Conferenze e lezioni sul clima sul web
In questi giorni di emergenza sanitaria Coronavirus
(a proposito, facciamo tutti il possibile per limitare i contagi, ha la sua utilità, vedi figura a fianco), molti si stanno rivolgendo al web per trovare alternative alle lezioni sospese su scala nazionale. Inoltre, tutti i seminari e convegni sul tema del cambiamento climatico sono stati sospesi.
Proponiamo qui un primo elenco di video disponibili sul web in cui si parla adeguatamente del cambiamento climatico, ricordando in generale la sezione link del nostro blog, recentemente aggiornata e ampliata.
Si invita a segnalare altri video di interesse, indicando il relatore, il luogo, l’anno, l’oggetto e la durata.
Elisa Palazzi e Sergio Castellari, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti (2016) Cambiamenti climatici, dati e prospettive. Aspetti generali del cambiamento climatico, impatti, adattamento e mitigazione. 55 min.
Stefano Caserini, Politecnico di Milano (2016) Il problema del cambiamento del clima globale. Confutazione delle tesi del prof. E. Pedrocchi. 2h 04 min (slide usate qui)
Claudio Cassardo, Torino (aprile 2017), Cambiamento climatico: a che punto siamo. Si fa il punto su clima e cambiamento climatico con un discorso su cosa sta accadendo e cosa potrebbe succedere. Circa 8 minuti.
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Il ritiro dei ghiacciai dell’Everest visto dal Laboratorio Piramide e l’importanza della ricerca in alta quota
Riportiamo i risultati più recenti delle campagne glacio-idrologiche condotte nell’Himalaya nepalese in collaborazione con l’Associazione EVK2CNR ed il Laboratorio Piramide (5050 m s.l.m.), che mostrano l’inequivocabile stato di sofferenza delle coltri glaciali anche a tali quote e la necessità di continuare a studiare, per proporre approcci affidabili all’adattamento.
Il laboratorio Piramide ai piedi dell’Everest. Foto di Gabriele Confortola, Maggio 2014.
I ghiacciai dell’Himalaya: una inestimabile riserva d’acqua È ormai chiaro come il cambiamento climatico stia riducendo le coltri glaciali continentali del pianeta ed erodendo le relative risorse idriche. I ghiacciai dell’Himalaya sono inequivocabilmente in fase di ritiro per gli effetti del global warming. I ghiacciai dell’Himalaya Nepalese, che rappresentano le riserve d’acqua (water towers) dell’Asia Centrale, hanno perduto almeno il 15% della loro superficie negli ultimi 50 anni. Le simulazioni di scenario più recenti prospettano una riduzione notevole di tali ghiacciai entro la fine del secolo e quindi una riduzione disponibilità di risorse idriche. Occorre formulare strategie di adattamento anche per evitare una potenziale fonte di conflitto tra le nazioni che utilizzano tali risorse. (altro…)Ciao Mauro, e grazie
Nei giorni scorsi ci ha lasciato improvvisamente quanto inaspettatamente Mauro Pomatti, a 44 anni mentre usciva di casa per andare al lavoro.
Mauro è stato dal primo giorno la mente informatica di Climalteranti, il “sistemista” come si dice in gergo, ossia colui che ha gestito la connessione con il mondo esterno del blog, che ne ha curato gli aggiornamenti, la presenza online, i backup e l’ha difeso da attacchi di hacker (e ce ne sono stati!).
Ha fatto tutto questo gratuitamente, ospitando il blog sui server della società TerrAria, di cui era socio fondatore, amministratore e responsabile dell’area “Progettazione e sviluppo software”, dove ha sviluppato numerosi portali in campo ambientale (il nuovo portale dei servizi geografici di Regione Lombardia, l’Inventario emissioni interregionale INEMAR, il sistema previsionale di Protezione Civile SINERGIE, il sistema informativo regionale energetico ambientale SIRENA).
Mauro è sempre stato presente per i tanti piccoli problemi che si incontrano nella vita di un blog, risolvendoli con gentilezza e affidabilità.
Anche per questo Mauro ci mancherà.

La doppia sfida CO2 / qualità dell’aria e l’inevitabile ascesa delle auto elettriche
I costruttori di autovetture e veicoli commerciali leggeri devono rispettare i limiti sulle emissioni inquinanti delle categorie Euro, resi più severi dalle nuove modalità di misura, e quelli sulle emissioni di CO2 allo scarico medie dalla flotta di veicoli immatricolati. La spinta regolatoria, seguita dal mercato e dalla sensibilità ambientale dei consumatori, è la leva che sta forzando in Europa l’avvio dell’elettrificazione del trasporto privato.
Le principali difficoltà tecniche che incontrano i costruttori di autovetture e veicoli commerciali leggeri consistono nel contenimento degli ossidi di azoto (NOx) per le alimentazioni diesel, e del numero di particelle (PN) per le alimentazioni a benzina a iniezione diretta (GDI). Sulla CO2, invece, il Regolamento 631/2019 ha introdotto nuovi limiti di emissioni allo scarico sulla media di flotta di autovetture immatricolate, pari a 95 g/km per il 95% del nuovo parco veicolare per il 2020 (come riportato qui) e per il 100% del nuovo parco dal 2021. È stato inoltre introdotto un ulteriore obbligo, di riduzione del 15% (nel 2025) e del 37,5% (nel 2030) delle emissioni medie di CO2 rispetto ai valori calcolati tramite la nuova procedura di omologazione WLTP, a partire dai dati che verranno rilevati nel 2020 (che saranno disponibili nel 2021). (altro…)

La ricetta verde di Trump non esiste
Dopo tanti anni a disinformare sulla scienza del clima, ora l’Istituto Bruno Leoni vorrebbe convincerci che tutto si aggiusterà solo con l’innovazione tecnologica guidata dal libero mercato del quale fidarsi ciecamente, l’unico in grado di risolvere la crisi climatica. Una tesi priva di fondamento.
L’articolo di Alberto Mingardi su La Stampa del 24 gennaio 2020 “La ricetta verde di Trump” è un esempio di quale siano oggi gli argomenti di chi vuole impedire le azioni contro il cambiamento climatico, dopo aver passato tanto tempo a negare l’esistenza stessa del problema, o le responsabilità umane.
Alberto Mingardi è Direttore Generale dell’Istituto Bruno Leoni, think-thank liberista che per tanti anni ha diffuso disinformazione sul tema del cambiamento climatico, e già autore in passato di interventi deliranti in materia (ad esempio “È il clima il nuovo oppio dei popoli- Una nuova superstizione pare pronta a capitalizzare come mai nessuna sulla credulità del mondo. Il riscaldamento globale”). (altro…)

I megaincendi dell’Australia: perché una leadership negazionista nuoce alla salute
Il manifestarsi sempre più frequente di “megaincendi”, associati a fenomeni meteorologici estremi (pirocumulonembi) e dagli impatti sempre più forti sulla popolazione (vittime e feriti, intossicazioni urbane da fumo e ceneri), evidenzia nuove sfide per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Ma i negazionisti (al potere, nei media o tra cittadini che ci cascano) non sono attrezzati a capirle e a rispondere adeguatamente.
Quel che è successo negli ultimi mesi in Australia, con incendi di gran lunga più estesi di quelli, già devastanti e recentissimi, di California, Amazzonia e Siberia, è di importanza capitale per capire il mondo che ci viene incontro.
In questo post esponiamo sinteticamente i fatti e mostriamo come una posizione negazionista, come quella che caratterizza il partito al potere in Australia, ostacola la concettualizzazione, l’adozione, il finanziamento e l’implementazione di politiche e misure di adattamento e mitigazione efficaci a fronteggiare gli eventi che ci propone la Terra – ormai, come diceva McKibben, modificata in “Terraa”. I decisori politici negazionisti non vedono il quadro generale, reagiscono troppo lentamente e con misure che non rispondono neppure all’emergenza immediata, non esercitano una leadership effettiva per il futuro imminente né affrontano le cause del problema, giocano allo scaricabarile e si limitano a sperare che “passi la nottata”. (altro…)

Nuovi link sul clima

La giostra del tempo senza tempo

2019: tanto per cambiare, ancora un anno sul podio
Come ogni anno, diamo uno sguardo alle temperature medie globali dell'anno appena terminato guardando i dati grezzi e “grigliati” NCEP/NCAR. Anche il 2019 non ha battuto il record del 2016, anno di forte fase positiva di El Niño, ma non vi è andato molto distante – questione di decimi – risultando al secondo posto (scalzando il 2017), e probabilmente si classificherà tra il secondo e il terzo posto negli elenchi dei vari database internazionali con cui siamo soliti confrontare i valori. Il valore di anomalia, +0,57 °C rispetto al periodo 1981-2010, supera ancora +1 °C rispetto all'inizio del secolo. Inutile concludere che quanto ripetuto ormai da quasi un decennio a commento di questi post risulta sempre più attuale: il riscaldamento globale avanza, in modo inequivocabile.
E in Italia… un altro primo posto!
Per poter parlare di temperature servono dati, dettagliati e affidabili. Il nostro riferimento per i dati delle temperature è sempre il database NCEP/NCAR che, dopo l'indisponibilità dell'anno scorso dovuta allo “shut-down” negli USA, continua a mettere a disposizione il proprio database (da quest'anno, tuttavia, i dati sono forniti soltanto in formato Netcdf e non più in formato testo). I dati delle temperature sono in seguito espressi come differenza (anomalia) rispetto alla media del periodo 1981-2010. Da notare che questo periodo è stato più caldo di almeno 0.6 °C rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900), per cui se si volessero confrontare i valori in seguito esposti con quelli considerati ai fini degli obiettivi delle politiche sul clima (es. “ben sotto i 2 °C”), bisognerebbe aggiungere tale valore.
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Le foreste ci salveranno?
Basta piantare alberi per affrontare la crisi climatica? Aumentare, mantenere e gestire sostenibilmente le foreste è necessario, ma non sufficiente. Pur se piantare nuovi alberi è molto utile, la drastica riduzione delle emissioni di CO2 legate ai combustibili fossili resta inevitabile.
“Climate change? Basterebbe
una foresta grande come gli Usa”. Cosi titolava il Corriere della Sera, proprio nei giorni del fallimento dellaconferenza ONU sul clima a Madrid. Attraverso un’intervista al Prof. Stefano Mancuso, noto divulgatore scientifico e molto popolare tra chi ama le piante, l’articolo rilanciava uno studio dell’ETH di Zurigo uscito a luglio su Science. Secondo l’intervista, “basterebbero 900 milioni di ettari di nuove foreste per ridurre di due terzi l’attuale livello di gas serra. È la superficie degli Stati Uniti: sarebbe una soluzione praticabile e reale”.
Ma è davvero così? Se precedenti commenti hanno già parzialmente risposto (ad es. qui e qui), questo post vuole fornire un approfondimento più ampio sul ruolo delle foreste nella lotta ai cambiamenti climatici.
Perché le foreste sono importanti?
Oltre a contenere l’80% della biodiversità terrestre, a fornirci acqua e aria pulita, cibo e bellezza, le foreste svolgono un ruolo chiave nel contenere i cambiamenti climatici in atto. La figura 1 riassume l’origine delle emissioni antropiche di CO2 (a sinistra: 86% da combustibili fossili e 14% da deforestazione) e la destinazione finale di questa CO2 (a destra). Meno della metà resta in atmosfera, causandone il riscaldamento, mentre il restante viene assorbito da processi naturali: il 23% viene assorbita dagli oceani (che però si riscaldano e si acidificano, con enormi danni agli esseri viventi che li abitano, alle zone costiere e alla loro sicurezza alimentare), e quasi il 30% viene assorbita dalle foreste, che grazie alla fotosintesi accumulano carbonio nei tessuti vegetali (foglie, legno e radici) e nel suolo. Quindi, senza le foreste, la crisi climatica in atto avrebbe effetti ancora più intensi.
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Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA
Il 23 luglio 2025, il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento intitolato A Critical Review of Impacts of Greenhouse Gas Emissions on the U.S. Climate. Il rapporto si vorrebbe proporre come una revisione critica del consenso scientifico sui cambiamenti climatici, in aperto contrasto rispetto agli esiti consolidati del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6), che rappresenta la sintesi più autorevole, completa e condivisa della letteratura scientifica sul clima. La pubblicazione del DOE è volta a sostenere...

Tira un gran brutto vento
L’Italia ha un grosso problema con l’energia eolica, ma non è quello di cui si parla di solito sui media e sui social: il problema principale dell’eolico italiano è che se ne installa troppo poco. I dati Terna dicono infatti che a maggio 2025 sono presenti in Italia solo circa 13 GW eolici, a fronte di quasi 40 GW di potenza fotovoltaica. Inoltre, il ritmo delle nuove installazioni è lentissimo rispetto alle esigenze della decarbonizzazione. Infatti, mentre tra dicembre 2023...

Diluvio, un grande romanzo sulla crisi climatica
Nel suo fortunato saggio La grande cecità, lo scrittore Amitav Ghosh aveva osservato come la letteratura contemporanea avesse ignorato o quantomeno sottovalutato il tema del cambiamento climatico. Secondo lo scrittore indiano, “Il cambiamento climatico è troppo impensabile per la nostra cultura narrativa; la sua esclusione è una delle forme di “cecità” della nostra epoca.”. Secondo Gosh, pensare alla crisi climatica come qualcosa di eccezionale, improbabile e non realistico, porta scrittori e in generale gli intellettuali a relegarla nel genere della...

La storia del clima in Italia
È da poco uscito l’ultimo libro del climatologo Luca Mercalli, una cronistoria del clima nel nostro territorio nazionale, dalla preistoria ai giorni nostri. Un racconto che unisce la scienza del clima alla storia e alla cultura del nostro paese, frutto di decenni di ricerche, ricchissimo di storie, di rimandi alle fonti e di citazioni di lavori scientifici. Un lavoro prezioso e originale, raccomandato a chiunque voglia meglio capire cosa è stato il clima che abbiamo ormai così pesantemente alterato, ed...

Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea
Nelle prossime settimane il Consiglio europeo dovrà raggiungere un accordo sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra europee nel 2040, da inserire nel terzo NDC che l’Unione europea dovrà comunicare in settembre all’UNFCCC. La precedente Commissione europea aveva nel febbraio 2024 proposto una riduzione del -90% (rispetto al 1990), sulla base di una “valutazione di impatto” (qui una valutazione dell’ European Parliamentary Research Service) e assumendo il valore inferiore dell’intervallo di riduzione raccomandato dall’ESABCC (European Scientific Advisory Board on...

Il clima come bene comune
Nel dibattito sul pontificato di Papa Francesco, recentemente scomparso, poco spazio ha ricevuto l’attivismo del Pontefice sulla questione climatica, che si è manifestato in numerosi atti. Innanzitutto la lettera enciclica Laudato Si’- sulla cura della casa comune pubblicata nel 2015, cui ha fatto seguito nel 2023 l’esortazione apostolica Laudate Deum – a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica. Inoltre, col pontificato di Bergoglio, la Santa Sede è diventata parte dell’UNFCCC, ha ratificato l’Accordo di Parigi (presentando il...

L’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi sul clima
I dati dell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra, da poco pubblicati da ISPRA, mostrano come per il terzo anno consecutivo l’Italia registri emissioni maggiori di quelle previste dagli impegni assunti in ambito europeo. Pur se anche nel 2023 le emissioni italiane di gas serra sono diminuite, la riduzione è ben al di sotto di quanto previsto dagli obiettivi approvati dall’Italia. Aumenta dunque la quantità di emissioni che sarà da recuperare entro il 2030, rendendo il raggiungimento dell’obiettivo sempre più...

Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
Una guida realizzata nell’ambito del progetto europeo NoPlanetB fornisce utili suggerimenti su come sensibilizzare sul cambiamento chi oggi lo considera un tema secondario. Diversi segnali suggeriscono come negli ultimi anni la scienza in generale sia stata messa sempre più in discussione, sia da parte dell’opinione pubblica che da alcuni settori politici e mediatici, sulla scia di una generale messa in discussione di alcuni valori ai quali eravamo abituati, fra cui inclusione, democrazia, un ruolo super partes delle istituzioni pubbliche....

100% di elettricità rinnovabile è possibile
Un rapporto mostra in 40 punti come la decarbonizzazione del sistema elettrico solo con energia rinnovabile non solo sia possibile, ma può essere realizzata in diversi modi, caratterizzati da alcuni elementi comuni. È stato recentemente presentato Il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, promosso dalla Rete 100% Rinnovabili, preparato e sottoscritto da 25 docenti e ricercatori italiani, che mostra come sia possibile e conveniente decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili. Il documento discute le leve...

Il manuale di psicologia climatica: una guida per affrontare l’impatto psicologico della crisi climatica ed ecologica
Negli ultimi anni, la crisi climatica ed ecologica è passata da questione scientifica e politica ad una vera e propria emergenza di salute pubblica. L’aumento degli eventi estremi e delle loro conseguenze disastrose ha effetti su scala globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica (Filippini et al., 2024) e mentale (IPCC, 2022; Charlson et al., 2021: Cianconi et al. 2023). Il Manuale Oltre all’aumento di disturbi psichiatrici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione maggiore dopo eventi...