ConvegniPsicologiaSociologia

Perché così tardi? Perché così lenti?

È indubbio che abbiamo accumulato un grave ritardo nell’affrontare la crisi climatica. Gli obiettivi oggi messi in campo, le riduzioni drastiche previste per i prossimi tre decenni, derivano da questo ritardo, dall’incremento delle emissioni globali di gas climalteranti avvenuto negli scorsi decenni.

Non si è però discusso abbastanza sui motivi profondi di questo ritardo. Su questo blog abbiamo cercato di contrastare la disinformazione sul tema del cambiamento climatico, abbiamo discusso del ruolo dei mercanti di dubbi.

Ma è sicuramente necessario approfondire le dinamiche psico-sociali che sono alla base dei comportamenti quotidiani delle persone, delle aziende, dei decisori politici. Sono infatti gli individui e le comunità, con i loro stili di vita e le loro scelte di consumo, i destinatari finali delle produzioni che determinano emissioni climalteranti, nonché i soggetti attivi delle possibili azioni di mitigazione e adattamento. E sono altresì i soggetti che devono decidere con il loro voto e altre forme di azione politica il supporto ai decisori che a livelli più alti influiscono sull’implementazione delle azioni di contrasto alla crisi climatica

Di questo si occuperà il workshop “PERCHÉ COSÌ TARDI? PERCHÉ COSÌ LENTI? Aspetti psico-sociali nel ritardo alla lotta ai cambiamenti climatici.  Dai comportamenti quotidiani alle azioni collettive”, organizzato dal Gruppo di lavoro “Cambiamenti climatici” della rete delle Università per lo sviluppo sostenibile, che si svolgerà online il giorno 17 giugno 2021 (accedere a questa pagina per iscriversi partecipare - l’evento è gratuito).
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Ghiaccilivello del mareProiezioniTraduzioni

Perché le proiezioni del futuro aumento del livello del mare sono ancora così incerte?

Pubblichiamo la traduzione del post Why is future sea level rise still so uncertain? pubblicato da Gavin Schmidt su Realclimate, su un tema di grandissimo interesse scientifico – e non solo.

 

Tre nuovi articoli scientifici nelle ultime due settimane hanno proposto tesi diverse sull'aumento del livello del mare causato dalla perdita di ghiaccio in Antartide occidentale, indicando aumenti maggiori o minori di quanto si sarebbe potuto pensare in precedenza, e con più o meno sicurezza. Ognuno di questi articoli ha i suoi perché, ma chiunque cerchi di trarre un quadro coerente da tutto questo lavoro rimarrà deluso. Per capirne il motivo, è innanzitutto necessario chiarire perché prevedere l'aumento del livello del mare sia così difficile: abbiamo fatto molta strada, ma tanta ne dobbiamo ancora fare.

Ecco una lista di fattori che influenzeranno il futuro livello del mare a scala regionale (in ordine approssimativo di importanza):

  • perdita di massa glaciale dall'Antartide occidentale
  • perdita di massa glaciale dalla Groenlandia
  • espansione termica dell'oceano
  • fusione dei ghiacciai montani
  • effetti gravitazionali, rotazionali e deformativi (GRD)
  • cambiamenti nella circolazione oceanica
  • effetti sterici (acqua dolce/salinità)
  • estrazione di acqua freatica
  • costruzione e riempimento di serbatoi artificiali (es. dighe)
  • cambiamenti nella pressione atmosferica e nei venti.

Inoltre, i rischi di inondazione costiera dipendono anche da:

  • movimenti tettonici/isostatici del terreno
  • subsidenza locale
  • idrologia locale
  • mareggiate
  •  

Non è immediato capire perché alcuni degli aspetti più rilevanti sopra riportati siano così difficili da inquadrare. Lo spiegheremo più avanti… (altro…)

EmissioniforesteInventario emissioniLULUCF

Una “Stele di Rosetta” per valutare i progressi sull’assorbimento di CO2 dalle foreste

L’obiettivo dell’accordo di Parigi - mantenere l’aumento delle temperature medie globali ben al di sotto dei 2oC - richiede ai paesi di raggiungere globalmente un equilibrio tra emissioni ed assorbimenti “antropogenici” di gas serra (emissioni nette pari a zero). I progressi fatti verranno monitorati ogni cinque anni nell’ambito di un meccanismo chiamato “Global Stocktake”, dove la somma delle emissioni globali dei paesi (inclusi gli impegni di riduzione futuri) sarà confrontata con quello che la scienza indica come necessario per restare entro i 2oC. La differenza dovrebbe poi stimolare i paesi a prendere impegni di riduzione più ambiziosi (Figura 1)

Figura 1. Il “Global stocktake” degli accordi di Parigi confronterà le emissioni globali dei paesi con quanto la scienza (modelli) indica come necessario per stare entro i 2oC di aumento della temperatura.

 

Per capire meglio il contesto, mettiamo l’accordo di Parigi dentro un'auto (Figura 2). I decisori politici sono il guidatore, gli inventari nazionali (che i paesi utilizzano per stimare i gas serra che ogni anno che vengono emessi e assorbiti entro i loro confini) sono il quadro strumenti, e gli “Integrated Assessment Models” (IAM, complessi modelli che simulano scenari globali di economia, popolazione ed emissioni) sono il navigatore. Una volta selezionata una destinazione, il conducente può utilizzare il sistema di navigazione per verificare se è sulla buona strada, così come i decisori politici utilizzano gli IAMs per valutare i progressi climatici collettivi verso gli obiettivi di Parigi.

Figura 2. Il contesto: decisori politici, inventari nazionali dei gas serra e “Integrated Assessment Models”.

 

Tutto chiaro? (altro…)

LibriRecensione

L’ostinato ottimismo contro la crisi climatica

Nel panorama dei libri sul cambiamento climatico, il libro “Scegliere il futuro” di Christina Figueres e Tom Rivett-Carnac (Tlon edizioni, 2021) merita di essere letto per la sua carica di deliberato, ostinato – e verrebbe da dire disperato – ottimismo.

 

Christina Figueres è stata dal 2010 al 2016 segretaria generale dell’UNFCCC, ed è una delle principali artefici dell’Accordo di Parigi; Tom Rivett-Carnac è stato un suo collaboratore, nonché il suo stratega politico. Sono quindi persone che hanno che hanno seguito ad altissimo livello l’evolvere nell’ultimo decennio dell’azione globale contro i cambiamenti climatici. Assieme hanno fondato l’organizzazione Global Optimism (qui una serie di interessanti podcast).

Anche solo per questo la loro voce merita attenzione.

Il libro è un’analisi metodica di motivi per cui oggi ha senso impegnarsi per combattere il cambiamento climatico,  nonostante le conoscenze scientifiche sul clima, sugli impatti già in corso e quelli inevitabili per il futuro, nonché il ritardo delle riposte e l’inerzia delle decisioni politiche, forniscano tanti validi motivi per farsi prendere dallo sconforto.

Le proteste e la mobilitazione in corso a livello mondiale “che si stanno spingendo verso nuovi livelli di azione e consapevolezza”, la rapidità con cui le alternative ai combustibili fossili stanno diventando convenienti, “la rapida evoluzione economica che rende più attraenti le soluzioni ecologiche” e che “dà ai governi una precisa indicazione su cui riflettere per attuare i cambiamenti sistemici di cui abbiamo bisogno”, “l’effetto positivo dell’Accordo di Parigi”,il gran numero di impegni a emissioni nette zero, sono alcuni degli argomenti su cui si basa un messaggio chiaro: “siamo sulla buona strada, anche se solo all’inizio, per trasformare completamente il modo in cui produciamo e consumiamo energia, e ciò sta a sua volta causando profondi cambiamenti nei settori industriali, dei trasporti e agricoli”. 

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Negazionismo

Il nuovo volto del negazionismo climatico

Su Climalteranti negli ultimi 13 anni ci siamo occupati a lungo dei negazionisti climatici, cioè di chi nega in modo testardo e irragionevole l’evidenza scientifica consolidata sul cambiamento climatico (per chi avesse ancora perplessità sull’uso del termine negazionista, ormai usato in tantissimi contesti, si rimanda a questo vecchio post). Ci siamo occupati di chi ha sostenuto che il clima non stava cambiando, che non è colpa dell’uomo, che il riscaldamento globale fa bene e così via.

Come già detto, il negazionismo climatico è ormai ridotto ai minimi termini – almeno in Italia – e i suoi argomenti sono stati smentiti in modo ormai definitivo, sepolti da migliaia di pubblicazioni scientifiche autorevoli. È ormai raro trovare un articolo o un convegno in cui si nega la responsabilità umana sul riscaldamento globale e la validità delle proiezioni per il futuro realizzate dai climatologi.
Più diffusi, e anche più insidiosi, sono oggi altri argomenti, come quello secondo cui la necessità di contrastare i cambiamenti climatici e più in generale la difesa dell'ambiente possano essere contrapposte, in qualche modo, al “progresso”. Si tratta di una retorica che anche in passato il negazionismo ha alimentato, ma che oggi è diventato l’argomento principale di chi vuole impedire azioni drastiche e incisive per limitare l’uso di combustibili fossili e ridurre le emissioni di gas serra.

Un esempio è l’articolo “Difendiamo l’ambiente, ma con l’agenda Draghi non con l’agenda Greta”, pubblicato su il Foglio del 29 marzo 2021 a firma del suo direttore, Claudio Cerasa. (altro…)

LibriRecensione

Il “riformismo ambientalista” non fa i conti con la realtà

Nel post L’ex-ambientalista che non ha ancora capito cos’è la crisi climatica abbiamo affrontato una prima categoria di argomenti fallaci usati da Chicco Testa, nel libro “Elogio della crescita felice: contro l’integralismo ecologico”. Si è trattato di tesi generate dall’incapacità di fare i conti con la realtà della crisi climatica, di confrontarsi davvero con l’enorme mole di evidenze scientifiche che ha portato la comunità mondiale a definire nell’Accordo di Parigi l’ambizioso obiettivo di limitare il riscaldamento globale “ben sotto i 2°C”.

La negazione della realtà, il tentativo di ridimensionare la gravità della situazione invocando presunte incertezze nella scienza del clima e l’esistenza di scienziati dissidenti o di “tesi diverse” non sono casuali: sono necessarie per poter accontentarsi di un set di soluzioni che sono largamente insufficienti per raggiungere gli obiettivi sul clima che l’Europa e l’Italia hanno assunto. Proposte nel complesso retoriche, generiche, proposte con un po’ di spocchia e un malcelato livore verso quanti – in particolare gli ambientalisti – si battono per soluzioni più impegnative.

Un filo conduttore del libro è una fiducia cieca e acritica nel potenziale dell’innovazione tecnologica, che certo è un fattore di grandissima importanza nella lotta al cambiamento climatico, e su cui è giusto puntare con decisione. Ma sostenere che “Non è vero che il nostro pianeta è limitato, lo è solo in una percezione sensoriale elementare e quasi magica, che prescinde dall’evoluzione del sapere umano” (pag. 45), (altro…)

EnergiaPoliticheScenari

La strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra

È passata – purtroppo – piuttosto inosservata la pubblicazione della “Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra”, ufficialmente inviata alla Commissione europea l’11 febbraio 2021. Dopo essere stata a lungo ferma nei corridoi dei 4 ministeri che l’hanno sottoscritta (Ambiente, Sviluppo economico, Politiche agricole, Trasporti), la pubblicazione ha coinciso con la fine  del Governo Conte II, e per questo è stata ignorata dai mezzi di comunicazione.

Si tratta però di un documento importante, che delinea per la prima volta ufficialmente – pur se a livello di massima – uno scenario energetico italiano di decarbonizzazione, in cui i combustibili fossili giocano un ruolo del tutto marginale.

La definizione di una strategia al 2050 è una richiesta contenuta nella decisione di approvazione dell’Accordo di Parigi, nella COP21 del dicembre 2015. A livello europeo c’era stata nel 2018 la proposta della Commissione europea «Un pianeta pulito per tutti. Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra», con la contemporanea richiesta chiesto agli Stati Membri di redigere Strategie nazionali.

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Proiezioniscommesse

Non scommettere sul clima contro il banco

Pubblichiamo la traduzione del post di Gavin Schmidt su Realclimate “Don’t climate bet against the house”, che contiene utili suggerimenti per chi non crede alla realtà del surriscaldamento globale, o  per chi ritiene che gli scienziati siano troppo ottimisti.

 

Qualche decennio fa (mi pare) quando era forse ancora possibile essere onestamente in disaccordo sull'attribuzione dei trend climatici odierni, James Annan scrisse qui un post che spiegava la teoria e la pratica delle “Scommesse climatiche”, al quale seguì una raffica di scommesse sul proseguimento del riscaldamento globale (un riassunto delle sue scommesse e dei suoi tentativi di organizzarne altre si trova qui).

Tra le prime, la più famosa è probabilmente quella di $100 tra Hugh Ellsaesser e Jim Hansen, nel 1989, sulla possibilità di un nuovo record di temperatura nei tre anni successivi. Il record si verificò l’anno dopo, nel 1990, ed Ellsaesser dovette pagare il dovuto nel gennaio del 1991 (Kerr, 1991).

Le scommesse più recenti sono state però più sostanziose.

William Connolley (uno dei primi collaboratori di Realclimate) era anche un avido scommettitore, e vinse spesso scommesse basate sulle più avventate previsioni del collasso del ghiaccio marino. Il conteggio delle sue vittorie (ottenuto grazie alla previsione dei trend lineari del ghiaccio marino estivo) rimaneva in contrasto con alcune estrapolazioni abbastanza fantasiose. Una scommessa vincente (contro nientemeno che Joe Romm, e insieme a James Annan e Brian Schmidt), riguardava il momento in cui l'Artico sarebbe rimasto essenzialmente “senza ghiaccio”; William scommise "non ancora", ossia contro le tesi di un collasso molto a brevissimo termine. Vinse, ma questa scommessa non è ancora stata pagata. (altro…)

LibriNegoziatoRecensione

I negoziati sul clima, un libro per capirne dinamiche e futuro

La crisi climatica in atto rende fondamentale la definizione di risposte ampie, rapide e incisive. Un simile obiettivo è raggiungibile esclusivamente attraverso una collaborazione globale, che dal 1995 si fonda sugli incontri annuali delle “Conferenze delle Parti” (COP) all’interno della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC).

 

Ho avuto modo di partecipare come delegato alla mia prima COP nel 2011 (a Durban, in Sud Africa) e sin dal primo giorno mi risultò chiara la carenza di notizie in Italia rispetto a quanto stesse avvenendo, nonostante il ruolo essenziale del processo nel definire in quale direzione si sarebbe mosso il mondo negli anni a venire. In seguito a tale esperienza, negli anni seguenti ho potuto partecipare a tutte le COP e a molti dei negoziati intermedi, dapprima come osservatore ed in seguito come membro del gruppo esperti di Italia e UE. L’ultimo di questi appuntamenti è stata la COP25 di Madrid, nel dicembre 2019, poco prima che il mondo fosse travolto dalla pandemia (e svoltasi presso la stessa “Fiera” che, nel giro di tre mesi, sarebbe stata riconvertita in un enorme ospedale per accogliere i contagiati dal Covid-19).

 

Negli ultimi anni, mentre gradualmente il tema dei negoziati multilaterali sul clima ha assunto un ruolo crescente a livello internazionale, suscitando un interesse sempre (altro…)

ComunicazioneErroriMitomania

Gli “uomini di scienza” che negano l’origine antropica del riscaldamento globale si occupano raramente di clima

Un’indagine bibliometrica recentemente pubblicata mostra come, nonostante l’assidua presenza mediatica, i promotori e firmatari delle petizioni che negano l’origine antropica del riscaldamento globale sono generalmente autori di un numero estremamente basso di pubblicazioni nel settore della climatologia; una produzione scientifica che nel complesso può essere considerata irrisoria rispetto all’enorme lavoro condotto dagli scienziati del clima negli ultimi 10 anni.

 

Nel giugno 2019, 91 persone autodefinitesi “uomini di scienza” (8 promotori e 83 sostenitori, fra cui 10 donne), hanno sottoscritto ed inviato una petizione contro l’origine antropica dei cambiamenti climatici al Presidente della Repubblica, della Camera e del Senato e al Consiglio dei ministri italiano. La petizione è stata resa pubblica nel maggio 2019 sul sito dell’Associazione di Scienziati e Tecnologi per la Ricerca Italiana (ASTRI). Nel testo viene negata sia l’origine antropica del cambiamento climatico sia la necessità di urgenti contromisure, e si invitano i politici a non aderire “a politiche di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in atmosfera con l’illusoria pretesa di governare il clima”. Tuttavia, i contenuti della petizione non sono di produzione interamente autoctona. Infatti, sono state riprese alcune tesi della “Petizione Oregon” lanciata in USA nel 1998 e nuovamente nel 2007, la prima a chiedere a un governo di ignorare le ricerche sul clima che aveva commissionato. Queste stesse tesi erano già state utilizzate da una precedente iniziativa statunitense, la Dichiarazione di Lipsia del novembre 1995.

Le stesse tesi – e gli stessi firmatari della petizione italiana – si ritrovano nella “Dichiarazione europea sul clima – Non c’è emergenza climatica” (in seguito diventata una “Dichiarazione Mondiale”), inviata nel settembre del 2019 al Segretario generale dell'ONU e alla Segretaria generale dell’UNFCCC, nonché ai governi europei. Mentre l’originale petizione italiana è stata sostanzialmente ignorata dai mezzi di informazione in Italia e all’estero, l’iniziativa europea è stata ripresa dai media locali e globali, inclusi ABC in Australia, The Washington Times negli Stati Uniti, The Times in Inghilterra, CBC in Canada ed altri. (altro…)

IncertezzaNegazionismo

Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA

Il 23 luglio 2025, il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento intitolato A Critical Review of Impacts of Greenhouse Gas Emissions on the U.S. Climate. Il rapporto si vorrebbe proporre come una revisione critica del consenso scientifico sui cambiamenti climatici, in aperto contrasto rispetto agli esiti consolidati del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6), che rappresenta la sintesi più autorevole, completa e condivisa della letteratura scientifica sul clima. La pubblicazione del DOE è volta a sostenere...
Protocollo di Kyoto

Tira un gran brutto vento

L’Italia ha un grosso problema con l’energia eolica, ma non è quello di cui si parla di solito sui media e sui social: il problema principale dell’eolico italiano è che se ne installa troppo poco. I dati Terna dicono infatti che a maggio 2025 sono presenti in Italia solo circa 13 GW eolici, a fronte di quasi 40 GW di potenza fotovoltaica. Inoltre, il ritmo delle nuove installazioni è lentissimo rispetto alle esigenze della decarbonizzazione. Infatti, mentre tra dicembre 2023...
Recensione

Diluvio, un grande romanzo sulla crisi climatica

Nel suo fortunato saggio La grande cecità, lo scrittore Amitav Ghosh aveva osservato come la letteratura contemporanea avesse ignorato o quantomeno sottovalutato il tema del cambiamento climatico. Secondo lo scrittore indiano, “Il cambiamento climatico è troppo impensabile per la nostra cultura narrativa; la sua esclusione è una delle forme di “cecità” della nostra epoca.”. Secondo Gosh, pensare alla crisi climatica come qualcosa di eccezionale, improbabile e non realistico, porta scrittori e in generale gli intellettuali a relegarla nel genere della...
RecensioneStoriaTemperature

La storia del clima in Italia

È da poco uscito l’ultimo libro del climatologo Luca Mercalli, una cronistoria del clima nel nostro territorio nazionale, dalla preistoria ai giorni nostri. Un racconto che unisce la scienza del clima alla storia e alla cultura del nostro paese, frutto di decenni di ricerche, ricchissimo di storie, di rimandi alle fonti e di citazioni di lavori scientifici. Un lavoro prezioso e originale, raccomandato a chiunque voglia meglio capire cosa è stato il clima che abbiamo ormai così pesantemente alterato, ed...
Climalteranti.it
Appello

Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea

Nelle prossime settimane il Consiglio europeo dovrà raggiungere un accordo sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra europee nel 2040, da inserire nel terzo NDC che l’Unione europea dovrà comunicare in settembre all’UNFCCC. La precedente Commissione europea aveva nel febbraio 2024 proposto una riduzione del -90% (rispetto al 1990), sulla base di una “valutazione di impatto” (qui una valutazione dell’ European Parliamentary Research Service) e assumendo il valore inferiore dell’intervallo di riduzione raccomandato dall’ESABCC (European Scientific Advisory Board on...
Religione

Il clima come bene comune

Nel dibattito sul pontificato di Papa Francesco, recentemente scomparso, poco spazio ha ricevuto l’attivismo del Pontefice sulla questione climatica, che si è manifestato in numerosi atti. Innanzitutto la lettera enciclica Laudato Si’- sulla cura della casa comune pubblicata nel 2015, cui ha fatto seguito nel 2023 l’esortazione apostolica Laudate Deum – a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica. Inoltre, col pontificato di Bergoglio, la Santa Sede è diventata parte dell’UNFCCC, ha ratificato l’Accordo di Parigi (presentando il...
Emissioni

L’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi sul clima

I dati dell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra, da poco pubblicati da ISPRA, mostrano come per il terzo anno consecutivo l’Italia registri emissioni maggiori di quelle previste dagli impegni assunti in ambito europeo. Pur se anche nel 2023 le emissioni italiane di gas serra sono diminuite, la riduzione è ben al di sotto di quanto previsto dagli obiettivi approvati dall’Italia. Aumenta dunque la quantità di emissioni che sarà da recuperare entro il 2030, rendendo il raggiungimento dell’obiettivo sempre più...
Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
Comunicazione

Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati

Una guida realizzata nell’ambito del progetto europeo NoPlanetB fornisce utili suggerimenti su come sensibilizzare sul cambiamento chi oggi lo considera un tema secondario.   Diversi segnali suggeriscono come negli ultimi anni la scienza in generale sia stata messa sempre più in discussione, sia da parte dell’opinione pubblica che da alcuni settori politici e mediatici, sulla scia di una generale messa in discussione di alcuni valori ai quali eravamo abituati, fra cui inclusione, democrazia, un ruolo super partes delle istituzioni pubbliche....
Immaginre sulla Neutralità climatica 100%
EnergiaMitigazione

100% di elettricità rinnovabile è possibile

Un rapporto mostra in 40 punti come la decarbonizzazione del sistema elettrico solo con energia rinnovabile non solo sia possibile, ma può essere realizzata in diversi modi, caratterizzati da alcuni elementi comuni.   È stato recentemente presentato Il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, promosso dalla Rete 100% Rinnovabili, preparato e sottoscritto da 25 docenti e ricercatori italiani, che mostra come sia possibile e conveniente decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili. Il documento discute le leve...
Copertina di "Manuale di psicologia"
Psicologia

Il manuale di psicologia climatica: una guida per affrontare l’impatto psicologico della crisi climatica ed ecologica

Negli ultimi anni, la crisi climatica ed ecologica è passata da questione scientifica e politica ad una vera e propria emergenza di salute pubblica. L’aumento degli eventi estremi e delle loro conseguenze disastrose ha effetti su scala globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica (Filippini et al., 2024) e mentale (IPCC, 2022; Charlson et al., 2021: Cianconi et al. 2023).   Il Manuale Oltre all’aumento di disturbi psichiatrici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione maggiore dopo eventi...