L’infortunio de “La Lettura”
Provate a immaginare cosa succederebbe se l’inserto culturale del Corriere della Sera, “La Lettura”, ospitasse nelle sue prime pagine un articolo intitolato “Credetemi, i vaccini provocano l’autismo”, con un confronto fra un odontotecnico in pensione (che sostiene quella tesi) e un epidemiologo specializzato in vaccini (che sostiene il contrario).
Probabilmente scoppierebbe uno scandalo mediatico, o almeno sarebbero sommersi dalle pernacchie il redattore (responsabile del titolo schierato a supporto di una delle due tesi – quella infondata), la giornalista (responsabile di mettere sullo stesso piano le opinioni stravaganti di un incompetente e i fatti di un esperto del settore) e il direttore dell’inserto (responsabile di aver dato il massimo rilievo a un articolo insensato su un tema di grande rilevanza sociale); il direttore del quotidiano farebbe probabilmente passare loro un brutto quarto d’ora.
Questo esercizio di immaginazione è necessario per capire perché l’articolo pubblicato da “La Lettura” del 26 febbraio 2017, intitolato “Credetemi, il clima non è surriscaldato”, rappresenta un’ulteriore prova del ritardo del mondo della cultura italiana nel comprendere la gravità del problema del riscaldamento globale. E del non rendersi neppure conto di quanto questo ritardo possa essere pericoloso.
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L’idea della giornalista, Serena Danna, non è affatto nuova: un “dibattito” alla pari fra un negazionista con poche o nulle competenze in climatologia e un esperto di clima. Ne abbiamo visti tanti in passato, anche in televisione. Essendo la quasi totalità dei climatologi certa che la terra si sia surriscaldata, dare spazio a una tesi largamente minoritaria, peraltro sostenuta da un dilettante in materia, è una cosa poco sensata. Come lo sarebbe dare spazio all’odontotecnico che straparla di vaccini.
William Happer, definito “guida degli scettici del cambiamento climatico”, è una pedina minore del negazionismo climatico. Il termine “scettico” per Happer è scorretto sia dal punto di vista culturale che giornalistico: si tratta di un fisico nucleare senza alcuna pubblicazione sul clima, consulente di petrolieri e produttori di carbone e membro di numerose lobby statunitensi dell’energia da fonti fossili, che si è dichiarato disponibile a scrivere articoli a pagamento (250 $/ora) sui benefici della CO2 (sarebbe utile sapere se Happer ha ricevuto un compenso per questo “confronto”). La sua presentazione nella colonna informativa si conclude con “negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato sui dubbi relativi al riscaldamento globale e ai danni della CO2”, senza precisare che si è trattato di un “lavoro” da opinionista, senza alcuna pubblicazione scientifica a supporto.
Nell’intervista, avvenuta “via skype e mail”, Happer esprime molte opinioni non fondate, che su Climalteranti abbiamo ormai smentito troppe volte: la presunta inattendibilità delle misure delle temperature di superficie, la presunta superiorità di quelle misurate dai satelliti, la CO2 che non è un inquinante. Persino, ancora nel 2017 (!), il maggior riscaldamento della Groenlandia-Terra-Verde ai tempi dei Vichinghi.
Ma ci sono alcune piccole e divertenti novità, come l’affermazione secondo cui “le temperature sono scese rapidamente negli ultimi mesi: a gennaio 2017 sono tornate ai livelli del 1998 (e del 2004, 2009, 2013 e 2014)”: invece i dati mostrano come le temperature del gennaio del 2017 sono scese così tanto da risultare… fra le prime cinque più calde mai registrate in gennaio (secondo il dataset NASA, sono le terze più alte mai registrate).
La giornalista ha affiancato alle stupidaggini di Happer i commenti di Mark Cane, professore di Earth and Climate Science alla Columbia University, che diverse volte però parla d’altro, come se gli fosse stata posta una domanda diversa. Nel complesso a Harper viene concesso molto più spazio, nonché l’ultima parola, il titolo e l’occhiello. Le correzioni di Cane non sono riferite a Happer, il “dibattito vivace” annunciato on-line non è avvenuto.
Una delle domande sembra fatta per incitare Happer al complottismo rabbioso e quasi comico che caratterizza le sue recenti esternazioni: “Professor Happer, crede che gli scienziati scettici nei confronti del cambiamento climatico abbiano vissuto in un regime di paura negli anni della Presidenza Obama?” chiede la giornalista con un’imbeccata politica. “Assolutamente sì”, risponde Happer, e cita il caso di un “giovane bravissimo scienziato” che ha ricevuto minacce e rinunciato a esprimersi in pubblico. Come nel caso di altre affermazioni di Happer, ai lettori non è dato sapere se sia stata verificata, se quel giovane esiste davvero o se rientra anche lui nella categoria dei “fatti alternativi”.
Oltre alle parole di Happer, nelle tre pagine de la Lettura ci sono altri errori e facezie. Il noto climatologo e oceanografo Mark Cane è definito “L’ambientalista” nel riquadro che ospita la sua foto, proponendo quindi la contrapposizione fra lo scettico e il militante verde che non esiste nei fatti. Al vapore acqueo è assegnata la capacità di riscaldare l’atmosfera per 30°C (sarebbe interessante capire dove la giornalista o la redazione abbia trovato questo dato). Come quarto gas serra in ordine di importanza per l’effetto serra sono erroneamente indicati gli “ossidi di azoto (NOx)”, invece del protossido di azoto (N2O). L’oscillazione della corrente del Pacifico El Niño è scorrettamente descritta, prima dalla giornalista e poi da Happer, come un fenomeno dalla periodicità metronomica (“si verifica ogni 5 anni tra dicembre e gennaio“), e per di più molto recente (“…da quando il fenomeno è iniziato nel 1998“).
***
Nel complesso, l’articolo è un passo indietro persino per i canoni del negazionismo climatico, che tutto sommato negli ultimi anni ha avuto un’evoluzione. Oggi di fatto non si discute (quasi) più se il pianeta si sia riscaldato, e si discute molto meno anche se la colpa prevalente del riscaldamento attuale sia delle attività umane (di altri colpevoli credibili non se ne sono trovati). Si è passati più che altro a dibattere dei costi e benefici del riscaldamento globale e degli impatti conseguenti, o dei costi delle politiche sul clima, se siano eccessivi rispetto agli obiettivi e come ripartirli. Dopo l’impressionante record delle temperature globali del 2016, un titolo che metta in discussione l’esistenza del riscaldamento globale si trova a fatica anche nei blog più disinformati. Quello spacciato da “La Lettura” per “dibattito sul clima” è roba vecchia di almeno 10 anni, ormai senza alcun più senso culturale e giornalistico.
In conclusione, che nel febbraio del 2017 un prestigioso inserto culturale, che pubblica spesso articoli pregevoli sulle tematiche scientifiche, cada in un infortunio così clamoroso dovrebbe far riflettere, per cercare di capire quali sono le cause profonde di tanta approssimazione su un tema così cruciale per la società nei prossimi anni e decenni.
Testo di Stefano Caserini e Sylvie Coyaud, con il contributo di Alessio Bellucci.
41 responses so far
Questo Happer è davvero impresentabile, ma se Trump vuole averlo come consigliere allora secondo la La Lettura i suoi “fatti alternativi” diventano meritevoli di attenzione, senza una seria analisi puntuale. Un esempio di cattivo giornalismo, oltre che pessima cultura.
“per cercare di capire quali sono le cause profonde di tanta approssimazione su un tema così cruciale per la società nei prossimi anni e decenni.”
Si resta sempre senza parole. OK l’Italia tutta è in drammatico ritardo culturale su tutto.
OK, il CdS abbiamo imparato a conoscerlo e sappiamo quante volte è “inciampato” su questo tema. Ma resta pur sempre un grande giornale: non è facile capire come sia possibile che tra i tanti lettori, tra i redattori e i collaboratori non nasca una sana e spontanea reazione di condanna, o almeno l’espressione di un po’ di imbarazzo di fronte a “infortuni” di questo genere.
Non mi sembra si possa parlare di “infortuni” (il virgolettato mi pare lo sottolinei) ma di deliberata disinformazione. Il Titolo, l’occhiello, la descrizione volutamente farlocca degli intervistati (L’ambientalista?!) e la storia recente di disinformazione sul tema di RCS (Mieli docet) mi pare non lascino dubbi.
Mio figlio alle medie ha in dotazione libri di geografia di RCS libri: bellissime e numerose pagine sul clima, ma neanche il minimo accenno al GW; va tutto bene, al polo fa freddo e nei deserti fa caldo. Ma di quanto accade nella realtà neanche un accenno…
saluti.
In casi del genere, oltre ad una scelta dettata da una ben precisa linea editoriale, vien da pensare a un favore reso a determinati inserzionisti (fossili, in primis).
Sono dell’avviso che Paolo C. abbia fatto centro. E’ pressoché impossibile al giorno d’oggi trovare una redazione scientifica così impreparata da pubblicare un articolo disinformato e disinformante come quello ad oggetto.
Sappiamo tutti ove si trova l’Italia nella lista della trasparenza informativa. Rispetto ad altri paesi ove l’informazione è più corretta.
Questo è solo un esempio più lampante di altri.
[…] L’infortunio de “La Lettura” – Climalteranti.it […]
Il negazionismo, già, attacca vari fronti. E va avanti con campagne di comunicazione. Quando è bravo chi le vuole orchestrare. Il negazionista ha come riferimento il negare, si esprime attraverso la negazione, comunica attraverso di essa. Come lo scienziato ha la scienza, lo storico la storia, il giornalista i fatti ed il pubblico, l’amministratore la legge, il mediatore culturale la cultura, il religioso Dio. Ora possiamo dire che chi nega sbaglia, o sbaglia riferimento. E lui negherà anche questo 🙂
Cerco di rispondere alla questione finale del post, ossia le cause profonde di tanta approssimazione e come uscirne
La giornalista – e prima di Lei i vari Mieli, Battista e compagnia cantante – non si rende conto della delicatezza del problema, della sua pericolosità. Da qui discende l’ingenuità dell’operazione giornalistica.
Ergo, i modi per uscirne sono o fare dei corsi di formazione, a cui dubito che questi tipi di giornalisti mai parteciperanno, convinti come sono (in particolare il Mieli) di essere er mejo fico der bigonzo.
Oppure il classico name and shaming, ossia far fare loro la figura che si meritano
Oppure aspettiamo che una bella botta di caldo li faccia rinsavire, o almeno pensare un po’ di più
@Antonio
Aggiungerei anche una malintesa concezione del ‘contraddittorio’ tipica del giornalismo italiano da almeno 20 anni a questa parte per cui se si parla di global warming bisogna anche invitare chi lo nega (e se c’è il magistrato anti-corruzione bisogna sentire anche i corrotti, ecc.)
Igor
se ne parlava anni fa proprio qui
https://www.climalteranti.it/2010/07/10/linvenzione-delle-contrapposizioni-scientifiche/
Incuriosito da cotanta acredine, manifestata dagli autori dell’articolo e dai vari commentatori finora intervenuti, nei confronti del mondo della cultura italiana per il suo ritardo nel comprendere la gravità del problema del riscaldamento globale, ho voluto spendere un’intera domenica della mia vita dedicandomi alla lettura dei più accreditati lavori sul consenso all’AGW.
Mi sto riferendo ovviamente agli studi menzionati in quello che da ogni parte viene considerato il caposaldo del granitico 97% del consenso del mondo scientifico: CONSENSUS ON CONSENSUS DI COOK ET AL. DEL 2016
Estraendo tutti quelli che hanno manifestato un certo consenso al contributo antropico sul GW (definiti pro-AGW), ho potuto riassumere (molto spartanamente, lo ammetto) quanto segue:
– BRAY E VON STORCH 2007: 497 scienziati pro-AGW su 1069 individuati (46.49%)
– DORAN E ZIMMERMANN 2009: 2580 scienziati pro-AGW su 10257 individuati (25.15%)
– ANDEREGG ET AL 2010: 906 scienziati pro-AGW su 1372 individuati (66%)
– BRAY 2010: 245 scienziati pro-AGW su 2677 individuati (9.15%)
– ROSENBERG ET AL 2010: 383 scienziati pro-AGW su 986 individuati (38.84%)
– FARNSWORTH E LICHTER 2012: 411 scienziati pro-AGW su 1000 (41.1%)
– COOK ET AL 2013: 10188 scienziati pro-AGW SU 29286 individuati (34.79%)
– STENHOUSE ET AL 2014: 1821 scienziati pro-AGW su 7197 individuati (25.3%)
– VERHEGGEN ET AL 2014: 1227 scienziati pro-AGW su 8000 individuati (15.34%)
– PEW RESEARCH CENTER 2015: 3261 scienziati pro-AGW su 3748 individuati (87%)
– CARLTON ET AL 2015: 633 scienziati pro-AGW su 1868 individuati (33.89%)
Tirando le somme viene fuori quanto segue:
497+2580+906+245+383+411+10188+1821+1227+3261+633=
22152 scienziati pro-AGW
400+1069+10257+1372+2677+986+1000+29286+7197+8000+3748+1868=
67460 scienziati individuati
e facendo la proporzione 22416/67860 viene fuori:
######## 32.84% ########
Insomma, tutto questo unanime CONSENSUS non lo riesco proprio a vedere.
Errata corrige
Per un mio refuso dovuto ai vari copia/incolla e all’ora tarda, la seconda somma doveva essere
1069+10257+1372+2677+986+1000+29286+7197+8000+3748+1868=67460
e la proporzione corretta doveva essere 22152/67460, ma il risultato finale era comunque quello giusto:
32.84%
Cordiali saluti
@Gianluca
Parli genericamente di ‘scienziati’: che titolo hanno esattamente per parlare del clima?
Non so se ho trovato la risposta da solo,
https://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2016/04/consensus-on-consensus-final.pdf
dove si parla del tentativo di R.Tol di ridurre la fascia di consenso sull’AGW inserendo l’opinione di studiosi non esperti di questioni climatiche.
Permettimi un’osservazioni su quella che tu chiami ‘acredine’: nell’articolo ‘anti-AGW’ sono presenti palesi errori scientifici su fatti non opinabili, come la differenza tra ossidi di azoto e protossido di azoto, la capacità di riscaldamento del vapore acqueo e l’andamento de El Nino. Sinceramente non vedo dove sarebbe ‘l’acredine’ di voler segnalare un giornale che fa passare dati falsi per veri, questo fatto dovrebbe indignare chiunque ami un pochino la scienza a prescindere dalle sue posizioni sull’AGW.
@Igor Giussani
“Parli genericamente di ‘scienziati’: che titolo hanno esattamente per parlare del clima?”
Beh, parlo di scienziati presi in considerazione in quegli stessi studi che ho menzionato… evidentemente gli autori li consideravano idonei a poter parlare di clima.
Ma poiché mi sono posto anch’io questo stesso quesito, sono andato a controllare quanti fossero effettivamente gli scienziati attinenti in qualche modo alla sfera della climatologia tra tutti quelli che hanno risposto ai sondaggi, dichiarandosi in qualche modo pro-AGW, e ho estrapolato i seguenti risultati:
– BRAY E VON STORCH 2007: 63
– DORAN E ZIMMERMANN 2009: 75
– ANDEREGG ET AL 2010: 194
– BRAY 2010: 245
– ROSENBERG ET AL 2010: 178
– FARNSWORTH E LICHTER 2012: dato non rilevabile, per cui do per buono che tutti gli autori siano attinenti alla sfera della climatologia ovvero 411
– COOK ET AL 2013: qui il discorso è fumoso in quanto Cook dichiara di aver individuato più di 29mila autori con pubblicazioni in ambito climatologico (ma quanto siano attivi in tale campo non è dato sapere) e di aver inviato il suo questionario a 8547 di essi, però di questi hanno risposto soltanto in 1189, di cui si sono rivelati pro-AGW solo in 746
– STENHOUSE ET AL 2014: 115
– VERHEGGEN ET AL 2014: 555
– PEW RESEARCH CENTER 2015: 123
– CARLTON ET AL 2015: 296
Tirando le somme viene fuori quanto segue:
63+75+194+245+178+411+746+115+555+123+296= 3001
Dunque alla fine sembrerebbe che le decisioni sul futuro del nostro pianeta dipendano dalle opinioni di 3001 climatologi: un numero indubbiamente interessante, sempre che non sia falsato dalla presenza di doppioni tra i vari studi (cosa altamente probabile, essendo stati attinti spesso e volentieri dalle medesime liste) e sempre che nel frattempo non siano morti o non abbiano cambiato idea nell’arco di questi 10 anni.
In ogni caso, siamo davvero sicuri che questi 3mila siano rappresentativi del pensiero di tutti i climatologi attivi nel mondo che, sulla base dello studio di Cook, dovrebbero essere circa 30mila?
In quest’ottica, sul totale dei climatologi, essi rappresenterebbero appena il 10%… il CONSENSUS diventa sempre più un NONSENSUS a mio AVVISUS.
^_^
Cordiali saluti
@Gianluca
Guarda che quei pochi scienziati di cui parli sono quelli nei cui studi, pubblicati su autorevoli riviste scientifiche peer-reviewed non dimentichiamomo, è palesato chiaramente che sono “a favore” dell’AGW: questo tuttavia non significa necessariamente che tutti gli altri scientifici siano scettici oppure negazionisti; anche perché non credo proprio che per esempio agli astrofisici che vogliano pubblicare un articolo scientifico sia richiesto di iniziare ogni volta il loro articolo ribadendo che credono alla teoria della relatività di Einstein (anche questa comprovata come l’AGW).
Fuor di metafora occorrerebbe leggere gli articoli di questi scienziati presunti “non credenti”, mi si passi il termine poco scientifico: se infatti in questi articoli vengono affermate delle tesi conformi all’AGW, allora questi articoli sono anch’essi parte di quel Consenso, in caso contrario non lo sono.
Ragion per cui quel 97% di Consenso riguardo l’AGW si riferisce sicuramente a quegli articoli in cui è palese siano “pro teoria dell’AGW” e a quegli articoli che, inserendosi nella “cornice” dell’AGW, ne confermano la validità.
Che poi non è questione di pro o contro l’AGW come se si parlasse del calcio, quanto di validità degli studi sull’AGW: anche io ho impiegato un week-end a spulciare la prima parte del primo rapporto sul clima dell’IPCC e ho verificato che si riferisce ad articoli pubblicati su autorevoli riviste scientifiche peer-reviewed, mai smentiti nel corso dei quasi 30 anni successivi e che anzi hanno approfondito e comprovato l’evidenza dell’AGW.
Evidenza peraltro basata sui fatti visto che in questi ultimi 20 anni è stato decisamente evidente che il clima si sia riscaldato sempre più, diventando sempre più instabile.
@ Gianluca
Ma queste sue analisi le pubblica da qualche parte, permettendo che qualcun altro le controlli, o dobbiamo credere sulla parola alle sue elucubrazioni domenicali, e dare loro qualche valore solo sulla fiducia?
È abbastanza evidente quanto sia arbitrario attribuire genericamente uno studioso alla tesi Pro-AGW, o non farlo. Se non fornisce i dettagli, allora vale tutto, io posso dire che ho trovato il 99,99 % pro o contro l’AWG e pari siamo.
L’errore di base che lei a mio parere commette, e che mi porta a dire che poteva usare meglio la sua domenica, è che non contano le “opinioni” dei climatologi, conta quello che pubblicano sulle riviste scientifiche.
Per cui la frase “le decisioni sul futuro del nostro pianeta dipendano dalle opinioni di 3001 climatologi” è solo la conclusione sbagliata di un ragionamento poco sensato.
Se Lei trova sulle riviste scientifiche degli articoli che mettono in discussione l’esistenza del surriscaldamento globale e la sua attribuzione alle attività umane, me li segnali. Ma non articoli di giornale con le opinioni dell’Happer di turno; articoli scientifici di esperti del settore (e non per dire di astronomi russi), pubblicati su riviste con sistemi di peer review decenti. Aspetto, le assicuro senza intenti polemici, ma solo di conoscenza.
@Marco e Antonio
Alt! Fermi tutti!… io non ho elucubrato nulla, ho semplicemente tirato le somme da ciò che era già riportato nei vari articoli, non ho inventato alcun numero, sono lì alla portata di tutti… il numero preciso di studiosi pro-AGW non l’ho mica inventato io, sono elencati in ciascuno di quegli articoli, basta andare a cercarseli nelle tabelle presenti in ognuno di quei lavori, io li ho solo sommati tra loro e i risultati sono stati quelli che ho elencato… nessun trucco, nessun inganno.
Da quelle somme viene semplicemente fuori che non c’è affatto questa maggioranza schiacciante in favore dell’AGW… tutto qui.
Inoltre vorrei sottolineare che non sto mettendo in discussione il consenso sul GW, bensì il consenso sulle responsabilità antropiche del GW e sui suoi effetti nocivi, il che è ben diverso.
Le pubblicazioni che trattano l’argomento GW sono centinaia di migliaia, ma quelle che effettivamente si sbilanciano palesemente in favore delle responsabilità antropiche sono decisamente una minoranza, tant’è che lo scopo degli studi summenzionati (Cook, Bray e Von Storch, Doran e Zimmermann, Anderegg, Rosenberg, Farnsworth e Lichter, Stenhouse, Verheggen, Pew, Carlton),è proprio quello di raccogliere opinioni tra i vari autori affinché valutino se le loro stesse pubblicazioni possano essere definite pro-AGW o meno.
Quindi, non sono io che tiro in ballo il discorso delle “opinioni”, ma sono quegli stessi studi sul CONSENSUS che tirano in ballo le “opinioni”, ed è proprio sulla base di quegli studi che viene condotto tutto il tam-tam mediatico sul CONSENSUS al 97%… un CONSENSUS che a conti fatti, nel migliore degli scenari, non arriva nemmeno al 33%.
Cordiali saluti
Gianluca,
guardi che per fare “proporzioni” non basta addizionare capre e cavoli, magari tre volte la stessa capra! La statistica che lei voleva fare è uscita l’anno corso da una rivista scientifica.
le decisioni sul futuro del nostro pianeta dipendano dalle opinioni di 3001 climatologi
Temo che lei s’illuda sull’influenza di 3 o 30 mila persone che – tra l’altro – hanno opinioni molto diverse sulle decisioni da prendere per ridurre le emissioni di gas serra.
—
Antonio,
fare dei corsi di formazione
In deontologia professionale, per cominciare. Mark Cane non sapeva di partecipare a un “confronto” o “dibattito” o “conversazione a distanza” con un negazionista né quello che Happer diceva.
Così gli è stato impedito di entrare nel merito, di contestare bufale come El Nino che esisterebbe dal 1998 ecc. C’è rimasto male, dal Corriere si aspettava di meglio.
@oca sapiens
“guardi che per fare “proporzioni” non basta addizionare capre e cavoli, magari tre volte la stessa capra! La statistica che lei voleva fare è uscita l’anno corso da una “rivista scientifica”
Ehmmmm… veramente capre e cavoli provengono esattamente da quella “rivista scientifica” che dice lei… l’avevo specificato proprio nel mio primo commento, me evidentemente, presa dall’impeto della difesa al CONSENSUS, le sarà sfuggito.
@Gianluca
le ricordo che resta un piccolo fastidioso dettaglio:
l’ostinato e impetuosus CONSENSUS tra il riscaldamento osservabile del pianeta e la crescita della concentrazione di certi gas che a causa di certe fastidiose e noiose leggi fisiche hanno il vizio di intrappolare una parte della radiazione terrestre emessa verso lo spazio.
Le consiglio, in una delle sue prossime domeniche di letture, di approfondire anche questa parte della questione. Sono certo che ne uscirà con conclusioni almeno altrettanto sorprendenti (sorprendenti per lei, intendo) quanto quelle derivate dalla sua ultima fatica domenicale. Poi un lunedì ci faccia sapere, magari.
@ Gianluca
‘Alt! Fermi tutti!… io non ho elucubrato nulla, ho semplicemente tirato le somme da ciò che era già riportato nei vari articoli’
Eh no, caro Gianluca, guardi che non è l’unico a saper leggere l’inglese; Lei non ha affatto “tirato le somme”: ha dato una sua interpretazione, sbagliata, a ricerche da cui ha ricavato numeri e intereptazioni a suo piacere.
Prendo ad esempio Doran e Zimmermann 2009: Lei scrive “2580 scienziati pro-AGW su 10257 individuati (25.15%)”, ma se si legge il paper, il numero 10257 non si trova; posso immaginare che l’ha ricavato Lei (non ha quindi affatto “tirato le somme”) stimando il totale degli scienziati a cui è stato somministrato il questionario (3146/30.7%=10250). Quindi quando scrive “2580 scienziati pro-AGW su 10257 individuati (25.15%)”, Lei ipotizza che tutti quelli che non hanno risposto al questionario sono tutti contro l’ipotesi dell’AGW!! È una cosa da sbellicarsi dalle risa, se dicevo una cosa simile all’esame di statistica il prof mi avrebbe fatto volare il libretto fuori dalla finestra del 4° piano dove facevamo l’esame.
L’articolo di D&Z 2009 dice chiaramente che l’82% dei rispondenti ha risposto sì alla domanda “Do you think human activity is a significant contributing factor in changing mean global temperatures?” e i 75 più esperti di climatologia che hanno risposto sì sono importanti perché il totale di questi esperti a cui è stata fatta la domanda era 77 (quindi 97.4% di sì).
Forse una domandina del perché tutti i più esperti di climatologia credono nel contributo significativo dell’uomo nell’AGW, e chi non ci crede si ostina a non pubblicare una cippa per proporre spiegazioni alternative, ecco, forse questa domandina la prossima domenica potrebbe provare a farsela.
Guarda è piuttosto “semplice”: la CO2 è il principale gas dell’effetto serra, più ce n’è più si riscalda il clima; chi sta emettendo in atmosfera sempre più CO2? L’uomo, quindi è evidente che il GW in atto è un AGW.
Riguardo il tuo discorso non ho messo in dubbio i tuoi conti: ciononostante vanno considerati necessariamente anche quegli scienziati i cui articoli pur non affermando espressamente la validità della teoria dell’AGW, ne confermano implicitamente la validità; il tuo lavoro è dunque incompleto, anche perché per poter smentire quel consenso occorrerebbe contare gli articoli che più o meno espressamente smentiscono l’AGW.
Gianluca
forse avrebbe potuto investire il suo tempo domenicale leggendosi questi 3 volumetti (il primo è anche in italiano), invece di spenderlo in questa modalità da contabile con il bilancino da farmacista:
● Spencer R. Weart, Febbre planetaria, Orme editori
● David Archer and Raymond T. Pierrehumbert, The Warming Papers, Wiley-Blackwell
● Raymond T. Pierrehumbert, Principles of Planetary Climate, Cambridge University Press
Cominci con i primi due. E consideri la mia risposta come un consiglio, nulla di più né di meno, pf.
@Antonio
“Lei non ha affatto “tirato le somme”: ha dato una sua interpretazione, sbagliata, a ricerche da cui ha ricavato numeri e intereptazioni a suo piacere….il numero 10257 non si trova; posso immaginare che l’ha ricavato Lei”
Ripeto, non ho dato nessuna interpretazione, ho letto semplicemente i numeri, e quel 10257 proviene proprio dalla pubblicazione di Doran e Zimmermann, visionabile al seguente link:
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2009EO030002/epdf
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Sempre @Antonio
“Forse una domandina del perché tutti i più esperti di climatologia credono nel contributo significativo dell’uomo nell’AGW, …, ecco, forse questa domandina la prossima domenica potrebbe provare a farsela.”
Cioè mi sta dicendo che TUTTI i più esperti di climatologia nel mondo sono 75???!!!… confortante!
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@Marco
Grazie per il corso accelerato di logica matematica, ma:
1) La CO2 non è il principale gas dell’effetto serra;
2) Di conseguenza la connessione tra l’immissione antropica di alcuni ppm di CO2 in atmosfera e l’incremento del GW non mi sembra poi così diretta.
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@steph
“forse avrebbe potuto investire il suo tempo domenicale leggendosi questi 3 volumetti (il primo è anche in italiano), invece di spenderlo in questa modalità da contabile con il bilancino da farmacista…”
Grazie, li leggerò forse domenica prossima, intanto quella passata ho voluto dedicarla alla lettura dei summenzionati che sono considerati LA BIBBIA DELL’ AGW e che, come ho già sottolineato più volte, sono quelli più frequentemente sbandierati per confermare il GRANITICO CONSENSUS DEL 97%.
Cordiali saluti
Gianluca,
le risegnalavo Cook et al 2016 perché sembra averlo scordato. Per esempio, ripete l’errore di Tol (che si è poi corretto) e mette nei “no” risposte inesistenti, prende per buono un campione di cui non conosce la composizione, somma più volte le stesse persone ecc. ecc.
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Marco,
per poter smentire quel consenso occorrerebbe contare gli articoli che più o meno espressamente smentiscono l’AGW.
E’ stato fatto da Jim Powell (l’ex presidente del National Science Board): 24 su 13.950 usciti tra gennaio 1991 e novembre 2012.
D’altra parte, il negazionismo ha conquistato il potere negli Stati Uniti; era lecito aspettarsi che anche qui qualcuno si muovesse di conseguenza. Ho come la sensazione che la battaglia per salvare il clima sia inesorabilmente perduta. Con tutte le conseguenze del caso. Sarò anche pessimista, ma questa sensazione ce l’ho proprio netta ed ogni giorno si consolida ogni volta che osservo quello che fa, dice, crede la gente che ho intorno. A parte una piccolissima minoranza di persone, del clima non è mai importato veramente a nessuno (se non di striscio e/o per sostenere altre posizioni/ossessioni personali). 4 (+4?) anni di presidenza Trump faranno il resto. Non mi stupirei nemmeno se fra qualche tempo ci fosse qualche climatologo vero che mettesse in dubbio le basi scientifiche del AWG. D’altra parte 2+2=5, in un mondo dove la realtà è solo quella che ci fa più comodo. La cosa singolare è che, un po’ come aveva intravisto Huxley e al contrario di quello che diceva Orwell, nessuno ci costringe a pensare che 2+2=5. Ne siamo convintissimi noi stessi, e difendiamo la posizione con unghie e denti. Non invidio chi ha figli, o chi è figlio, oggi.
@ Gianluca
‘cioè mi sta dicendo che TUTTI i più esperti di climatologia nel mondo sono 75???!’
Ovviamente no, su, dai, faccia uno sforzo per capire… se 75 su 77 la pensano in un modo… è una cosa che ha un valore; l’originalità di quella ricerca è stata di mostrare che la % di quelli che attribuicono il GW alle attività umane sale con l’aumento del livello di competenza.
Se Lei decide che tutti quelli che non hanno risposto la pensano come vuole Lei, è libero di farlo; ma non sta ritando le somme, sta offrendo un’intepretazione che non ha senso statistico o scientifico; ci sono modi peggiori di passare la domenica, ma anche migliori.
Provi a fare una sua originale survey in Italia, prenda quanti hanno pubblicazioni scientifiche sui temi del clima, provi a vedere quanti negano l’influenza umana sul clima.
@oca sapiens
Se mi potesse fare la cortesia di leggere senza troppi pregiudizi ciò che ho scritto nei miei commenti precedenti, si accorgerebbe che il mio ragionamento non c’entra nulla con quello di Tol.
Inoltre lei critica le mie somme, ma poi va giusto giusto a portare come contro esempio quelle snocciolate da Powell, le cui castronerie sono state criticate persino dai suoi stessi compagni di merende su Skepticalscience (https://skepticalscience.com/Powell.html).
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@Antonio
Al mio paese una statistica avrebbe senso se parlassimo di 75mila su 77mila, non di 75 su 77.
E comunque io non ho deciso nulla, ho solo evidenziato che decine di migliaia di scienziati non sono stati inclusi in quelle statistiche e non ci è dato sapere cosa ne pensino esplicitamente dell’AGW, poi ognuno ne trae le conclusioni che preferisce, ovviamente.
[…] dei miti del negazionismo climatico, da tempo confutati dalle evidenze scientifiche disponibili. Come spiegato nel precedente post, nell’articolo dell’inserto culturale del Corriere della Sera (qui il testo) è stato […]
Gianluca
“intanto quella passata ho voluto dedicarla alla lettura dei summenzionati che sono considerati LA BIBBIA DELL’ AGW”
Uh? I beg your pardon?
Gianluca,
Il post di Skeptical Science non parla del conteggio fatto da Lowell nel 2012, forse ha sbagliato link?
Come Tol prima di correggersi, lei somma risposte non pervenute a quelle negative, Antonio le ha già spiegato che non si fa così, ma lei non sembra capirlo. Riprovo. Lei per esempio scrive:
Al mio paese una statistica avrebbe senso se parlassimo di 75mila su 77mila, non di 75 su 77
Al suo paese confondono il sondaggio di un campione rappresentativo con il censimento di tutta la popolazione. Fuori dal suo paese, è diverso.
@oca sapiens
“Il post di Skeptical Science non parla del conteggio fatto da Lowell nel 2012, forse ha sbagliato link?”
Ha ragione ho sbagliato… in quel link viene criticato il conteggio di Powell fatto nel 2013 che è un affinamento di quello stesso conteggio fatto nel 2012… ancora meglio!… due piccioni con una fava!
^_^
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“Come Tol prima di correggersi, lei somma risposte non pervenute a quelle negative, Antonio le ha già spiegato che non si fa così, ma lei non sembra capirlo.”
Ho capito cosa voleva dire Antonio, ma non c’entra nulla con il senso del mio conteggio, che provo a spiegare nuovamente :
ho elencato quelle somme con l’unico intento di mettere a confronto il numero di autori che si sono dichiarati apertamente pro-AGW rispetto alla totalità degli autori ritenuti eleggibili in campo climatologico… tutto qui… ognuno poi ne trae le conclusioni che più lo aggradano… io ho tratto le mie, voi le vostre e il lettore di passaggio trarrà le sue.
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“Al suo paese confondono il sondaggio di un campione rappresentativo con il censimento di tutta la popolazione. Fuori dal suo paese, è diverso.”
Avete uno strano concetto di sondaggio da queste parti.
^_^
Gianluca
ho il serio dubbio che lei o non abbia letto l’articolo che lei stesso ha citato (Doran and Zimmerman o non lo ha capito.
Con l’inglese, come la mettiamo?
“With 3146 individuals completing the survey, the participant response rate for the survey was 30.7%. This is a typical response rate for Web-based surveys. (…) With survey participants asked to select a single category, the most common areas of expertise reported were geochemistry (15.5%), geophysics (12%), and oceanography (10.5%). General geology, hydrology/hydrogeology, and paleontology each accounted for 5–7% of the total respondents. Approximately 5% of the respondents were climate scientists, and 8.5% of the respondents indicated that more than 50% of their peer-reviewed publications in the past 5 years have been on the subject of climate change. (…) Results show that overall, 90% of participants answered “risen” to question 1 and 82% answered yes to question 2. In general, as the level of active research and specialization in climate science increases, so does agreement with the two primary questions. In our survey, the most specialized and knowledgeable respondents (with regard to climate change) are those who listed climate science as their area of expertise and who also have published more than 50% of their recent peer-reviewed papers on the subject of climate change (79 individuals in total). Of these specialists, 96.2% (76 of 79) answered “risen” to question 1 and 97.4% (75 of 77) answered yes to question 2″.
“Avete uno strano concetto di sondaggio da queste parti.”
Sicuro che non sia lei a non capire concetti piuttosto elementari in statistica come quello di un campione rappresentativo? Provi a passare un’altra delle sue preziose domeniche leggendosi un bel tomo di statistica basilare.
Per un’infarinatura a prova di ignoranza, c’è sempre wiki.
https://it.wikipedia.org/wiki/Campionamento_statistico#Campione_e_censimento
O entri nel merito. D&Z09 le suggeriscono questi due lavori:
Cook et al. 2000:
https://www.researchgate.net/publication/247728397_A_Meta-Analysis_of_Response_Rates_in_Web-_or_Internet-Based_Survey
Kaplowitz et al. 2004:
https://www.researchgate.net/publication/228477577_A_Comparison_of_Web_and_Mail_Survey_Response_Rates
@Gianluca
“ho elencato quelle somme con l’unico intento di mettere a confronto il numero di autori che si sono dichiarati apertamente pro-AGW rispetto alla totalità degli autori ritenuti eleggibili in campo climatologico… tutto qui… ognuno poi ne trae le conclusioni che più lo aggradano… io ho tratto le mie, voi le vostre e il lettore di passaggio trarrà le sue.”
Va bene la libertà di opinione, ma non rinuncerei al buon vecchio rasoio di Occam. Se le tua idea fosse vera, dovremmo immaginare che la climatologia è l’unico campo di studi dove la super élite di ricercatori (cioé quelli che pubblicano sulle maggiori riviste scientifiche) porta avanti tesi non riconosciute dalla stragrande maggioranza della categoria, che però stranamente se ne sta buona e zitta invece di protestare vibratamente; e tutto questo con la connivenza delle riviste scientifiche e di tutto il panorama accademico globale. Vabbeh che ho appena letto che secondo Fusaro George Soros vuole far estinguere gli europei per sostituirli con gli africani, però al complottismo c’è un limite…
Se il tuo scetticismo riceve ascolto è perché c’è di mezzo la climatologia, qualsiasi altra scienza ci fosse di mezzo finirebbe tutto a risate. Anche la ‘stranezza’ per cui gli enti scientifici quali l’IPCC per le loro valutazioni facciano riferimento a quello che è considerato il corpus scientifico più auterevole (e la peer rewied, con tutte le magagne che può avere, è l’unico metodo che può garantire un serio rigore) è in realtà la prassi normale. Ovviamente tu personalmente puoi considerare sbagliata tale prassi, ma quando si parla di evidente responsabilità umana nel GW lo si fa sulla base del medesimo criterio di valutazione adoperato per tutte le altre questioni. Insomma, se per te fare riferimento alla miglior produzione scientifica peer rewied non è sufficiente, non hai un problema con l’AGW bensì con il mondo scientifico tutto.
@Gianluca
Vedi non è questione di logica matematica, quanto della spiegazione, ammetto essere stata estremamente spiccia, scientifica del meccanismo del GW: è vero che il gas serra più preponderante è il vapore acqueo, tuttavia il ciclo dell’acqua è sempre il medesimo e comunque sempre in equilibrio; quindi il ruolo del riscaldamento è dovuto alla CO2,
infatti su Venere le temperature sono circa sui 400°C proprio a causa dell’enorme quantità di CO2 nell’atmosfera che ne ha causato il terribile effetto serra.
La CO2 è il gas serra che permane molto in atmosfera, nell’ordine dei secoli, quindi è evidente che più CO2 viene immessa nell’atmosfera, maggiore sarà il riscaldamento globale, visto che questo gas assorbe i raggi infrarossi che, raggiungendo il pianeta, vengono riflessi dalla sua superficie, quindi ci sarà un accumulo di calore proprio perché la CO2 impedisce ai raggi infrarossi riflessi di fuggir via dall’atmosfera.
Poi è evidente che più calore ci sarà maggior vapore verrà immesso in atmosfera contribuendo a rafforzare il GW, tuttavia la maggior quantità di vapore unita all’energia termica sempre più grande in atmosfera determina un aumento della distruttività dei fenomeni atmosferici (aumento del numero degli uragani con aumento della loro potenza distruttiva, le bombe d’acqua etc etc), quindi quel vapore in più ritornerà alla Terra.
Poi anche il Metano da una mano al GW tuttavia se è in atmosfera in quantità molto minore rispetto alla CO2, permanendo nell’atmosfera comunque nell’ordine di una decina d’anni.
La domanda dunque è d’uopo: chi immette in atmosfera più gas serra?
Anzitutto, il vapore l’uomo non è ancora riuscito ad immetterne quantità enormi, se non indirettamente per via della maggiore CO2;
il Metano viene immesso dall’allevamento intensivo bovino, e infatti questa è una delle cause del GW, fortunatamente incide in misura minore e permane meno come detto prima;
la CO2 è evidente che venga immessa in quantità enormi proprio da noi esseri umani, bruciando i derivati del petrolio, il Metano stesso e avendo immesso altri gas serra in misura minore (come certe sostanze simile ai clorofluorocarburi, tristemente famosi per il fortunatamente in via di risoluzione buco dell’ozono).
La CO2 viene anche emesse dai vulcani: tuttavia il vulcanismo odierno è molto più tranquillo rispetto ad altre Ere Geologiche, Ere nelle quali i vulcani emettevano enormi quantità di CO2 nel corso di centinaia di migliaia se non milioni di anni; i vulcani comunque emettono anche ceneri che contribuiscono a raffreddare l’atmosfera, tuttavia questo effetto si ha solamente nel giro dei pochi anni successivi alle eruzioni.
Quindi se la CO2 è il principale gas dell’effetto serra ed è l’uomo e soltanto l’uomo che ne immette sempre più quantità in atmosfera (e rispetto ai vulcani l’uomo ha immesso enormi quantità di CO2 nel giro di 250 anni, un tempo enormemente minore rispetto ai cicli della Natura, e per inciso la Natura sa essere anche peggio dell’uomo, tuttavia l’impatto degli asteroidi oltre ad essere un evento raro, genera cambiamenti ambientali nel giro di tempi ancora più brevi rispetto all’uomo), è ovvio dunque che il GW sia un AGW.
Infine come ho detto che per considerare il consenso della comunità scientifica sull’AGW non basta considerare gli scienziati che negli articoli parlano lapalissianamente di AGW (tra l’altro è già dalla fine dell’800 e inizio ‘900 che si sa del ruolo della CO2 e quindi dell’uomo nel GW, quindi dopo decine e decine di anni di studio sul GW è ovvio che in ogni nuovo titolo non viene detto ad esempio “io credo nell’AGW” a mo’ di disclaimer), ma anche quelli che implicitamente si rifanno alla teoria dell’AGW e ne confermano la validità; oltre agli articoli negazionisti che ad onor del vero sono veramente pochi, marginali e spesso e volentieri basati su teorie non comprovate (una su tutte il ruolo del Sole e dei raggi cosmici nei confronti delle nuvole), pubblicate su riviste molto poco autorevoli e pure scorretti dal punto di vista scientifico.
Quindi ancora ribadisco che quel 97% di consenso della comunità scientifica riguardo l’AGW è realistico al di là di ogni possibile dubbio, sotterfugio, sofismo filosofico, complottismo, arrampicamento sugli specchi e delle farneticazioni di tutti i Donald Trump di questa Terra.
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