I cambiamenti climatici nelle elezioni politiche 2018
Anche se poco se ne è parlato nei dibattiti, il tema del cambiamento climatico è ben presente nei programmi elettorali. E l’iniziativa La Scienza al Voto è riuscita nell’obiettivo far sottoscrivere un impegno serio a quasi tutte le forze politiche.
Ora che è trascorso un po’ di tempo dalle elezioni, e quindi è minore il pericolo che affrontare questo tema possa essere visto come viziato da intendi propagandistici, può essere utile cercare di capire quanto il tema dei cambiamenti climatici è stato presente nelle elezioni del 2018.
La questione è ampia e complessa, quindi questo post vuole solo fornire alcune informazioni di base e spunti di riflessione, senza pretesa di fornire un’analisi esaustiva.
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Come primo punto, si può dire che in queste elezioni il tema è stato più presente che nelle passate elezioni. Poco se ne è parlato nei dibatti elettorali, ma è stato presente in quasi tutti i programmi dei partiti politici. Se si leggono i programmi (Centrosinistra, Centrodestra, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, o di altre liste raccolti da La Scienza al voto di cui si dirà più avanti) si trovano impegni, toni e sfumature molto diversi, come previsto. Ed è ovvio anche che un impegno su un programma elettorale non implichi necessariamente di per sé l’attuazione dell’impegno stesso, sia perché il programma potrebbe essere una declamazione strumentale non sorretta da un reale interesse, sia perché le debolezze complessive della proposta politica potrebbero minare l’effettiva realizzabilità del programma stesso (e.g. ma mancanza di una chiara spiegazione di come trovare le necessarie coperture finanziarie). Ma questa non è una novità; il punto importante è che chi da anni è abituato a dare un’occhiata alla presenza di questi temi nei programmi quest’anno ha trovato di più.
Non ci sia aspettava molto dai partiti tradizionalmente più lontani dalle politiche sul clima (e che in passato hanno anche proposto in parlamento tesi negazioniste); pur se non hanno menzionato direttamente la questione del riscaldamento globale, hanno inserito qualcosa sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili: il mondo è andato avanti, anche chi non ci crede qualcosa deve pur scrivere.
In altri casi il tema è stato menzionato ma trattato in modo sommario, con l’utilizzo delle parole d’ordine tradizionali sullo sviluppo sostenibile, la green economy, la sostenibilità ambientale, o più frequentemente la raccolta differenziata e le auto elettriche: “sostenibilità ambientale come stella polare nella formazione di tutte le decisioni”, “cambio di paradigma dettato dall’economia verde”, “promuovere una sempre maggior diffusione di modelli di sviluppo sostenibili, della Green Economy e dell’Economia circolare”, “per noi la parola chiave è sostenibilità integrale”, “intensificare l’attività di sviluppo della Blue economy strategica per il nostro paese”. In alcuni casi gli impegni sono sembrati davvero molto ambiziosi quanto poco meditati “riduzione e una progressiva eliminazione di tutti gli inquinanti immessi nell’ambiente”, in altri un po’ troppo generici “tutela ambientale” ma almeno si può apprezzare l’impegno a scrivere qualcosa.
Tre forze politiche hanno proposto i programmi più strutturati sul tema delle politiche climatiche, in cui si può riconoscere meno retorica e una proposta più chiara, coerente, e magari anche una visione. Una di queste forze politiche ha dedicato molte decine di pagine ai capitoli Ambiente ed Energia. Un’altra ha indicato una grande priorità al tema del clima (“la sfida centrale per l’umanità”…“un tema essenziale che tocca profondamente anche il nostro paese”); un’altra ancora ha messo la questione ambientale come uno dei tre pilastri alla base del suo, proponendo “visione e strategia per puntare senza più indugi verso una totale decarbonizzazione”.
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Alcuni autori di Climalteranti (Carlo Cacciamani, Stefano Caserini, Claudio Cassardo, Sergio Castellari e Vittorio Marletto) hanno nei mesi scorsi partecipato al Comitato Scientifico di “La Scienza al Voto”, un’iniziativa coordinata da Antonello Pasini e da un gruppo di comunicatori guidati da Pietro Reggiani. Lo scopo è stato quello di stimolare un dibattito tra i partiti, a partire da un documento in cui sono stati elencati diversi problemi e criticità ambientali che dovrà affrontare il nostro Paese nei prossimi anni, legati al “driver” climatico e sono state proposte alcune linee guida scientificamente fondate per poter possibilmente risolvere questi problemi mediante azioni di mitigazione e adattamento.
Altri sono stati gli appelli alle forze politiche, fra cui quello dell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, di Energia per l’Italia o di Italian Climate Network; la Scienza al Voto, grazie alla costanza e pazienza di Pasini e Reggiani, è riuscita a fare un passo ancora più importante: ha stilato un Accordo, riportato integralmente anche in fondo a questo post, che è stato firmato prima delle elezioni da 7 partiti di vari schieramenti. Hanno firmato, in rigoroso ordine alfabetico, +Europa, Fratelli d’Italia, Insieme, Lega, Liberi e Uguali, Partito Democratico, Potere al popolo! Non hanno aderito il MoVimento 5 Stelle, il cui programma sembrerebbe coerente con i punti dell’accordo, e Forza Italia. I contatti per raccogliere le ultime adesioni sono comunque ancora in corso.
Come ha raccontato Pasini in un dettagliato post, “non era mai successo in Italia di avere un accordo pre-elettorale multipartisan di questo tipo, tanto più portato a termine in tempo così breve e generato da un’attività di tipo volontaristico.”
In queste settimane in cui si svolgono le trattative per la formazione di un nuovo governo, avere un accordo condiviso da tutte le forze politiche su alcuni impegni rilevanti può rappresentare un valore per politica italiana: gli schieramenti sono alla ricerca di temi comuni e in effetti l’adesione all’Accordo indica un impegno formale ad agire per un’economia decarbonizzata e circolare, per le energie rinnovabili, per la cooperazione allo sviluppo e la formazione dei cittadini.
La speranza è quindi che i partiti possano essere interessati ad usare questo Accordo come base comune in vista delle più ampie trattative sui programmi: ovviamente non si tratta di favorire una ipotesi di governo piuttosto che un’altra, ma di mettere nel programma di ogni possibile governo i temi ambientali, climatici ed energetici sapendo che se non lo si fa il rischio che siano completamente trascurati è sicuramente maggiore.
L’idea inoltre è quella di portare l’Accordo all’attenzione del Presidente della Repubblica Mattarella, perché sia consapevole che su questi temi potrebbe facilmente raccogliere l’unanimità delle forze politiche.
Più in prospettiva La Scienza al Voto ha l’obiettivo di creare un tavolo di confronto permanente fra la comunità scientifica e i gruppi parlamentari sui temi del cambiamento climatico. Il sito la pagina Facebook sono continuamente aggiornati: se qualcuno volesse contribuire con dei video o con dei testi, è benvenuto.
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Ecco il testo dell’Accordo di La Scienza al Voto firmato dalle forze politiche:
I cambiamenti climatici sono un fattore di rischio particolarmente evidente nel nostro Paese, strutturalmente fragile e già oggi colpito da un’alterazione del clima maggiore che in altre aree del mondo, che si ripercuote su importanti settori socioeconomici come le risorse idriche, l’agricoltura, la salute, la produzione energetica. Questi cambiamenti contribuiscono anche ai flussi migratori verso il nostro Paese. È nell’interesse nazionale, quindi, sia impedire che le conseguenze dei cambiamenti climatici si aggravino, agendo anche a livello internazionale, sia adattare la nostra società agli impatti di questi cambiamenti già avvenuti o ormai inevitabili.
I cambiamenti climatici, e la conseguente transizione verso un’economia decarbonizzata, in grado di fare a meno di carbone, petrolio e gas, e a basso consumo di risorse e circolare, costituiscono però anche la più grande opportunità competitiva della nostra epoca, grazie alla quale il nostro Paese potrà conoscere finalmente uno sviluppo duraturo e sostenibile.
In una situazione in cui il fattore tempo è decisivo, la prossima legislatura rappresenta una grande opportunità che non possiamo perdere. Sarà quindi necessario che, a prescindere dalle maggioranze che verranno espresse dalle elezioni, tutte le forze politiche si impegnino ad un’azione comune, sapendo di poter contare sul supporto scientifico e la vigile attenzione della comunità scientifica italiana, di cui La Scienza al Voto fa parte.
In tale quadro, noi ci impegniamo a:
- accelerare la transizione verso un’economia decarbonizzata, a basso consumo di risorse e circolare, in tutti i settori, anche mediante opportune misure fiscali che disincentivino i prodotti più inquinanti;
- applicare pienamente l’Accordo di Parigi, elaborando una Strategia Energetica Nazionale coerente con la riduzione delle emissioni di gas serra su cui l’Italia si è impegnata;
- incrementare le attività di cooperazione allo sviluppo, ad esempio orientandole al recupero ad agricoltura di terreni desertificati o degradati anche per cause climatiche, al fine di riattivare servizi ecosistemici e risorse per le popolazioni a rischio migrazione;
- porre in essere un grande piano di informazione e formazione della popolazione sul tema dei cambiamenti climatici, dei loro impatti e delle azioni da intraprendere per affrontarli mediante la mitigazione e l’adattamento.
Testo di Stefano Caserini, con contributi di Sergio Castellari e Sylvie Coyaud
One response so far
E proprio voi segnalavate, in fondo alle responses di
https://www.climalteranti.it/2016/10/18/settimane-importanti-per-il-clima/
che il Sen Fedriga e altri 18 leghisti chiedevano di impegnare parte dei fondi del contributo italiano al Green Climate Found per “lo svolgimento di ricerche dedicate alla valutazione del rischio di un raffreddamento globale in conseguenza dell’alterazione dei cicli delle macchie solari.”
E potrebbero finire al Governo…
Saluti