2/anno*m3/sec (9.460.800/1,5). Inoltre, considerando che attualmente la concentrazione di CO2 atmosferica cresce di circa 15 G.T./anno (miliardi di tonnellate), per mantenere l’attuale equilibrio dovremmo trattare circa 2.378.310 m3/s*anno di acqua (15.000.000.000 / 6.307) in tutto il mondo, consumando circa 22.500.000.000. Ton di CAO /anno (15.000.000.000. *1,5), occupando una superficie di 14.270 Km2 (2.378.310 *6000*0.000001). Se consideriamo che nel mondo intero, attualmente, vengono depurate soltanto le acque domestiche e industriali, che assommano complessivamente a circa 1.050 km3/anno, che corrispondono a 33.295 m3/s, si può comprendere quale sia il deficit depurativo mondiale che richiederebbe, attualmente, un trattamento di quantitativi di acqua 71,5 volte superiori. Qualcuno facendo un calcolo più preciso potrà arrivare a conclusioni diverse, ma non ha importanza. Il concetto è valido anche con un deficit depurativo 40 oppure 100 volte la quantità di acqua che trattiamo. E’ importante accettare il concetto che, se vogliamo neutralizzare il CO2 in modo sostenibile, dobbiamo cambiare i sistemi depurativi delle acque perché a livello globale il fattore condizionante non è il carico organico presente nel liquame e nemmeno il carico idraulico ma la quantità di CO2 presente nell’atmosfera che non e mai stata presa in considerazione dai depuratori (come se l’aria appartenesse a un alto pianeta).
mi scusi Pezone, ma probabilmente non ho capito bene;per produrre CaO ci vuole proprio CaCO3, non esistono altre fonti significative; cio’ detto la neutralizzazione della CO2 in quella modalità (usando CaO) IMPLICA la produzione di una equivalente quantità di CO2 per cui il sistema è sostanzialmente inutile ai fini dell’assorbimento di CO2.tanta se ne produce per fare CaO, tanta se ne assorbe nella direzione oppsta e questo non sposta di un grammo la situazione
lei vuol dire forse che ci vuole un’altra reazione di assorbimento? che so la reazione
che parte da magnesio silicato o simili?
che io sappia sono strade già esplorate ma non ancora mature
Egregio sig. Claudio Volpe, le rispondo con 25 giorni di ritardo perche non mi è stata notificata la sua osservazione al mio intervento. Nei depuratori coperti che propongo non si può considerare il semplice rapporto stechiometrico tra CaO e CO2 ma il fatto che creiamo un ambiente atmosferico e acquatico nel quale inneschiamo e teniamo in vita dei processi biologici come la fotosintesi e la nitrificazione che consumano CO2 e contrastiamo il processo di acidificazione che notoriamente si sviluppa con leggi esponenziali (solo per questo aspetto possiamo dire che il Cao somministrato avrà un rendimento esponenziale: prima lo somministreremmo meno ne consumeremmo secondo una curva esponenziale in base 10. Mentre la politica ambientale illuminata dei nostri responsabili non ci pensa nemmeno e somministrarlo) Inoltre, le precipitazioni di CaCO3 che si verificherebbero negli impianti non andrebbero perse come avviene nei fondali oceanici, lacustri, per essere recuperate dalla natura dopo milioni di anni, ma immediatamente attraverso i fanghi e meglio ancora nello stesso processo se i fanghi si consumano con l’ossidazione endogena, agitando la zona fanghi con la stessa miscela di aria e CO2 recuperata nell’impianto. Infatti, il CO2 prodotto dai processi di ossidazione, invece di espellerlo nell’atmosfera, viene recuperato e reinserito nel bacino di ossidazione. L’ossigeno in esso contenuto, ha un rendimento molto superiore a quello contenuto nell’aria (che contiene il 79% di azoto che è inerte); mentre il carbonio sottratto al CO2 viene in parte trasformato in carbonio organico dalla fotosintesi e in parte utilizzato per nitrificare l’azoto ammoniacale attraverso l’attività batterica autotrofa. Se vuole saperne di più visiti la mia pagina su facebook dove sono raccolti tutti gli articoli che ho scritto su questi argomenti. In uno di questi articoli ho ipotizzato addirittura di realizzare gli impianti che trasformano le pietre calcaree in CAO vicino ai grandi depuratori coperti in modo da inserire il CO2 prodotto direttamente nelle serre di copertura dei depuratori senza immetterlo nell’atmosfera (raffreddando i fumi nei bacini dell’acqua). La stessa cosa si può fare anche per le grandi centrali termiche e il CO2 delle caldaie e i traffico urbano. Caro Volpe la calce serve solo a conservare le condizioni alcaline dell’acqua mentre gli consente di neutralizzare i carichi organici e i nutrienti indesiderati, tra i quali c’è anche il CO2, in modo naturale. C’è bisogno di trattare molta acqua per neutralizzare il CO2 ma è necessario farlo perché non facendolo il CO2 cresce da un lato e l’acidificazione oceanica dall’altro. Quest’ultima, anche se ci fermassimo immediatamente con le emissioni continuerà a crescere con minore velocità ma il processo è irreversibile se non si aumenta il PH e si depurano le acque. Addirittura per ridurre il consumo di calce la somministrazione dovrebbe essere fatta nelle nostre case e nelle attività varie all’atto in cui si scaricano le acque (V. art “la depurazione nelle case e nelle fogne”). I depuratori coperti sono la più grande invenzione depurativa di tutti i tempi perche consentirebbero di trattare al coperto consumando CO2 e alcalinizzare portate di acqua centinaia di volte superiori ai depuratori attuali, i quali non si pongono nemmeno questi problemi. Infatti non alcalinizzano le acque ed emettono CO2 . Intanto i nostri responsabili ambientali vanno a Copenaghen, Cancun ecc. per farsi spiegare come ridurre le emissioni di CO2. Non parlano dell’acidificazione degli Oceani perché ritengono che riducendo il CO2 si risolve anche il problema dell’acidificazione. Il bello è che il sistema CCS aumenta la produzione di CO2, nel caso del carbone aumenta addirittura del 30% a parità di energia prodotta. Si conta sull’effimero vantaggio di nasconderlo nelle cavità terrestri che non solo sono pericolose ma dovrebbero avere anche capacità infinite. Chi tace avendo responsabilità ambientali e finge di non comprendere come funzionerebbero i depuratori coperti si sta assumendo grosse responsabilità nei confronti delle generazioni future. Non mi riferisco al sig. Claudio Volpe che ringrazio per aver espresso i propri dubbi, consentendomi di spiegare il concetto.
Pezone la ringrazio della spiegazione, tuttavia continuo mi scusi a non capire cosa intenda;lei sostiene se ho capito bene che la CO2 prodotta da un impianto che produce CaO da CaCO3 puo’ essere assorbita dai depuratori; ora i depuratori potrebbero assorbirla tramire una reazione che la assorba per produrre macromolecole biologiche; tale reazione si chiama fotosintesi e come potrebbe avvenire in un depuratore chiuso e non esposto alla luce del sole? perchè dico non esposto? perchè lei parla di panneli solari di copertura; ora i pannelli solari , cioè immagino che lei intenda FV devono assorbire la luce per prodiurre energia e se la assorbono loro la luce non arriverà nel depuratore; d’altronde se arriva nel depuratore non fa il suo lavoro nei pannelli;
forse si potrebbe fare a meno dei pannelli ed usare direttamente la luce per la fotosintesi; ma non mi è chiaro quali microrganismi sarebbero capaci di sopravvivere nei depuratori e contemporaneamente fare la fotosintesi; che io sappia gli organismi capaci di effettuare tale processo sono come le alghe verdi azzurre; potrebbe gentilmente dirmi quali microrganismi svolgerebbero il processo fotosintetico nei depuratori?
infine dopo tale fotosintesi che ce ne facciamo della biomassa prodotta?
grazie delle spiegazioni
Pezone le rispondo su quello che capisco meglio;lei dice:
oggi esistono pannelli solari trasparenti per far passare la luce nella zona sottostante
personalmente non ne ho mai visti in letteratura; d’altronde SE facessero passsare il visibile, che rappresenta il grosso della luce solare dove assorbirebbero nell’IR o solo in una ridotta quota del visibile? stia sicuro: pannelli solari FV trasparenti non esistono e SE esistessero avrebbero una efficienza ridicola; direi da scartare come idea.
lei dice ancora:
e lampade led a bassissimo consumo che riproducono fedelmente lo spettro fotovoltaico e la frequenza delle onde elettromagnetiche quando non è possibile usare la luce naturale
quindi stiamo parlando di sorgenti luminose che CONSUMANO energia; e quanta di grazia? se sono a basso consumo sono anche a bassa produzione, ne conviene? e allora cosa ce ne facciamo di poca energia?
per il resto deduco da quel che lei scrive che di impianti come lei dice non ce n’è nessuno; o mi sbaglio?
Oggi è molto semplice aggiornarsi. Basta digitare su GOOGLE: Pannelli solari trasparenti.
Il vetro fotovoltaico, oltre a trasformare l’energia solare in
elettricità, possiede un effetto schermante nei confronti della luce
(10,6 %) e del calore (89,8 %). Garantisce un ottimo
ombreggiamento nei periodi estivi, con risparmio nel consumo di
energia per il condizionamento, e si comporta da isolante termico. Per quanto riguarda i depuratori coperti che non esistono non è una ragione valida da apportare in una discussione tecnica. A prescindere dall’utilizzo o meno dell’energia fotovoltaica e della luce che sono due cose diverse ed entrambe possibili, chi progetta impianti di depurazione e insiste con il criterio attuale di progettare gli impianti dovrebbe cambiare mestiere perché i depuratori sono i primi che dovrebbero non emettere CO2 nell’atmosfera ed alcalinizzare le acque in uscita al valore alcalino del corpo idrico ricevente se si vogliono affrontare seriamente i problemi climatici.
Pezone ma lei sta parlando di un materiale in silicio amorfo, che è il peggiore materiale Fv e che per 1mq fa 50W di picco, ossia ha una efficienza del 5% scarso!!!! da nuovo; poi peggiora scendendo all’85% di questo valore entro breve tempo, cioè vira verso il 4%
ma per favore!!
alla latitudine della sicilia con una irradiazione di 1800kwh all’anno farebbe 72 kwh all’anno!!!!! e a Milano farebbe 50kwh all’anno per mq;
una invenzione per scucire soldi ai gonzi e per applicazioni architettoniche belle da vedere ma inutili da usare come sorgente di energia;
non dubito che ci siano casi in cui quei pannelli sono quasi utili, ma non per alimentare un dispositivo industriale come un depuratore:
diverso il discorso del processo, ma ripeto finora non ce ne è nessuno e forse per il buon motivo che quel che lei dice ha qualche baco concettuale; mi spiace ma non mi ha convinto; capisco il problema che lei pone, ma non credo che la soluzione sia cosi’ semplice come lei dice
Gent. Pezone
abbiamo rimosso due volte un suo commento lunghissimo, e che quindi violava le norme
https://www.climalteranti.it/info/
la preghiamo di non insistere
Egregio Claudio della Volpe lei insiste sull’ultimo dei problemi che mi sono posto. Il problema dell’illuminazione lo lascio ai tecnici specializzati del settore Anche se si dovesse ricorrere alla luce artificiale con lampade a led che assorbono circa 1/25 delle vecchie lampade a incandescenza non cambia nulla ai fini del processo fisico chimico biologico che attualmente non esiste perché non esiste la protezione ambientale. Oggi esistono dei sistemi fognari che degenerano i liquami e sversano liquami non trattati nei corpi idrici e dei depuratori che sono costretti a trattare questi liquami degenerati con enormi sprechi energetici. Trattano piccolissime portate e non si sono mai preoccupati né delle acidificazioni né delle emissioni atmosferiche. Questi sono bachi enormi. I depuratori coperti non necessitano di macchine depurative consumano un decimo dell’energia occupano un decimo dello spazio, possono trattare centinaia di mc/sec, si basano su processi sostenibili e il baco lo stanno cercando. Quando lo troveranno qualcuno me lo farà sapere. Di sicuro questi depuratori romperanno le uova nel paniere a molta gente. Il fatto che non esistano rientra ancora nella normalità. Hanno appena qualche mese di vita cartaceo. Sono stato richiamato dalla redazione per i commenti troppo lunghi. Se vuole mi può contattare sulla posta elettronica.
La saluto cordialmente
Pezone le ribadisco che :
1) il problema che lei pone dell’assorbimento CO2 mi sembra interessante ma non mi pare adeguato il processo che lei propone
2) l’efficienza globale della fotosintesi è dell’ordine del 5%; si faccia due conti
Nei depuratori oltre alla fotosintesi concorrono aspetti non trascurabili di ossidazione nitrificazione, denitrificazione, alcalinizzazione di cui l’acidificazione delle acque continentali e oceaniche hanno un grande bisogno. Solo realizzando queste cose miglioriamo la capacità di assorbimento naturale del CO2. Le acque inquinate possono soltanto essere fonte di emissioni di gas Serra. Non Solo di CO2. Se li faccia lei i Conti.
Pezone posso vedere scritta una sola reazione alternativa alla fotosintesi che assorba CO2 in un depuratore e che non sia un assorbimento per equilibrio acido-base?
Egregio Della volpe non comprendo come vorrebbe eliminare il CO2 se esclude la fotosintesi e la somministrazione di carbonati fatta artificialmente in impianti appositamente concepiti per depurare bassissimi carichi organici e altissime portate, che attualmente non esistono. La somministrazione di carbonati andrebbe a contrastare con la stessa legge logaritmica la formazione di acido carbonico secondo l’ equazione di Henderson e Hasselbach : pH = Ka +Log[HCO3¯] / [H2CO3] dove la costante Ka dell’acido carbonico vale 4,3 •10-7 mol/L vale 6,37. A questa equazione (oltre alla fotosintesi) possiamo aggiungere anche l’azione di nitrificazione dall’azoto ammoniacale a nitrico ad opera dei batteri nitrosomonas che può essere rappresentata da: 55NH4 + 5CO2 + 76O2 C5H7NO2 + 54NO2 + 52H2O + 109 H e dalla ossidazione del nitrito a nitrato ad opera di batteri nitrobacter: 400NO2 + 5CO2 + NH4 + 195O2 + 2H2 C5H7NO2 + 400NO3 + H. Una cosa è certa i depuratori coperti che propone il sottoscritto sono l’unica soluzione sostenibile per sottrarre acidità alle acque e CO2 all’ambiente. Si possono realizzare in molte versioni e l’ho dimostrato anche con molti disegni per applicazioni urbane, fluviali, lacustri, portuali, costiere. Saranno i depuratori del futuro perché depureranno contemporaneamente l’acqua e l’aria. Questi depuratori aspettano soltanto di esser compresi dalle persone che sono in grado di comprenderli. Qualcuno già incomincia a comprenderli. Devo solo aspettare.