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Alla ricerca di motivi di speranza nel terzo volume del sesto rapporto IPCC

È stato pubblicato il 4 aprile il terzo volume del Sesto rapporto IPCC, che si occupa della mitigazione del cambiamento climatico, ossia “l’intervento umano per ridurre le emissioni o potenziare gli assorbimenti di gas serra”.

Come per i precedenti rapporti del primo e secondo gruppo di lavoro (commentati su Climalteranti qui e qui), anche questo volume costituisce una sintesi di decine di migliaia di articoli scientifici già pubblicati nella letteratura, e fornisce un quadro dettagliato di tantissimi aspetti delle azioni già avviate o possibili contro il surriscaldamento globale.

I rapporti dell’IPCC non sostengono alcuna specifica opzione di mitigazione, ma mostrano il potenziale (le possibilità di riduzione delle emissioni climalteranti), i pro, i contro, le barriere e i co-benefici delle diverse azioni, sia nel breve che nel lungo termine, per diversi obiettivi di contenimento del riscaldamento globale.

Le 64 pagine del Sommario per i decisori politici contengono molti messaggi chiave (indicati nel sommario in grassetto), sostenuti da altre affermazioni riassuntive, che cercano di condensare le circa 2913 pagine del rapporto integrale. Come tipico dei rapporti IPCC, alle affermazioni è assegnato un grado di “confidenza”, ossia “la robustezza di una conclusione, basata sul tipo, sulla quantità, qualità e coerenza delle evidenze disponibili prove (ad es. comprensione meccanicistica, teoria, dati, modelli, giudizio di esperti) e sul grado di concordanza di più linee di evidenza”.

Il sommario per i decisori politici è diviso in 5 parti:

  1. Introduzione e contesto
  2. Sviluppi recenti e attuali tendenze
  3. Trasformazioni sistemiche per limitare il riscaldamento globale
  4. Legami tra mitigazione, adattamento e sviluppo sostenibile
  5. Rafforzare la risposta contro il cambiamento climatico

 

Dalla lettura del rapporto e del sommario (quest’ultimo raccomandato in particolare ai decisori politici a cui è indirizzato), numerosi sono i messaggi chiave a cui gli scienziati che hanno scritto il rapporto attribuiscono “alta confidenza”. Non sono messaggi particolarmente nuovi, ma hanno il valore aggiuntivo di rappresentare il punto di consenso di una grandissima parte degli esperti del settore.

Non sorprenderà quindi che dal rapporto emerga la preoccupazione che da tempo raccontiamo su Climalteranti: siamo molto in ritardo nel ridurre le emissioni di gas serra, e se non si agisce rapidamente gli obiettivi più ambiziosi di mitigazione decisi con l’accordo di Parigi non saranno più raggiungibili.

Fra i tanti messaggi importanti, ne propongo tre (fra parentesi il paragrafo del sommario in cui si possono reperire):

 

“Senza azioni di mitigazione urgenti, efficaci ed eque, il cambiamento climatico minaccia sempre più la salute e i mezzi di sussistenza delle persone in tutto il mondo, la salute degli ecosistemi e la biodiversità. Esistono sia sinergie che compromessi tra l’azione per il clima e il perseguimento di altri obiettivi di sviluppo sostenibile. Un’azione per il clima accelerata ed equa per mitigare e adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici è fondamentale per lo sviluppo sostenibile.” (D.1.1)

 

“Percorsi di mitigazione ambiziosi implicano cambiamenti ampi e talvolta dirompenti nell’attuale struttura economica, con conseguenze distributive significative, all’interno e tra i paesi. L’equità rimane un elemento centrale nel negoziato sul clima delle Nazioni Unite, nonostante i cambiamenti nella differenziazione tra stati nel tempo e le sfide nella valutazione delle quote eque. Le conseguenze distributive all’interno e tra i paesi includono lo spostamento di redditi e l’occupazione durante la transizione, dalle attività ad alte emissioni a quelle a basse emissioni. Sebbene alcuni posti di lavoro possano essere persi, lo sviluppo a basse emissioni può anche aprire maggiori opportunità per migliorare le competenze e creare più posti di lavoro durevoli, con differenze tra paesi e settori. Politiche integrate possono migliorare la capacità di considerare temi come l’equità, l’uguaglianza di genere e la giustizia”. (D.3.2)

 

“Vi sono capitali e liquidità globali sufficienti per colmare il divario fra gli investimento globali necessari e quelli previsti, date le dimensioni del sistema finanziario globale, ma reindirizzare i capitali verso l’azione per il clima incontra ostacoli sia all’interno che all’esterno del settore finanziario globale, e nei problemi macroeconomici che devono affrontare le regioni in via di sviluppo.” (E.5.2)

 

Visti i tempi di grande preoccupazione per altre situazioni critiche o drammatiche, come la pandemia COVID19 o la guerra in Ucraina, sono riportati altri estratti dal Sommario per i decisori politici che in questi tempi possano infondere un po’ di speranza. Sarà compito di un successivo post discutere le affermazioni – che pure non mancano nel rapporto – che entrano nel dettaglio delle difficoltà all’azione globale contro il surriscaldamento globale.

 

“Almeno in 18 paesi ci sono state riduzioni delle emissioni di gas serra per più di 10 anni.” (B3).

 

“Eliminare la povertà estrema, la povertà energetica e fornire standard di vita dignitosi in tutte le regioni con basse emissioni di gas serra, nel contesto del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, a breve termine, può essere effettuato senza un aumento significativo delle emissioni globali.” (B3.3)

 

“Dal 2010 al 2019 si sono verificate diminuzioni sostenute dei costi unitari dell’energia solare (85%), dell’energia eolica (55%) e delle batterie agli ioni di litio (85%) e grandi aumenti della loro distribuzione, ad esempio di più di 10 volte per il solare e di più 100 volte per i veicoli elettrici (EV), con ampie variazioni fra le diverse regioni.” (B.4.1)

 

“L’innovazione ha fornito opportunità per ridurre le emissioni o diminuire l’aumento delle emissioni, e ha creato co-benefici sociali e ambientali”. (B.4.2)

Figura SPM.3: Riduzioni dei costi unitari e utilizzo in alcune tecnologie di mitigazione in rapida evoluzione

 

“Il decommissioning e l’utilizzo ridotto delle infrastrutture fossili nel settore energetico, l’adeguamento degli impianti esistenti con cattura e stoccaggio della CO2 (CCS), il passaggio a combustibili a basse emissioni di carbonio e la cancellazione di nuovi impianti a carbone senza CCS sono le principali opzioni che possono contribuire ad allineare le future emissioni di CO2 del settore energetico alle emissioni dei percorsi con minori costi valutato dai modelli a livello globale”. (B.7.2)

 

“Emissioni nette globali di CO2 pari a zero sono raggiunte all’inizio del decennio 2050-2060 negli scenari che limitano il riscaldamento a 1,5 °C (con più del 50% di probabilità) senza sforamento o con sforamento limitato di questa soglia, e intorno ai primi anni del decennio 2070-2080 negli scenari che limitano il riscaldamento a 2°C (con probabilità >67%). Molti di questi scenari sono caratterizzati da emissioni negative di CO2 dopo il punto di zero netto. Questi percorsi includono anche profonde riduzioni delle emissioni di altri gas serra… Il raggiungimento e il mantenimento di emissioni nette zero globali di gas serra si traduce in un graduale calo del riscaldamento globale.” (C2)

 

“Molti percorsi in letteratura limitano il riscaldamento globale a 1,5 °C entro il 2100 (50% di probabilità) con un superamento della temperatura inferiore a 0,1 °C (C.1.2)”

 

“Tutti gli scenari globali che limitano il riscaldamento a 1,5 °C (>50%) senza superamento o superamento limitato, e quelli che limitano il riscaldamento a 2 °C (>67%), comportano riduzioni delle emissioni di gas serra rapide e profonde e nella maggior parte dei casi immediate riduzioni in tutti i settori. Le strategie di mitigazione modellate per ottenere queste riduzioni includono la transizione dall’uso di combustibili fossili senza CCS a fonti di energia a bassissime o zero emissioni di carbonio, come le energie rinnovabili o i combustibili fossili con CCS, misure dal lato della domanda e miglioramento dell’efficienza energetica, riduzione delle emissioni dei gas serra non-CO2 e lo sviluppo di sistemi di rimozione di CO2 (Carbon Dioxide Removal – CDR) per controbilanciare le emissioni residue di gas serra. I percorsi di mitigazione studiati mostrano diverse combinazioni possibili di strategie di mitigazione settoriali coerenti con un determinato livello di riscaldamento.” (C.3)

 

“Negli scenari che raggiungono lo zero netto globale di emissioni di CO2, nel momento in cui si raggiunge lo zero netto le emissioni residue in alcuni settori, paria a 5-16 GtCO2, sono compensate da emissioni nette negative di CO2 in altri settori. Nella maggior parte degli scenari che limitano il riscaldamento a 2 °C (>67%) o a livelli inferiori, il settore delle foreste e del cambio dell’uso del suolo (AFOLU), attraverso il rimboschimento e la riduzione della deforestazione, e il settore della fornitura di energia raggiungono emissioni nette di CO2 pari a zero prima rispetto ai settori dell’edilizia, dell’industria e dei trasporti.” (C.3.3)

 

“Le riduzioni dei costi unitari nelle tecnologie chiave, in particolare l’energia eolica, l’energia solare e lo stoccaggio di energia, hanno aumentato l’attrattiva economica della transizione del settore energetico verso tecnologie a basse emissioni per questo decennio. Il mantenimento di sistemi ad alta intensità di emissioni può, in alcune regioni e settori, essere più costoso della transizione verso sistemi a basse emissioni. Le transizioni del settore energetico verso basse emissioni avranno molteplici vantaggi collaterali, compresi i miglioramenti della qualità dell’aria e della salute. (C.4.2)

 

“I sistemi elettrici alimentati prevalentemente da fonti rinnovabili stanno diventando sempre più praticabili. I sistemi elettrici in alcuni paesi e regioni sono già alimentati prevalentemente da fonti rinnovabili. Più difficile sarà fornire energia rinnovabile all’intero sistema energetico mondiale. Anche se permangono sfide operative, tecnologiche, economiche, normative e sociali, è emersa una varietà di soluzioni sistemiche per permettere di inserire grandi quote di energie rinnovabili nel sistema energetico.” (C.4.3)

 

“Raggiungere emissioni nette di CO2 zero nel settore dell’industria è impegnativo ma possibile” (C.6)

 

“Nelle città, le strategie per ottenere grandi riduzioni delle emissioni di gas serra includono il miglioramento, la riqualificazione o l’adeguamento efficiente del parco edilizio, il riempimento mirato del tessuto urbano e il supporto a trasporti pubblici e non motorizzati (ad esempio pedonalità e mobilità ciclistica)”. (C.6.2)

 

“I veicoli elettrici alimentati da elettricità a basse emissioni offrono il più grande potenziale di decarbonizzazione per il trasporto terrestre, in base al ciclo di vita… Molte strategie di mitigazione nel settore dei trasporti hanno vari vantaggi collaterali, tra cui miglioramenti della qualità dell’aria, benefici per la salute, accesso equo ai servizi di trasporto, riduzione della congestione e minore domanda di materiale.” (C8).

 

“La mitigazione lato domanda comprende i cambiamenti nell’uso delle infrastrutture, nell’adozione delle tecnologie per l’uso finale di energia e cambiamenti socioculturali e comportamentali… Le opzioni di risposta alla mitigazione della domanda sono coerenti con il miglioramento del benessere di base per tutte le persone.” (C.10)

 

“Gli individui con uno status socioeconomico elevato contribuiscono in modo sproporzionato alle emissioni e hanno il più alto potenziale di riduzione delle emissioni, ad esempio come cittadini, investitori, consumatori e professionisti.” (C.10.2)

 

“L’adozione di tecnologie di rimozione di CO2 (CDR) per controbilanciare le emissioni residue difficili da abbattere è inevitabile se si vogliono raggiungere emissioni nette zero di CO2 o emissioni nette zero di gas serra.”  (C.11)

 

“Oltre a riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni, le tecnologie CDR possono svolgere tre diversi ruoli complementari a livello globale o nazionale: ridurre le emissioni nette di CO2 o gas serra nel breve termine; controbilanciare le emissioni residue “difficili da abbattere” (ad es. emissioni dell’agricoltura, dell’aviazione, del trasporto marittimo, dei processi industriali) al fine di contribuire a raggiungere a medio termine emissioni nette zero di CO2 o emissioni nette zero di gas serra; ottenere nel lungo termine emissioni nette negative di CO2 o gas serra, se sviluppate a una scala superiore rispetto alle emissioni residue annue.” (C.11.4)

 

“Le opzioni di mitigazione che costano meno di 100 USD per tonnellata di CO2-eq possono ridurre entro il 2030 le emissioni globali di gas a effetto serra di almeno la metà rispetto ai livelli del 2019.” (C.12)

 

“Considerare l’etica e l’equità può aiutare ad affrontare la distribuzione non uniforme degli impatti negativi associati a 1,5 °C e livelli più elevati di riscaldamento globale, in tutte le società (alta confidenza).” (D.3.4)

 

“Esistono opzioni di mitigazione fattibili da implementare su larga scala nel breve termine. La fattibilità varia a seconda dei settori e delle regioni e in base alle capacità, alla velocità e alla scala di attuazione. Gli ostacoli alla fattibilità dovrebbero essere ridotti o rimossi e le condizioni abilitanti dovrebbero essere rafforzate per implementare opzioni di mitigazione su larga scala. Queste barriere e fattori abilitanti includono fattori geofisici, ambientali-ecologici, tecnologici ed economici, e in particolare fattori istituzionali e socioculturali. Un’azione rafforzata a breve termine oltre gli NDC (annunciati prima della COP26-UNFCCC) può ridurre e/o evitare problemi relativi alla fattibilità a lungo termine dei percorsi globali che limitano il riscaldamento a 1,5 °C senza sforamento o con uno sforamento limitato.” (E.1)

 

“La rimozione dei sussidi ai combustibili fossili ridurrebbe le emissioni, migliorerebbe le entrate pubbliche e il quadro macroeconomico e produrrebbe altri benefici sull’ambiente e lo sviluppo sostenibile; la rimozione delle sovvenzioni ai combustibili fossili può avere impatti distributivi negativi, soprattutto sui gruppi economicamente più vulnerabili, impatti che in alcuni casi possono essere mitigati da misure come la ridistribuzione delle risorse risparmiate, tenendo in considerazioni le circostanze nazionali.” (E.4.2)

 

Figura SPM.7: Panoramica delle opzioni di mitigazione e intervalli stimati dei loro di costi e potenziali di riduzione delle emissioni annue, nel 2030.

  

Per una presentazione del rapporto si suggerisce la conferenza stampa di presentazione dell’IPCC e la presentazione per l’Italia organizzata dal CMCC, il 6/4 alle 11 “Strategie, investimenti, tecnologie e uso del suolo: quali strade per limitare le emissioni di gas serra e contenere i cambiamenti climatici?”.

 

Testo di Stefano Caserini, con contributi di Mario Grosso e Claudio Cassardo

5 responses so far

5 Responses to “Alla ricerca di motivi di speranza nel terzo volume del sesto rapporto IPCC”

  1. Giacomoon Apr 6th 2022 at 19:12

    grazie Stefano e co. per la buona sintesi

    piccola riflessione aggiuntiva

    I rapporti dell’IPCC possono deprimere, se letti come l’atlante delle future sofferenze umane. Ma possono dare speranza, se letti come il libro delle soluzioni, come quel navigatore di cui avevamo bisogno, con tanto mappa, lista di pericoli e percorsi dettagliati. Questo rapporto è un forte invito all’azione: il clima che sperimenteremo in futuro dipende dalle nostre decisioni, ora. Non stanchiamoci di ripeterlo.

    Avendo contribuito, posso testimoniare che il processo IPCC è tra i più efficaci esempi di cooperazione scientifica internazionale. E poi, vedendo durante la plenaria il negoziatore russo esprimere vicinanza a quello ucraino per le difficili condizioni di lavoro, il lavoro degli scienziati IPCC si conferma anche uno straordinario processo di peacekeeping.
    Guerra e cambiamenti climatici, dopotutto, sembrano facce di una stessa medaglia: la difficoltà dell’uomo di far pace con i propri simili e con la natura.

  2. Stefano Caserinion Apr 6th 2022 at 21:27

    Ciao Giacomo
    condivido quanto scrivi.
    Concordo in particolare sull’efficacia del processo, davvero non è facile fare sintesi su certi argomenti, e diverse figure del Sommario per i decisori politici sono davvero molto ben fatte e utili

  3. […] globale, come una delle tante soluzioni per affrontare la crisi climatica. (Trovate un riassunto qui, sul blog Climalteranti gestito dai climatologi […]

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