Un altro caso di doping
Ha suscitato molto clamore nelle settimane passate il caso di un atleta che in vista delle gare olimpiche di Londra2012 ha assunto sostanze dopanti. La vicenda è semplice: sono state fatte delle misure che hanno mostrato nel sistema sanguigno dell’atleta la presenza di sostanze di cui la scienza medica ha dimostrato l’effetto dopante.
L’atteggiamento di tutti i commentatori è stato di riprovazione, più o meno indignata: per vincere le gare, o magari per stabilire dei record, non è ammesso assumere sostanze in grado di alterare le normali prestazioni. Non solo perché non è sportivo, ma perché queste sostanze sono pericolose, dannosi per gli stessi atleti. Epo, steroidi, anabolizzanti, ecc. ti possono fare ottenere dei risultati clamorosi, ma hanno tanti altri effetti collaterali negativi.
Nella stessa estate dell’olimpiade, è risultato ancora più evidente un altro caso di doping, quello del sistema climatico. Il clima ha infatti stabilito nuovi record, in particolare nelle discipline: temperature e siccità. È stata
misurata in modo rigoroso l’assunzione anomala di alcune sostanze dopanti: la principale è la CO2, ma ce ne sono anche altre, alcune più efficaci nel breve termine, altre nel medio e lungo termine. L’effetto dopante delle sostanze è noto alla scienza da più di un secolo, seppur la serietà della minaccia al clima del pianeta è stata riconosciuta ufficialmente negli anni ’90 del secolo scorso. Il caso del doping del clima non suscita molta attenzione, e ancora meno riprovazione. Addirittura, nonostante le statistiche sempre più chiare sulla quantità di record che vengono battuti, ci sono ancora persone che si rifiutano di considerare l’ipotesi del clima dopato. (altro…) Candidati Premio “A qualcuno piace caldo 2011”
La pausa della vacanze estive è per Climalteranti il momento per valutare i candidati all’ormai tradizionale Premio “A qualcuno piace caldo”, assegnato “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione”.
Come tutti gli anni, la proclamazione del vincitore, che sarà scelto dal Comitato Scientifico, avverrà il giorno in cui il ghiaccio marino artico raggiunge la sua estensione minima.
Per il 2011, la lista dei candidati è breve. A differenza degli anni precedenti (2008, 2009, 2010), nel 2011 il discorso negazionista sui cambiamenti climatici si è affievolito parecchio, ha perso smalto, verve, spazio sui quotidiani e in televisione. La sua incidenza nel dibattito scientifico è ormai nulla, l’influenza nel dibattito politico si è ridotta molto, anche in Italia.
Su la Stampa, Il Corriere della Sera o Il Sole-24Ore nel 2011 sono di fatto scomparse, o ridotte a singoli casi sporadici, le voci che un tempo periodicamente rilanciavano i dubbi sulla solidità della scienza del clima.
Stessa cosa è successa sulle riviste generaliste e nella letteratura grigia. Ormai le voci negazioniste sono asserragliate in qualche blog.
Tutto questo, naturalmente, non può che essere motivo di soddisfazione. (altro…)
RIO+20, sicurezza alimentare e cambiamento climatico
“Il futuro che vogliamo” ci ricorda che il cambiamento climatico influenza la produzione agricola nei climi temperati, mettendo a rischio la sicurezza alimentare di milioni di persone, ma non delinea obiettivi ne strategie vincolanti per gli stati.
Green Economy, sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile sono stati i temi chiave del Summit Rio +20, conclusosi una settimana fa in modo, a detta di molti, deludente. In effetti il documento finale “il futuro che vogliamo” è una raccolta di posizioni di principio, senza apparenti proposte concrete, né obiettivi ben definiti. Alcuni aspetti positivi si possono però evidenziare. Come ha fatto notare anche il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, per la prima volta in un documento ONU si è introdotto il concetto di green economy come strumento per contrastare la povertà. Questo rappresenta sicuramente un passo avanti verso uno sviluppo sociale ed economico più sostenibile. Mai come in questi ultimi anni si è avvertita infatti l’urgenza ridefinire le basi del nostro modello di crescita economica. Molte piccole comunità e aziende si stanno muovendo in questo senso, come ha mostrato la forte partecipazione al People’s Summit, il controvertice tenutosi sulle spiagge di Flamenco. La transizione verso una economia verde è un processo necessario per contrastare il rapido degrado dei nostri ecosistemi e delle risorse naturali. (altro…)
Green Economy, sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile sono stati i temi chiave del Summit Rio +20, conclusosi una settimana fa in modo, a detta di molti, deludente. In effetti il documento finale “il futuro che vogliamo” è una raccolta di posizioni di principio, senza apparenti proposte concrete, né obiettivi ben definiti. Alcuni aspetti positivi si possono però evidenziare. Come ha fatto notare anche il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, per la prima volta in un documento ONU si è introdotto il concetto di green economy come strumento per contrastare la povertà. Questo rappresenta sicuramente un passo avanti verso uno sviluppo sociale ed economico più sostenibile. Mai come in questi ultimi anni si è avvertita infatti l’urgenza ridefinire le basi del nostro modello di crescita economica. Molte piccole comunità e aziende si stanno muovendo in questo senso, come ha mostrato la forte partecipazione al People’s Summit, il controvertice tenutosi sulle spiagge di Flamenco. La transizione verso una economia verde è un processo necessario per contrastare il rapido degrado dei nostri ecosistemi e delle risorse naturali. (altro…) La casa brucia e noi pensiamo al portafoglio perso
Un articolo di Carlo Rovelli pubblicato sul Sole24ore dell’1 luglio spiega in modo molto chiaro perché è necessario occuparsi dei cambiamenti climatici, nonostante il Summit sulla Terra delle Nazioni Unite, a Rio de Janeiro abbia ricevuto poca attenzione in Italia.
Se avete perso il portafoglio, è buona norma dedicare tutta l’attenzione a cercarlo subito. Ma se mentre lo cercate venite a sapere che il quartiere dove abitate sta bruciando, e voi ignorate la cosa e continuate a occuparvi solo del portafoglio, allora state facendo una sciocchezza. Siamo sicuri che non stiamo commettendo la stessa sciocchezza?
Fuori di metafora, i problemi finanziari ed economici a cui stanno facendo fronte il nostro paese, l’Europa, e tutto l'Occidente, sono problemi seri, dall’esito dei quali potrebbe dipendere parte del nostro benessere. Ma se guardiamo un po’ più il là, ci sono problemi più gravi, dai quali potrebbe dipendere molto di più. Presi dal portafoglio, li stiamo trascurando, e stiamo commettendo un errore grave.
Di questi problemi si è parlato a lungo la settimana scorsa a Rio de Janeiro, nel grande Summit internazionale delle Nazioni Unite dedicato ai problemi del pianeta Terra, la nostra casa comune. Fra i vari problemi, quello più grave e più urgente è il riscaldamento del pianeta, esacerbato dalla massiccia e crescente immissione di anidride carbonica nell’atmosfera, che ha già portato cambiamenti climatici e che avremmo modo di combattere, se vi fosse la volontà politica di farlo. Se n’è parlato poco in Italia, presi come siamo dal terremoto, dalla crisi economica e soprattutto dal calcio. E purtroppo, la nostra risposta globale come paese a questi problemi è stata: mi spiace, devo occuparmi del portafoglio. (altro…)
Se avete perso il portafoglio, è buona norma dedicare tutta l’attenzione a cercarlo subito. Ma se mentre lo cercate venite a sapere che il quartiere dove abitate sta bruciando, e voi ignorate la cosa e continuate a occuparvi solo del portafoglio, allora state facendo una sciocchezza. Siamo sicuri che non stiamo commettendo la stessa sciocchezza?
Fuori di metafora, i problemi finanziari ed economici a cui stanno facendo fronte il nostro paese, l’Europa, e tutto l'Occidente, sono problemi seri, dall’esito dei quali potrebbe dipendere parte del nostro benessere. Ma se guardiamo un po’ più il là, ci sono problemi più gravi, dai quali potrebbe dipendere molto di più. Presi dal portafoglio, li stiamo trascurando, e stiamo commettendo un errore grave.
Di questi problemi si è parlato a lungo la settimana scorsa a Rio de Janeiro, nel grande Summit internazionale delle Nazioni Unite dedicato ai problemi del pianeta Terra, la nostra casa comune. Fra i vari problemi, quello più grave e più urgente è il riscaldamento del pianeta, esacerbato dalla massiccia e crescente immissione di anidride carbonica nell’atmosfera, che ha già portato cambiamenti climatici e che avremmo modo di combattere, se vi fosse la volontà politica di farlo. Se n’è parlato poco in Italia, presi come siamo dal terremoto, dalla crisi economica e soprattutto dal calcio. E purtroppo, la nostra risposta globale come paese a questi problemi è stata: mi spiace, devo occuparmi del portafoglio. (altro…) Quando il meteorologo sbaglia sul riscaldamento globale
Il 6 giugno 2012, nell’ambito del Convegno “Difesa del suolo-Irrigazione Territorio- Ambiente – Paesaggio” che ha avuto luogo nel Palazzo Lombardia di Milano, il meteorologo Mario Giuliacci ha trattato il tema “L’acqua e il clima: cambiamenti, alluvioni, siccità”.
L’intervento ha destato la meraviglia di diversi spettatori, che hanno segnalato la presenza di tesi tipiche del negazionismo climatico, ad esempio che il riscaldamento globale si è arrestato dal 2005 a causa delle forzanti naturali (macchie solari, oscillazione delle temperatura degli oceani), che incideranno anche per il prossimo decennio. Nessun accenno alle cause antropiche (l’aumento dei gas climalteranti nell’atmosfera), se non per un breve cenno all’esistenza di "talebani" del clima. (altro…) Anche i ghiacciai del Caucaso sono in rapido ritiro
La seconda spedizione del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai” conferma gravissime perdite di massa per i ghiacciai del Caucaso meridionale legate ai cambiamenti climatici
Nell’inesplorato Caucaso alberi al posto del ghiaccio. Fitti boschi sono cresciuti là dove si estendevano gigantesche lingue glaciali, delineando una demarcazione molto netta tra passato e presente. Le più importanti contrazioni sono avvenute soprattutto negli ultimi 50 anni, nella superficie e nella lunghezza dei ghiacciai e sono riscontrabili solo attraverso indagini fotografiche e scientifiche molto accurate. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati scientifici e delle fotografie di confronto, frutto di oltre sei mesi di lavoro, al ritorno dalla seconda spedizione del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai”, svoltasi la scorsa estate nella catena montuosa del Caucaso, nella regione della Svanezia (Georgia) e sulla quale è stato anche realizzato un documentario.
Foto antica: 1890 Vittorio Sella - © Fondazione Sella
Foto moderna: 2011 Fabiano Ventura - © Archivio F. Ventura
Panorama sui colossi del Caucaso: il monte Tetnuldi (4853m) e il monte Skhara (5200m). Dal confronto fra le due fotografie, effettuate a 121 anni di distanza, si osserva con chiarezza il ritiro lineare delle fronti dei due grandi ghiacciai Adishi e Khalde.
“Sulle tracce dei ghiacciai” è un progetto da me ideato, e che ho realizzato riunendo un team di scienziati, fotografi e alpinisti e ripercorrendo in 6 spedizioni le catene montuose più significative del Pianeta, studiando gli effetti dei cambiamenti climatici coniugando la comparazione fotografica e la ricerca scientifica sul campo. Ogni spedizione prevede infatti un confronto fotografico in alta qualità tra le immagini storiche e quelle attuali, ritratte dallo stesso punto geografico, nonché la raccolta di dati sul campo e la loro successiva analisi in laboratorio. Sull’argomento è stato pubblicato un lungo articolo sul sito italiano del National Geographic, e un precedente post su Climalteranti. (altro…) UNFCCC a Bonn: negoziato debole e noioso
I negoziati UNFCCC svolti a Bonn, ignorati dai mezzi di informazione nazionali, non hanno portato a risultati significativi, mentre le emissioni di CO2 continuano ad aumentare.
Sul tema dei cambiamenti climatico, cresce ancora il divario tra ciò che dovrebbe essere fatto e le azioni intraprese in diversi paesi e a livello internazionale.
Ciò è emerso in modo palese ai lavori del round negoziale dell’UNFCCC, a Bonn, in Germania, dal 14 al 25 maggio.
Il livello di consapevolezza sulla crisi climatica continua a crescere in tutto il mondo, così come la percezione del legame esistente con l’incremento in numero e magnitudo di eventi meteo estremi.
Queste percezioni sono concretamente supportate da un crescente numero di evidenze scientifiche, a partire dalla conferma dell’innalzamento del livello di CO2 in atmosfera. Solo pochi giorni fa l’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ha pubblicato i propri dati ufficiali relativi alle emissioni di CO2 del 2011 legate all’utilizzo di combustibili fossili relativi. Si riscontra un nuovo record, che incrementa del 3,2% quello che aveva già contraddistinto il 2010. Nel 2011 le emissioni globali di CO2 da combustibili fossili sono state pari a 31,6 Gt (miliardi di tonellate),1 in più del 2010. (altro…)
Sul tema dei cambiamenti climatico, cresce ancora il divario tra ciò che dovrebbe essere fatto e le azioni intraprese in diversi paesi e a livello internazionale.
Ciò è emerso in modo palese ai lavori del round negoziale dell’UNFCCC, a Bonn, in Germania, dal 14 al 25 maggio.
Il livello di consapevolezza sulla crisi climatica continua a crescere in tutto il mondo, così come la percezione del legame esistente con l’incremento in numero e magnitudo di eventi meteo estremi.
Queste percezioni sono concretamente supportate da un crescente numero di evidenze scientifiche, a partire dalla conferma dell’innalzamento del livello di CO2 in atmosfera. Solo pochi giorni fa l’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ha pubblicato i propri dati ufficiali relativi alle emissioni di CO2 del 2011 legate all’utilizzo di combustibili fossili relativi. Si riscontra un nuovo record, che incrementa del 3,2% quello che aveva già contraddistinto il 2010. Nel 2011 le emissioni globali di CO2 da combustibili fossili sono state pari a 31,6 Gt (miliardi di tonellate),1 in più del 2010. (altro…) L’imbroglionica e lo scetticismo necessario
Il caso della presunta scoperta dell’energia piezonucleare mostra l’importanza di distinguere l’imbroglionica dalla ricerca seria di nuove fonti di energia necessarie per limitare il surriscaldamento globale.
Sta facendo un po’ discutere nel mondo scientifico la vicenda della presunta scoperta e implementazione dell’energia nucleare piezoelettrica.
In sintesi, alcuni ricercatori hanno sostenuto, anche in un articolo scientifico, di aver trovato un modo per produrre energia senza radiazioni né scorie, una specie di fusione fredda. Cosa che farebbe felici molti, in particolare quanti si occupano dei danni che la principale fra le attuali fonti energetiche, i combustibili fossili, sta causando al clima del pianeta.
In realtà se si approfondisce, se si leggono le forti obiezioni pubblicate dagli scienziati o il quadro generale spiegato da Sylvie Coyaud, con le modalità delle richieste di investimenti di fondi pubblici per validare la scoperta stessa, lo scetticismo è necessario.
La vicenda dell’energia piezonucleare ha molti aspetti in comune con tanti altri casi, che hanno riguardato anche il tema dei cambiamenti climatici. Casi di tesi deboli, se non strampalate, che hanno ottenuto notorietà per un breve periodo per finire poi cestinate senza appello. A volte per imperizia dei proponenti, altre per la ricerca di visibilità che da il cantare fuori dal coro, altre ancora per interessi meno trasparenti. (altro…)
Sta facendo un po’ discutere nel mondo scientifico la vicenda della presunta scoperta e implementazione dell’energia nucleare piezoelettrica.
In sintesi, alcuni ricercatori hanno sostenuto, anche in un articolo scientifico, di aver trovato un modo per produrre energia senza radiazioni né scorie, una specie di fusione fredda. Cosa che farebbe felici molti, in particolare quanti si occupano dei danni che la principale fra le attuali fonti energetiche, i combustibili fossili, sta causando al clima del pianeta.
In realtà se si approfondisce, se si leggono le forti obiezioni pubblicate dagli scienziati o il quadro generale spiegato da Sylvie Coyaud, con le modalità delle richieste di investimenti di fondi pubblici per validare la scoperta stessa, lo scetticismo è necessario.
La vicenda dell’energia piezonucleare ha molti aspetti in comune con tanti altri casi, che hanno riguardato anche il tema dei cambiamenti climatici. Casi di tesi deboli, se non strampalate, che hanno ottenuto notorietà per un breve periodo per finire poi cestinate senza appello. A volte per imperizia dei proponenti, altre per la ricerca di visibilità che da il cantare fuori dal coro, altre ancora per interessi meno trasparenti. (altro…) Dalle azioni individuali di mitigazione un contributo per il clima?
Per ridurre le emissioni di gas erra e vivere meglio, un libro con 101 ricette d’azione individuale e familiare. Ma se le cose da fare sono chiare, come far sì che facciano la differenza?
La tentazione di intraprendere azioni dirette a livello individuale e familiare è fortissima. Chi sente arrivare i cambiamenti climatici e si pone il problema di dare un contributo, per quanto piccolo, ma preciso e personale, oggi dispone di un’ampia letteratura che elenca le tante cose che si possono intraprendere. In essa spicca il libro di Lorena Lombroso e Simona Pareschi “Dipende da te: 101 cose da fare” che presenta in pillole un gran numero di gesti che possono aiutare a costruire un ambiente a misura d’uomo, favorendo concretamente la sostenibilità e la riduzione delle emissioni climalteranti.
Suddiviso in 11 parti, il testo aiuta in scelte quotidiane ed azioni semplici, capaci ciascuna di dare un contributo concreto e una spinta simbolica per un mondo migliore. Simpaticamente illustrato da Matteo Zanfi e col solido sostegno scientifico di Luca Lombroso, il libro accompagna il lettore protagonista del cambiamento a fare azioni nel suo ambito di dominio diretto: la casa, la tavolo, l’orto, la scuola e l’ufficio (ed il luogo di lavoro in senso lato). Ovunque andiamo, siamo chiamati a fare delle scelte. Prendere quelle che aiutano l’ambiente può diventare il filo rosso che, come mostra il libro, le unisce tutte, senza peraltro complicarci troppo la vita.
Il bello del libro è che sono tutte cose fattibili, alla portata di ciascuno, in ambiti che privatamente può e deve gestire. Sono le scelte di consumo (che poi trainano chi vende e lo spingono a rifornirsi dai produttori “giusti”); sono le scelte di trasporto, di mobilità, di comunicazione (da Internet alla fotografia digitale) – in una parola sono scelte di vita. Quelle sulle quali siamo bombardati di pubblicità e che rischiano di minare la nostra sostenibilità… finanziaria! (altro…)
La tentazione di intraprendere azioni dirette a livello individuale e familiare è fortissima. Chi sente arrivare i cambiamenti climatici e si pone il problema di dare un contributo, per quanto piccolo, ma preciso e personale, oggi dispone di un’ampia letteratura che elenca le tante cose che si possono intraprendere. In essa spicca il libro di Lorena Lombroso e Simona Pareschi “Dipende da te: 101 cose da fare” che presenta in pillole un gran numero di gesti che possono aiutare a costruire un ambiente a misura d’uomo, favorendo concretamente la sostenibilità e la riduzione delle emissioni climalteranti.
Suddiviso in 11 parti, il testo aiuta in scelte quotidiane ed azioni semplici, capaci ciascuna di dare un contributo concreto e una spinta simbolica per un mondo migliore. Simpaticamente illustrato da Matteo Zanfi e col solido sostegno scientifico di Luca Lombroso, il libro accompagna il lettore protagonista del cambiamento a fare azioni nel suo ambito di dominio diretto: la casa, la tavolo, l’orto, la scuola e l’ufficio (ed il luogo di lavoro in senso lato). Ovunque andiamo, siamo chiamati a fare delle scelte. Prendere quelle che aiutano l’ambiente può diventare il filo rosso che, come mostra il libro, le unisce tutte, senza peraltro complicarci troppo la vita.
Il bello del libro è che sono tutte cose fattibili, alla portata di ciascuno, in ambiti che privatamente può e deve gestire. Sono le scelte di consumo (che poi trainano chi vende e lo spingono a rifornirsi dai produttori “giusti”); sono le scelte di trasporto, di mobilità, di comunicazione (da Internet alla fotografia digitale) – in una parola sono scelte di vita. Quelle sulle quali siamo bombardati di pubblicità e che rischiano di minare la nostra sostenibilità… finanziaria! (altro…) Il clima fra Italia e Corea
Il prossimo 22 maggio si svolgerà a Seoul, presso la Ewha Womans University (chi vuole saperne di più sulle università femminili in Corea, legga qui), il Korea-Italy Symposium on Global Climate Change, organizzato congiuntamente dall’ Ufficio di Scienza e Tecnologia dell’Ambasciata Italiana in Corea, diretto dal Dr. Antonino Tata,e dalla sopraccitata università. L’edizione del 2012 fa seguito ad altre due iniziative analoghe svoltesi nel 2007 a Seoul e l’anno successivo a Torino.
Un gruppo di studiosi coreani e italiani discuteranno congiuntamente la questione del cambiamento climatico globale, da un punto di vista multidisciplinare, in modo da offrire un'istantanea delle percezioni coreane e italiane su come il cambiamento climatico stia interessando entrambi i Paesi. Nello stesso tempo, si tenterà di valutare gli sforzi e le azioni intrapresi dai due paesi nel quadro dei programmi del Protocollo di post-2012/Kyoto.
La partecipazione italiana prevede tre membri del comitato scientifico di Climalteranti.it: Alessio Bellucci, Stefano Caserini e Claudio Cassardo.
Alessio Bellucci terrà una relazione sulle proiezioni climatiche su scale decennali. Stefano Caserini illustrerà l’utilizzo degli inventari emissioni per identificare sinergie e punti di conflitto nelle politiche sul clima e sulla qualità dell’aria, di cui si dirà in prossimi post.
Claudio Cassardo presenterà una comunicazione dal titolo “La variabilità climatica e il bilancio energetico/idrologico: il caso delle Alpi”, in seguito brevemente riassunta. (altro…)
Una risposta a Beppe Severgnini: non c’è la libertà di disinformare
Sulla rubrica “Italians” del Corriere della Sera, Beppe Severgnini ha sostenuto in risposta alla lettrice Sara Milanesi la necessità di pubblicare tutte le opinioni, anche quelle che negano la scienza del clima. Pubblichiamo la replica di Paolo Gabrielli, in cui si spiega come la libertà d’opinione non dovrebbe essere confusa con la libertà di disinformare. Lettera di Sara Milanesi Caro Beppe, che vergogna che pubblichiate lettere disinformanti come “Global Warming: e l’alto Medioevo?” di mercoledì 16 ottobre senza neppure...
Un delirio a Otto e mezzo: altri record per il Prof. Battaglia
Nella puntata di Otto e mezzo del 28 settembre, il presunto esperto Prof. Franco Battaglia è riuscito a proferire 24 fra falsità e dati sbagliati sul tema dei cambiamenti climatici nei suoi 11 interventi durati in tutto 10’33”. In media, un errore ogni 26 secondi. Ogni volta che prende la parola in media riesce a dire almeno due cose sbagliate. Abbiamo scritto una lettera alla conduttrice. È stata inoltre creata su Change.org una petizione “Cambiamenti climatici: nessuno spazio per posizioni...
Premio “A qualcuno piace caldo” 2018
Il raggiungimento dell’estensione minima dei ghiacci artici è tradizionalmente l’occasione per assegnare il Premio “A qualcuno piace caldo”, “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione”. Come per l’anno 2017, in cui il premio non è stato assegnato, per l’anno 2018 i membri del Comitato Scientifico di Climalteranti non hanno trovato negli interventi sui principali quotidiani...
Buona settimana per il clima e buon #climatestrike
Dal 23 al 27 settembre si tiene a New York la Settimana per il clima 2019, un appuntamento di grande importanza per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico e per l’aumento degli impegni concreti di riduzione delle emissioni di gas serra. La fitta agenda di appuntamenti riguarda molti aspetti, come si vede dalle 11 categorie in cui sono stati suddivisi gli eventi: Youth & Climate Activism Energy Transition Industry Transition Clean Transport, Buildings and Infrastructure Food, Land and Nature...
Introdurre un prezzo minimo sulle emissioni climalteranti: una Iniziativa dei Cittadini Europei
Climalteranti invita ad aderire a un’iniziativa a scala europea per assegnare un costo maggiore alla CO2 scaricata in atmosfera L’Iniziativa dei Cittadini Europei “A price for carbon to fight climate change” è stata recentemente dichiarata ammissibile dalla Commissione Europea. A breve prenderà avvio la raccolta delle firme necessarie a sottoporre la proposta al Parlamento Europeo. Le firme devono raggiungere la quota di un milione in sette diversi Paesi europei. A quel punto, la proposta contenuta nell’Iniziativa dei Cittadini Europei...
Record di caldo e prime “mobilitazioni climatiche” sindacali in Italia
Durante un’estate rovente in gran parte dell’Europa, in Italia sono avvenuti i primi scioperi contro condizioni di lavoro insostenibili per via delle ondate di calore, rese più frequenti e intense dal riscaldamento globale. Simone Casadei, Sylvie Coyaud, Mario Grosso, Stefano Caserini, Federico Antognazza
Alcune letture per le vacanze
Traduzione in italiano del SPM dello Special Report IPCC su 1.5°C È stata pubblicata dalla Società Italiana per la scienza del clima la traduzione in italiano del Sommario per i decisori politici del Rapporto speciale dell’IPCC su 1,5°C di riscaldamento globale. Suggeriamo la lettura, è davvero molto ben fatto, si scarica direttamente qui. E per chi vuole approfondire, qui si trovano tutti i capitoli del Rapporto. Articoli scientifici Sul Nature e su Nature Geoscience, tre importanti studi di paleoclimatologia...
Piantare alberi può salvare il clima?
Pubblichiamo la traduzione del post di Stefan Rahmstorf su Realclimate, su un tema che ha fatto recentemente molto discutere Di recente i media si sono occupati di un nuovo studio pubblicato da ricercatori dell’ETH di Zurigo (Bastin et al. 2019). I ricercatori si sono chiesti quanto carbonio potremmo sequestrare piantando alberi in tutto il mondo laddove i terreni non sono già destinati all’agricoltura o alle città. Dall’aria le foglie degli alberi estraggono carbonio sotto forma di anidride carbonica –...
Quattro mozioni per agire contro i cambiamenti climatici
Il 5 giugno 2019 sono state discusse in Senato quattro mozioni sul tema dei cambiamenti climatici. Per chi ricorda i passi falsi dei senatori italiani su questo tema (nel 2009, nel 2010 e nel 2014) è sicuramente una buona notizia che tutte e quattro le mozioni presentate non contenevano alcun accenno a posizioni negazioniste. Al contrario, proponevano impegni chiari ad agire per contrastare il cambiamento climatico. Due di queste mozioni impegnavano anche a dichiarare “lo stato di emergenza climatica”. Sono...
Il riscaldamento globale è di origine antropica
Pubblichiamo la lettera aperta, iniziata da Roberto Buizza il 3 luglio 2019, e al 7 10 luglio * firmata da 205 300 persone di scienza e cultura, tra cui moltissimi esperti di fisica del sistema Terra e del clima, e supportata e firmata da SISC, la Società Italiana Scienze del Clima. Al Presidente della Repubblica Al Presidente del Senato Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Consiglio dei Ministri 7 luglio 2019 IL RISCALDAMENTO GLOBALE È DI...