L’ambiguo insuccesso della COP25
La COP25 di Madrid è stata una delle Conferenze della Parti della Convenzione sul clima più tese e concitate degli ultimi anni, finita in grande ritardo e con l’adozione di numerosi documenti che, ancora una volta, hanno scontentato molti.
Alle ore 13.55 di domenica 15 dicembre 2019 si è chiusa a Madrid la COP25, con l’adozione di numerose decisioni, disponibili sul sito UNFCCC, fra cui quelle sui punti più controversi, che qui commentiamo. I tre tavoli negoziali (la conferenza della parte dell’UNFCCC - COP, del Protocollo di Kyoto CMP e dell’Accordo di Parigi - CMA) hanno approvato 37 documenti, ma il risultato è stato unanimemente definito insufficiente, inferiore a quanto poteva essere prodotto dalla COP. Delusione è stata espressa sia dal Segretario Generale dell’ONU António Guterres che dalla Segretaria UNFCCC Patricia Espinosa.
Va detto però che alcune delle attese e delle richieste molto difficilmente avrebbero potuto essere soddisfatte dalla COP25, vista la sua agenda e la struttura e i tempi del negoziato multilaterale sul clima. Ad esempio, non era compito di questa COP aumentare il livello di impegno di riduzione delle emissioni per rispondere alle grandi mobilitazioni che si sono viste nel 2019. Chi misura in base a questo il fallimento della COP25 è destinato a rimanere deluso in tante altre COP future.
È stata una COP strana, la cui valutazione richiede tempo e la lettura dei documenti approvato o almeno i resoconti degli osservatori più attenti; fra questi sicuramente è da consigliare l'approfondita e al solito ottima analisi dettagliata dell'IISD - Earth Negotiations Bulletin (ENB) (28 pagine, ma la sostanza è in particolare nelle due pagine delle conclusioni, da 25 a 27), nonché la sintesi dei risultati fatta da Carbon Brief. (altro…)

La COP25 di Madrid e l’art. 6 dell’accordo di Parigi

Mercanti di dubbi
È uscita la versione italiana di “Merchants of doubt” di Naomi Oreskes ed Erik Conway. Un libro importante per capire le radici della disinformazione sul tema dei cambiamenti climatici
Pubblicato per la prima volta nel 2010, Mercanti di dubbi è diventato subito uno dei testi di riferimento per chi si occupa di storia della scienza, della medicina e di climatologia, e resta ancora un passaggio ineludibile per capire i rapporti tra scienza, democrazia e informazione.
Secondo Naomi Oreskes ed Erik Conway, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso alcuni scienziati statunitensi hanno messo la loro autorevolezza e le loro competenze a disposizione delle industrie (le famigerate Big Tobacco, Big Chem e Big Oil) per confondere opinione pubblica e decisori politici, e per intralciare l’approvazione di quelle norme che avrebbero potuto rallentarne la crescita e far diminuire i profitti. Lo hanno fatto per motivi ideologici, per desiderio di affermazione personale o per pura e semplice avidità. È una tesi forte, ma è suffragata da un lavoro di ricerca basato su un’enorme mole documentaria (solo per il capitolo sul tabacco i due storici hanno passato in rassegna milioni di pagine di archivio), che ha superato indenne un decennio di critiche e attacchi personali e che, negli ultimi anni, è stata confermata da nuove indagini.
Dagli anni Cinquanta infatti iniziano a emergere, dapprima in maniera frammentaria e poi sempre più coerente, le evidenze sulla pericolosità del tabacco, un prodotto che fino a quel momento era addirittura consigliato da alcuni medici (che sostenevano che fumare sigarette al mentolo facesse bene per il mal di gola...). La svolta arriva nel 1964, quando il Surgeon General, preposto alla tutela della salute pubblica, rilascia il rapporto Smoking and Health, che stabilisce in maniera definitiva che il fumo è mortale. L’industria intuisce immediatamente il rischio, e decide di passare al contrattacco investendo in una gigantesca manovra di disinformazione. (altro…)

Appello degli scienziati del mondo sull’emergenza climatica
Pubblichiamo la traduzione dell’appello uscito su Bioscience, sottoscritto da più di 11.000 scienziati da 153 paesi (elenco qui). Una sintesi efficace delle tante solide conoscenze scientifiche sul tema del cambiamento climatico, riassunte in una serie di grafici che mostrano l’inequivocabile andamento degli effetti delle attività umane e delle risposte del sistema climatico.
Gli scienziati hanno l'obbligo morale di avvertire chiaramente l'umanità di ogni minaccia catastrofica e di dire le cose come stanno. Sulla base di questo obbligo e degli indicatori grafici presentati di seguito, insieme a oltre 11.000 scienziati firmatari da tutto il mondo, dichiariamo in modo chiaro e inequivocabile che il pianeta Terra sta affrontando un'emergenza climatica.
Esattamente 40 anni fa, scienziati di cinquanta nazioni si incontrarono alla Prima Conferenza mondiale sul clima (nel 1979 a Ginevra) e concordarono che, nei cambiamenti climatici, tendenze allarmanti richiedevano di agire d’urgenza. Da allora, allarmi simili sono stati lanciati con il Vertice di Rio nel 1992, il Protocollo di Kyoto nel 1997 e l’Accordo di Parigi nel 2015, così come messaggi da decine di altri incontri mondiali e da parte di svariati scienziati hanno avvertito che i progressi erano insufficienti (Ripple et al. 2017). Tuttavia, le emissioni di gas serra (GHG) continuano ad aumentare rapidamente, con effetti sempre più dannosi per il clima terrestre. Serve incrementare immensamente gli sforzi per conservare la nostra biosfera, per evitare che la crisi climatica provochi sofferenze indicibili (IPCC 2018). (altro…)

L’esperto di energia che fa errori madornali sul cambiamento climatico
Da un autore di molti studi su questioni energetiche ed ambientali ci si aspetterebbe la conoscenza delle basi del ciclo del carbonio e dei cambiamenti climatici. E invece…
Fra i tanti (troppi) che sui quotidiani e in televisione hanno scritto e detto errori e falsità sul tema dei cambiamenti climatici, uno dei casi più strani è quello di Davide Tabarelli, fondatore e Presidente di NE - Nomisma Energia, società di ricerca sull’energia e l’ambiente, membro dell'Advisory Board dell'ENI sulla transizione energetica, consulente e membro in passato di molte commissioni ministeriali e docente del “Laboratory of environmental engineering and energy economics” all’Università di Bologna.
Visto il curriculum ci si aspetterebbe la conoscenza delle basi; invece nell’articolo “Clima, serve una svolta senza catastrofismi” pubblicato su Il Mattino del 29 settembre 2019, nonché in un’intervista alla trasmissione Frontiere di RAI1 del 21 ottobre, Tabarelli ha scritto e detto una serie di errori madornali su aspetti basilari dei cambiamenti climatici.
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Una risposta a Beppe Severgnini: non c’è la libertà di disinformare
Sulla rubrica “Italians” del Corriere della Sera, Beppe Severgnini ha sostenuto in risposta alla lettrice Sara Milanesi la necessità di pubblicare tutte le opinioni, anche quelle che negano la scienza del clima.
Pubblichiamo la replica di Paolo Gabrielli, in cui si spiega come la libertà d’opinione non dovrebbe essere confusa con la libertà di disinformare.
Lettera di Sara Milanesi
Caro Beppe, che vergogna che pubblichiate lettere disinformanti come "Global Warming: e l'alto Medioevo?" di mercoledì 16 ottobre senza neppure un commento. E non è la prima volta. Mi & vi chiedo: al Corriere/Italians ricevete per caso finanziamenti da ditte petrolifere? Utilizzate veicoli a combustione fossile da decenni e non vedete il motivo di cambiare abitudine? Che fine faranno i vostri discendenti non vi tocca? Leggetevi per cortesia "The Uninhabitable Earth" di David Wallace Wells e magari capirete perchè frasi come "i cambiamenti climatici ci son sempre stati" siano proprio fuori luogo. Grazie dell'attenzione, (altro…)
Un delirio a Otto e mezzo: altri record per il Prof. Battaglia
Nella puntata di Otto e mezzo del 28 settembre, il presunto esperto Prof. Franco Battaglia è riuscito a proferire 24 fra falsità e dati sbagliati sul tema dei cambiamenti climatici nei suoi 11 interventi durati in tutto 10’33”. In media, un errore ogni 26 secondi. Ogni volta che prende la parola in media riesce a dire almeno due cose sbagliate. Abbiamo scritto una lettera alla conduttrice.
È stata inoltre creata su Change.org una petizione “Cambiamenti climatici: nessuno spazio per posizioni antiscientifiche nei media”. Il Comitato Scientifico di Climalteranti aderisce ed invita ad aderire.
Gent. Dott.ssa Gruber,
nella puntata di Otto e mezzo del 28/9/2019 il Prof. Franco Battaglia ha prodotto un numero incredibile di affermazioni palesemente scorrette sul tema dei cambiamenti climatici, peraltro senza un contraddittorio con veri esperti della materia.
Abbiamo elencato e confutato alcune delle falsità e degli errori nell’appendice a questa lettera. Le più gravi riguardano la relazione tra clima e il principale gas serra, la CO2 (voci 1-4), relazione che il prof. Battaglia nega, in contrasto con praticamente la totalità degli studiosi dell’argomento (voce 5). Non ritenendo il problema climatico reale, arriva quindi a screditare i tentativi di affrontarlo avviati in tutto il mondo (voci 6-10).
Con franchezza le scriviamo per dire che riteniamo sia davvero sbagliato presentare come “esperto” chi non lo è. Il Prof. Battaglia non è un esperto in materie riguardanti il clima. Ha solo 2 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali negli ultimi 25 anni, un numero scandalosamente basso per un docente universitario, e nessuna delle due riguarda temi del cambiamento climatico o, in generale, dell’energia e dell’ambiente. (altro…)

Premio “A qualcuno piace caldo” 2018
Il raggiungimento dell’estensione minima dei ghiacci artici è tradizionalmente l’occasione per assegnare il Premio “A qualcuno piace caldo”, “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione”.
Come per l’anno 2017, in cui il premio non è stato assegnato, per l’anno 2018 i membri del Comitato Scientifico di Climalteranti non hanno trovato negli interventi sui principali quotidiani nazionali e in televisione un candidato davvero meritevole del premio.
Il più prolifico nel proporre tesi di negazione della scienza del clima è stato anche nel 2018 il solito prof. Franco Battaglia, già vincitore della prima edizione del premio, ormai intrappolato in una litania di stupidaggini (vedi qui e qui) con cui cerca di nascondere la sua clamorosa incapacità di pubblicare alcun articolo scientifico sulle riviste internazionali del settore (solo due negli ultimi 25 anni!), e che induce ormai a catalogare il suo caso nella categoria della mitomania scientifica.
Si è quindi deciso di assegnare il premio al Dott. Gianluca Alimonti, ricercatore INFN, che con minore visibilità e impatto comunicativo continua a proporre tesi senza fondamento basate su grafici farlocchi (vedi qui, qui, o qui per il 2019). (altro…)
Buona settimana per il clima e buon #climatestrike
- Youth & Climate Activism
- Energy Transition
- Industry Transition
- Clean Transport, Buildings and Infrastructure
- Food, Land and Nature Based Solutions
- Climate Finance, Investment and Carbon Pricing
- National Government Policy and Commitment
- State, City and Local Action
- Health, Equality and Justice
- Sustainable Travel and Leisure
- Resilience and Adaption to Climate Change
Introdurre un prezzo minimo sulle emissioni climalteranti: una Iniziativa dei Cittadini Europei
Climalteranti invita ad aderire a un’iniziativa a scala europea per assegnare un costo maggiore alla CO2 scaricata in atmosfera
L’Iniziativa dei Cittadini Europei “A price for carbon to fight climate change” è stata recentemente dichiarata ammissibile dalla Commissione Europea. A breve prenderà avvio la raccolta delle firme necessarie a sottoporre la proposta al Parlamento Europeo. Le firme devono raggiungere la quota di un milione in sette diversi Paesi europei. A quel punto, la proposta contenuta nell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) potrà essere valutata dalla Commissione Europea al fine di essere ammessa all’iter parlamentare. Un’impresa difficile; ma, considerata la crescente attenzione dei cittadini europei per i cambiamenti climatici e le loro conseguenze, non impossibile. (altro…)


Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA
Il 23 luglio 2025, il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento intitolato A Critical Review of Impacts of Greenhouse Gas Emissions on the U.S. Climate. Il rapporto si vorrebbe proporre come una revisione critica del consenso scientifico sui cambiamenti climatici, in aperto contrasto rispetto agli esiti consolidati del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6), che rappresenta la sintesi più autorevole, completa e condivisa della letteratura scientifica sul clima. La pubblicazione del DOE è volta a sostenere...

Tira un gran brutto vento
L’Italia ha un grosso problema con l’energia eolica, ma non è quello di cui si parla di solito sui media e sui social: il problema principale dell’eolico italiano è che se ne installa troppo poco. I dati Terna dicono infatti che a maggio 2025 sono presenti in Italia solo circa 13 GW eolici, a fronte di quasi 40 GW di potenza fotovoltaica. Inoltre, il ritmo delle nuove installazioni è lentissimo rispetto alle esigenze della decarbonizzazione. Infatti, mentre tra dicembre 2023...

Diluvio, un grande romanzo sulla crisi climatica
Nel suo fortunato saggio La grande cecità, lo scrittore Amitav Ghosh aveva osservato come la letteratura contemporanea avesse ignorato o quantomeno sottovalutato il tema del cambiamento climatico. Secondo lo scrittore indiano, “Il cambiamento climatico è troppo impensabile per la nostra cultura narrativa; la sua esclusione è una delle forme di “cecità” della nostra epoca.”. Secondo Gosh, pensare alla crisi climatica come qualcosa di eccezionale, improbabile e non realistico, porta scrittori e in generale gli intellettuali a relegarla nel genere della...

La storia del clima in Italia
È da poco uscito l’ultimo libro del climatologo Luca Mercalli, una cronistoria del clima nel nostro territorio nazionale, dalla preistoria ai giorni nostri. Un racconto che unisce la scienza del clima alla storia e alla cultura del nostro paese, frutto di decenni di ricerche, ricchissimo di storie, di rimandi alle fonti e di citazioni di lavori scientifici. Un lavoro prezioso e originale, raccomandato a chiunque voglia meglio capire cosa è stato il clima che abbiamo ormai così pesantemente alterato, ed...

Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea
Nelle prossime settimane il Consiglio europeo dovrà raggiungere un accordo sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra europee nel 2040, da inserire nel terzo NDC che l’Unione europea dovrà comunicare in settembre all’UNFCCC. La precedente Commissione europea aveva nel febbraio 2024 proposto una riduzione del -90% (rispetto al 1990), sulla base di una “valutazione di impatto” (qui una valutazione dell’ European Parliamentary Research Service) e assumendo il valore inferiore dell’intervallo di riduzione raccomandato dall’ESABCC (European Scientific Advisory Board on...

Il clima come bene comune
Nel dibattito sul pontificato di Papa Francesco, recentemente scomparso, poco spazio ha ricevuto l’attivismo del Pontefice sulla questione climatica, che si è manifestato in numerosi atti. Innanzitutto la lettera enciclica Laudato Si’- sulla cura della casa comune pubblicata nel 2015, cui ha fatto seguito nel 2023 l’esortazione apostolica Laudate Deum – a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica. Inoltre, col pontificato di Bergoglio, la Santa Sede è diventata parte dell’UNFCCC, ha ratificato l’Accordo di Parigi (presentando il...

L’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi sul clima
I dati dell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra, da poco pubblicati da ISPRA, mostrano come per il terzo anno consecutivo l’Italia registri emissioni maggiori di quelle previste dagli impegni assunti in ambito europeo. Pur se anche nel 2023 le emissioni italiane di gas serra sono diminuite, la riduzione è ben al di sotto di quanto previsto dagli obiettivi approvati dall’Italia. Aumenta dunque la quantità di emissioni che sarà da recuperare entro il 2030, rendendo il raggiungimento dell’obiettivo sempre più...

Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
Una guida realizzata nell’ambito del progetto europeo NoPlanetB fornisce utili suggerimenti su come sensibilizzare sul cambiamento chi oggi lo considera un tema secondario. Diversi segnali suggeriscono come negli ultimi anni la scienza in generale sia stata messa sempre più in discussione, sia da parte dell’opinione pubblica che da alcuni settori politici e mediatici, sulla scia di una generale messa in discussione di alcuni valori ai quali eravamo abituati, fra cui inclusione, democrazia, un ruolo super partes delle istituzioni pubbliche....

100% di elettricità rinnovabile è possibile
Un rapporto mostra in 40 punti come la decarbonizzazione del sistema elettrico solo con energia rinnovabile non solo sia possibile, ma può essere realizzata in diversi modi, caratterizzati da alcuni elementi comuni. È stato recentemente presentato Il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, promosso dalla Rete 100% Rinnovabili, preparato e sottoscritto da 25 docenti e ricercatori italiani, che mostra come sia possibile e conveniente decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili. Il documento discute le leve...

Il manuale di psicologia climatica: una guida per affrontare l’impatto psicologico della crisi climatica ed ecologica
Negli ultimi anni, la crisi climatica ed ecologica è passata da questione scientifica e politica ad una vera e propria emergenza di salute pubblica. L’aumento degli eventi estremi e delle loro conseguenze disastrose ha effetti su scala globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica (Filippini et al., 2024) e mentale (IPCC, 2022; Charlson et al., 2021: Cianconi et al. 2023). Il Manuale Oltre all’aumento di disturbi psichiatrici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione maggiore dopo eventi...