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Come abbandonare i combustibili fossili

Nel panorama dei libri disponibili sul cambiamento climatico e la transizione energetica è arrivato finalmente un libro la cui lettura è fortemente consigliata a quanti – troppi, purtroppo – sostengono che fare a meno dei combustibili fossili non si può, costa troppo, è troppo complesso o ci vorranno secoli.

L’urgenza di agire. Perché e come abbandonare rapidamente le fonti fossili” (Luce edizioni), scritto da Marco Giusti, spiega come la transizione sia possibile, entrando nel merito delle decine e decine di passi di cui si compone il percorso della transizione. È una sorta di guida, quasi un manuale, in grado di scendere nel concreto tenendo comunque il riferimento allo scenario generale.

In 350 pagine, il libro passa in rassegna gli strumenti a disposizione per fare a meno dei combustibili fossili, spiegandone i principi di funzionamento, i pro e i contro, i costi e le opportunità. Un racconto semplice ma non semplicistico, inevitabilmente accompagnato da tabelle e grafici. Inoltre, il libro mostra sia il contesto del sistema energetico attuale che la fattibilità di un piano per raggiungere emissioni nette zero nei prossimi decenni. Non è il racconto dei tanti scenari discussi nella letteratura scientifica, e riassunti dal terzo volume dei Rapporti IPCC. È un piano costruito dall’autore, ingegnere con 30 anni di esperienza nel settore energetico, passo dopo passo, sulla base dei dati disponibili e delle conoscenze maturate anche “sul campo”.

Le scelte del piano di profonda decarbonizzazione proposto dall’autore sono ben argomentate; sicuramente non saranno interamente condivisibili (anche chi scrive non concorda al 100%), ma un pregio del libro è far capire il peso delle singole scelte sui numeri finali della transizione. Per cui, alla fine le differenze possono essere viste come minori. In effetti, anche dal confronto, proposto nel libro, fra lo scenario dell’autore e quelli proposti da vari centri studi internazionali (ad esempio gli scenari netzero by 2050 dell’IEA – Agenzia Internazionale dell’Energia), non appaiono in fondo grandi differenze. Questo perché oggi alcuni aspetti della transizione energetica sono ormai chiari: ad esempio il ruolo chiave di eolico e solare, dell’elettrificazione, dell’efficienza energetica e dello stoccaggio dell’energia.

Il libro contiene tantissimi dati, conti, confronti. Entra nel merito di potenze, efficienze, superfici, litri di biocarburanti o perdite di trasmissione. Spiega cosa sono le pompe di calore, i vantaggi dell’auto elettrica rispetto a quella con biocarburanti, la bassa convenienza degli accumulatori domestici (un capitolo su cui quando incrocio l’autore intavolerò una discussione perché non mi ha convinto del tutto), come si possono bilanciare le reti con tanta potenza rinnovabile, come funzionano le Comunità Energetiche Rinnovabili… Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Chi vuole partecipare alla transizione – che è già iniziata ma va tremendamente accelerata – e ha bisogno disaperne di più sul come fare, ora ha una buona fonte a disposizione per documentarsi.

 

Indice del libro

 

Introduzione. Qualche parola su di me e su questo libro

CAP 1: L’Emergenza clima: quanto tempo per agire?

  1. Lo sappiamo da molti decenni
  2. I contenuti del sesto report IPCC, Working Group I

CAP 2: Cosa fare? Cancellare la combustione dallo sviluppo umano

  1. Obbiettivo e “condizioni al contorno” del problema

CAP 3: Transizione energetica: strumenti a disposizione

  1. Cosa è e cosa non è la transizione Energetica
  2. Le strategie della TE: uno sgabello a tre gambe
  3. La prima gamba: la moderazione energetica: “M”
  4. La seconda gamba: efficienza energetica e elettrificazione: “E&E”
  5. La terza gamba: Le fonti rinnovabili: “R”
  6. Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)
  7. Sintesi delle strategie e delle linee di azione della transizione energetica

CAP 4: Un piano per realizzare la transizione energetica sino a NetZero

  1. A che punto siamo? Al centro del progetto
  2. Quindi: quanta moderazione, quanta efficienza e quante rinnovabili?
  3. Una proposta di ripartizione fra M, E&E e R, a partire da M
  4. Efficienza ed elettrificazione: il suo contributo
  5. Rinnovabili: il contributo finale per arrivare a zero emissioni
  6. Totale energia primaria necessaria da FER
  7. Confronto fra sistemi energetici attuali e NetZero
  8. Gli strumenti di flessibilità lato generazione
  9. Bilanciamento delle curve di domanda e generazione
  10. Riassunto: come si bilanciano le curve di consumo e di generazione
  11. Le rinnovabili: quanto spazio occuperanno?
  12. Le altre opere necessarie alla transizione energetica
  13. Sintesi e considerazioni finali

CAP 5 Confronto con altri scenari NetZero

  1. Transizione energetica mondiale: scenari IEA “NetZero by 2050“
  2. Transizione energetica in Europa: il Green Deal
  3. Transizione Energetica in Italia

CAP 6: Problemi, ostacoli e freni alla transizione. Risorse per superarli

  1. Problemi, ostacoli e freni alla transizione energetica
  2. Strumenti, risorse e alleati per superare problemi ostacoli e freni

CAP 7: Conclusioni: le ragioni e i passi di un impegno

 

Testo di Stefano Caserini

4 responses so far

4 Responses to “Come abbandonare i combustibili fossili”

  1. Alessandro Saragosaon Apr 2nd 2024 at 20:34

    Per alcuni i combustibili fossili sono come i diamanti: per sempre

    Saudi Aramco CEO calls energy transition strategy a failure
    Saudi Aramco President & CEO Amin Nasser speaks during the CERAWeek oil summit in Houston, TexasSaudi Aramco President & CEO Amin Nasser speaks during the CERAWeek oil summit in Houston, Texas.
    Pointing to the still paltry share of renewable energy in global supply, the head of Saudi Aramco described the current energy transition strategy as a misguided failure on Monday.

    “In the real world, the current transition strategy is visibly failing on most fronts,” Saudi Aramco Chief Executive Amin Nasser said at the CERAWeek conference in Houston.

    Fossil fuels accounted for 82 percent of global consumption last year, according to a report from consultancy KPMG cited by Nasser, who noted that the International Energy Agency has said oil demand could hit a record this year.

    “This is hardly the future picture some have been painting,” Nasser said.

    “All this strengthens the view that peak oil and gas is unlikely for some time to come, let alone 2030,” added Nasser, alluding to a medium-term target that has been seen as a potential phaseout date for crude.

    Joining Nasser in speaking skeptically of an imminent energy revolution was ExxonMobil Chief Executive Darren Woods, who said “we’re not on the path” to reaching net zero emissions by 2050.

    “One of the challenges here is that while society wants to see emissions reduced, nobody wants to pay for it,” Woods said.

    Nasser called for policies more in tune with the “real world.”

    While alternative energy can reduce emissions, “when the world does focus on reducing emission from hydrocarbons, it achieves much better results,” Nasser said.

    Last year’s COP28 conference included a call for a transition away from fossil fuels.

    But Nasser said the world should “abandon the fantasy of phasing out oil and gas and instead invest in them adequately reflecting realistic demand assumptions.”

  2. Armandoon Apr 3rd 2024 at 11:56

    Vi siete accorti che c’è una guerra in corso?

    Avete notato che la stampa spinge per un ampliamento delle spese militari?

    Pensate che questo non avrà alcun impatto sulle spese per la transizione energetica?

    Siete al corrente che l’Italia e gli altri paesi del sud Europa sono obbligati a produrre entro settembre un documento nel quale presenteranno il loro piano per la riduzione del debito.

    Sapete che questo significa il ritorno delle politiche di austerità, per di più in un’area, l’Europa dell’euro, che ha la minor crescita al mondo?

    Quando persino Milei è venuto a sfotterci proprio perché siamo da 25 anni il fanalino di coda dell’economia mondiale, non vi sono fischiate le orecchie?

  3. Giannantonioon Apr 4th 2024 at 08:32

    Buongiorno,
    recentemente ho letto l’articolo di James Hansen et al ‘Global Warming in the pipeline’ e la conseguente risposta del Prof.Mann sul proprio sito michealmann.net
    In particolare, secondo il Prof.Hansen l’incremento degli ultimi due anni del tasso di riscaldamento globale sia da imputare alla riduzione degli aerosol emessi, pertanto la riduzione per se dell’emissioni di GHG sono insufficienti per contenere l’incremento di temperatura globale, indicando nella geoingegneria la soluzione su cui puntare.
    Il Prof.Mann mi pare invece molto più scettico su tale punto.
    Mi piacerebbe avere un Vostro parere di esperti su questo argomento.
    Grazie

  4. stefano carnevalion Apr 7th 2024 at 10:22

    Sto leggendo il libro e lo trovo utilissimo, interessante e anche coinvolgente. Mi pare che, ancora una volta, il dibattito sia passato nel dimenticatoio e ancora peggio le azioni concrete: ricordo ancora quando durante la pandemia si parlava dei famosi pannelli da terrazzo..già oggi considerati follia dal mio condominio (che sostiene, tra l’altro, l’inutilità di scelte ‘non convenzionali’..tanto per dire di come la gente comune consideri il ‘green’).
    Segnalo che nell’ultima puntata di Piazzapulita si è ancora parlato di auto elettriche e quindi indirettamente di transizione.
    Oltre alla solita retorica sulla non necessità di un ‘passaggio’ così ‘traumatico’, sono volate parole ‘termodinamicamente’ grosse..del tipo che il motore diesel è un vero e proprio gioiello da prestazioni strabilianti (30% di efficienza..come no..forse in laboratorio..), che si poteva migliorare ancora la prestazione nei termodinamici con la ricerca (certo, con suv da 2 tonnellate..figuriamoci), che l’europa era ed è la regina del diesel (non ho capito se dal punto di vista delle raffinerie o della tecnologia di distribuzione..ma non era in profonda crisi il diesel?) e via dicendo. Un accenno anche alla bassa densità del litio (peccato che l’alta densità del carburante se ne vada in calore e dispersioni meccaniche..), alla distruzione dovuta all’estrazione delle terre rare (invece col fracking negli Stati uniti non succede niente..). Fino all’interessante (tecnicamente) dedica all’idrogeno e alla ‘costituzionalizzazione’ del principio di libertà che l’auto dona a noi cittadini, e alla paura intrinseca che il ‘grande burattinaio’ voglia in realtà una forte diminuzione del circolante (8 auto su 10 abitanti, neonati inclusi, in effetti sono troppo poche..figuriamoci) con tutti gli effetti negativi che l’industria dell’auto -che non esiste quasi più in Italia, anche se qualcuno pare non se ne sia accorto-, dovrà sopportare.

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