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Archive for Febbraio, 2021

Non scommettere sul clima contro il banco

Pubblichiamo la traduzione del post di Gavin Schmidt su Realclimate “Don’t climate bet against the house”, che contiene utili suggerimenti per chi non crede alla realtà del surriscaldamento globale, o  per chi ritiene che gli scienziati siano troppo ottimisti.

 

Qualche decennio fa (mi pare) quando era forse ancora possibile essere onestamente in disaccordo sull’attribuzione dei trend climatici odierni, James Annan scrisse qui un post che spiegava la teoria e la pratica delle “Scommesse climatiche”, al quale seguì una raffica di scommesse sul proseguimento del riscaldamento globale (un riassunto delle sue scommesse e dei suoi tentativi di organizzarne altre si trova qui).

Tra le prime, la più famosa è probabilmente quella di $100 tra Hugh Ellsaesser e Jim Hansen, nel 1989, sulla possibilità di un nuovo record di temperatura nei tre anni successivi. Il record si verificò l’anno dopo, nel 1990, ed Ellsaesser dovette pagare il dovuto nel gennaio del 1991 (Kerr, 1991).

Le scommesse più recenti sono state però più sostanziose.

William Connolley (uno dei primi collaboratori di Realclimate) era anche un avido scommettitore, e vinse spesso scommesse basate sulle più avventate previsioni del collasso del ghiaccio marino. Il conteggio delle sue vittorie (ottenuto grazie alla previsione dei trend lineari del ghiaccio marino estivo) rimaneva in contrasto con alcune estrapolazioni abbastanza fantasiose. Una scommessa vincente (contro nientemeno che Joe Romm, e insieme a James Annan e Brian Schmidt), riguardava il momento in cui l’Artico sarebbe rimasto essenzialmente “senza ghiaccio”; William scommise “non ancora”, ossia contro le tesi di un collasso molto a brevissimo termine. Vinse, ma questa scommessa non è ancora stata pagata. Continue Reading »

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I negoziati sul clima, un libro per capirne dinamiche e futuro

La crisi climatica in atto rende fondamentale la definizione di risposte ampie, rapide e incisive. Un simile obiettivo è raggiungibile esclusivamente attraverso una collaborazione globale, che dal 1995 si fonda sugli incontri annuali delle “Conferenze delle Parti” (COP) all’interno della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC).

 

Ho avuto modo di partecipare come delegato alla mia prima COP nel 2011 (a Durban, in Sud Africa) e sin dal primo giorno mi risultò chiara la carenza di notizie in Italia rispetto a quanto stesse avvenendo, nonostante il ruolo essenziale del processo nel definire in quale direzione si sarebbe mosso il mondo negli anni a venire. In seguito a tale esperienza, negli anni seguenti ho potuto partecipare a tutte le COP e a molti dei negoziati intermedi, dapprima come osservatore ed in seguito come membro del gruppo esperti di Italia e UE. L’ultimo di questi appuntamenti è stata la COP25 di Madrid, nel dicembre 2019, poco prima che il mondo fosse travolto dalla pandemia (e svoltasi presso la stessa “Fiera” che, nel giro di tre mesi, sarebbe stata riconvertita in un enorme ospedale per accogliere i contagiati dal Covid-19).

 

Negli ultimi anni, mentre gradualmente il tema dei negoziati multilaterali sul clima ha assunto un ruolo crescente a livello internazionale, suscitando un interesse sempre Continue Reading »

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Gli “uomini di scienza” che negano l’origine antropica del riscaldamento globale si occupano raramente di clima

Un’indagine bibliometrica recentemente pubblicata mostra come, nonostante l’assidua presenza mediatica, i promotori e firmatari delle petizioni che negano l’origine antropica del riscaldamento globale sono generalmente autori di un numero estremamente basso di pubblicazioni nel settore della climatologia; una produzione scientifica che nel complesso può essere considerata irrisoria rispetto all’enorme lavoro condotto dagli scienziati del clima negli ultimi 10 anni.

 

Nel giugno 2019, 91 persone autodefinitesi “uomini di scienza” (8 promotori e 83 sostenitori, fra cui 10 donne), hanno sottoscritto ed inviato una petizione contro l’origine antropica dei cambiamenti climatici al Presidente della Repubblica, della Camera e del Senato e al Consiglio dei ministri italiano. La petizione è stata resa pubblica nel maggio 2019 sul sito dell’Associazione di Scienziati e Tecnologi per la Ricerca Italiana (ASTRI). Nel testo viene negata sia l’origine antropica del cambiamento climatico sia la necessità di urgenti contromisure, e si invitano i politici a non aderire “a politiche di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in atmosfera con l’illusoria pretesa di governare il clima”. Tuttavia, i contenuti della petizione non sono di produzione interamente autoctona. Infatti, sono state riprese alcune tesi della “Petizione Oregon” lanciata in USA nel 1998 e nuovamente nel 2007, la prima a chiedere a un governo di ignorare le ricerche sul clima che aveva commissionato. Queste stesse tesi erano già state utilizzate da una precedente iniziativa statunitense, la Dichiarazione di Lipsia del novembre 1995.

Le stesse tesi – e gli stessi firmatari della petizione italiana – si ritrovano nella “Dichiarazione europea sul clima – Non c’è emergenza climatica” (in seguito diventata una “Dichiarazione Mondiale”), inviata nel settembre del 2019 al Segretario generale dell’ONU e alla Segretaria generale dell’UNFCCC, nonché ai governi europei. Mentre l’originale petizione italiana è stata sostanzialmente ignorata dai mezzi di informazione in Italia e all’estero, l’iniziativa europea è stata ripresa dai media locali e globali, inclusi ABC in Australia, The Washington Times negli Stati Uniti, The Times in Inghilterra, CBC in Canada ed altri. Continue Reading »

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