DibattitoRecensione

Un pianeta e un dibattito che scotta

Climalteranti ha creato una pagina LIBRI in cui sono riportate le recensioni e il materiale di supporto di libri consigliati o scritti dai componenti del Comitato Scientifico. Questo post ne segnala uno appena uscito, che riesce ad unire una spiegazione divulgativa della scienza del clima ad una riflessione sul dibattito attorno ai cambiamenti climatici.

.

"Il pianeta che scotta. Capire il dibattito sui cambiamenti climatici", edito da Città Nuova editrice e scritto a quattro mani da Luca Fiorani e Antonello Pasini, è per chi vuole capire due aspetti dei cambiamenti climatici: non solo il problema fenomenologico, ma anche il dibattito mediatico a contorno. La prima parte, con i due capitoli “Sistema Terra” e “Modelli Climatici”, offre una spiegazione del clima che cambia; verrebbe da dire semplice, se non fosse che gli autori entrano anche nei dettagli di una materia che di semplice ha ben poco. Una ventina di immagini ben fatte e numerosi esempi presi dalla vita di tutti i giorni aiutano non poco a comprendere i concetti esposti. Ne emerge anche la vita degli autori, che parlano della scienza del clima perché ci hanno dedicato tempo ed energie.“Insomma, le nostre simulazioni non sono giochi di climatologi-bambinoni che hanno creato un proprio mondo astratto e virtuale, ma hanno effettivamente a che vedere con la realtà concreta del clima negli ultimi 150 anni…”. (altro…)
NegoziazioniPolitiche

La COP16 e la fine del diritto di veto

Uno dei passaggi importanti alla COP16 è stata la fine del diritto di veto. Adottando l’Accordo di Cancún anche senza il consenso della Bolivia e negandole così il diritto di veto, i delegati erano consapevoli di creare un precedente per negare in futuro il diritto di veto a posizioni isolate, spianando così la via a quello che sarà l’accordo di Durban.

.

Uno sviluppo sostenibile deve ottenere le risorse necessarie a garantire una crescente qualità della vita senza che ciò comprometta lo sviluppo futuro. Il concetto di sostenibilità si concretizza perciò in sistemi socio-economici in grado di produrre progresso economico e sociale con un bilancio in equilibrio tra input e output. Nel caso dei cambiamenti climatici gli output prodotti dalle attività antropiche, i gas ad effetto serra, alterano le condizioni ambientali con conseguenti e crescenti impatti sul pianeta e quindi sui sistemi socio-economici. Gli impatti attesi più evidenti sono l’aumento delle temperature e degli eventi estremi meteorologici; per l’Italia, l’aumento dell’intensità delle precipitazioni, con conseguenti problemi di erosione e dissesto del territorio, e l’aumento in frequenza, lunghezza ed intensità dei periodi di siccità. La conseguenza più diretta è la perdita di fertilità ed il cambiamento dei processi di sviluppo delle colture e degli organismi ad esse collegati, con conseguenti perdite di biodiversità e produzione. (altro…)
DibattitoProtocollo di Kyoto

Il 2010, un altro anno nero per il negazionismo climatico

L’anno 2010 appena passato può essere archiviato come un anno pessimo per il negazionismo climatico. Tanti fatti e vicende hanno contribuito a demolire ulteriormente le speranze di chi è convinto che la questione del riscaldamento globale sia una grande mistificazione. E sì che il 2009 si era concluso alla grande per il negazionismo climatico internazionale: il presunto scandalo del “Climategate”, il can can per alcuni errori nel quarto rapporto IPCC, il mezzo o intero flop di Copenhagen. Nel 2010 le cose sono andate diversamente, come mostrano i fatti in seguito elencati. Certo, ancora tanto c’è da fare, ma ancora qualche anno così e il negazionismo climatico sarà archiviato e considerato alla stregua del dubitare dei danni causati dal fumo di sigaretta.

.

1- Il Climategate si è sgonfiato La vicenda del Climategate si è letteralmente sgonfiata nel 2010. I risultati di numerose commissioni d’inchiesta sulle email trafugate, come abbiamo già raccontato, hanno mostrato che i dati non erano stati affatto “lisciati”. Non esistevano né complotti né declini delle temperature nascosti con un trucco). Non ci sono state dimissioni clamorose, ritrattazioni, condanne civili o penali per frode, nessun articolo precedentemente pubblicato è stato ritirato e nessun dataset è stato cambiato. Editoriali di autorevoli quotidiani hanno inutilmente chiesto che all’assoluzione degli scienziati fosse data enfasi pari a quella avuta inizialmente dai presunti scandali. Se si leggono le sintesi di quanto è emerso (ad esempio di Wikipedia in italiano o inglese), anche per i più ottimisti era difficile pensare, a fine 2009, una fine così miseranda per questa vicenda, su cui in tanti hanno puntato per screditare la scienza del clima. (altro…)
FenomenologiaMeteorologia

Inverni rigidi e riscaldamento globale: dall’ABC allo stato dell’arte

Ogni inverno si ripropone la domanda di rito: “Ma il forte freddo di questo inverno non significa che il riscaldamento globale si è esaurito?” Più volte in passato abbiamo evidenziato la differenza tra meteorologia e climatologia - vedasi ad esempio qui o qui e la recente analisi climatica globale del 2010 - ma dato che ogni qualvolta che in Italia si verifichi qualche nevicata significativa preceduta o seguita in diverse zone del paese da alcuni giorni di ghiaccio i media non perdono occasione per equivocare i due concetti (o per lanciarsi in previsioni di imminenti glaciazioni), ribadiamo ancora una volta le principali caratteristiche delle due discipline. A seguire alcuni concetti basilari sulla circolazione generale dell’atmosfera e infine, alla vigilia di una nuova irruzione di aria di matrice siberiana sull’Italia, torniamo sullo stato dell’arte in merito alla possibile correlazione tra le recenti irruzioni gelide in Europa dell’ultimo biennio e il riscaldamento globale in atto, come ci eravamo impegnati a fare in un post precedente.

.

Tempo e clima sono cose diverse, signora mia…

.

La climatologia si occupa di analizzare il tempo meteorologico medio su scale temporali di almeno 30 anni e le condizioni climatiche di determinati luoghi e periodi vengono definite in termini di proprietà statistiche, ad esempio il valore medio della temperatura atmosferica in una regione in un secolo passato. Quindi un cambiamento climatico può essere definito come una variazione statisticamente significativa dello stato medio del clima o della sua variabilità, persistente per un periodo esteso (tipicamente decenni o più). (altro…)
CatastrofismoRecensione

Solar: energia del sole, pigrizia dell’uomo

Come già in “Lettera da Berlino” e in “Sabato”, Ian Mc Ewan gioca nel suo ultimo libro “Solar” sul parallelo-intreccio tra vicende globali (la guerra fredda nel primo caso, la guerra calda in Iraq e le grandi manifestazioni pacifiste del 2003 nel secondo) e le storie personali, caratterizzate da amore, sofferenze, violente inquietudini e piacere, come quelle di tutti noi. In 'Solar', la questione globale è il cambiamento climatico; il prof. Beard, protagonista del romanzo, si muove in una dimensione non più tragica o drammatica come nei due precedenti romanzi, ma direi farsesca, quasi parodistica. Il viaggio all’isola Spitsbergen, la goffaggine del protagonista e l'assurdità insensata del contesto, ne sono forse la rappresentazione suprema. Ma tutto il romanzo si muove su questa tonalità: si tratta di una tragedia e di una catastrofe quella che è in corso, ma Beard (e l'umanità) non riescono a prenderla e a prendersi davvero sul serio. (altro…)
AcidificazioneCO2Didattica

Qualche approfondimento sul ciclo del carbonio

Quanto carbonio si trova in atmosfera sotto forma di CO2? Quanto se ne è aggiunto negli ultimi 250 anni? E nel mare? Sembrano domande difficili e lo sono certamente, ma può risultare una scoperta capire che grazie a semplici modellazioni e a semplici calcoli, che usano niente più che la geometria e la chimica del liceo, è possibile dare una risposta, sia pure approssimata.

.

Vediamo come si può fare qualche semplice conto . Anzitutto quanto pesa l’atmosfera terrestre? Noi sappiamo che esercita al livello del mare una pressione di 1 atmosfera per cm2, ossia l’equivalente di circa 1kg/cm2 o di 10 ton/m2; su questa base possiamo facilmente calcolarlo. La pressione che esercita dipende appunto dal suo peso e se calcoliamo la superficie terrestre totale e la moltiplichiamo per questo peso unitario abbiamo una prima risposta. Raggio terrestre=6.371 km Area in km2, considerando la Terra come una sfera = 4pr2 = 4 x 3,14 x 6.3712 = 510 milioni di km2 circa. Dato che un km2 è un milione di m2 abbiamo quindi 5,1 x 1014 m2. Su questa superficie si esercita una forza di 5,1 x 1015 ton che è il peso dell’atmosfera: 5,1 milioni di miliardi di ton o 5,1 peta-tonnellate. Come sappiamo dalle misure di Mauna Loa, la CO2 rappresenta 390 ppm in volume (dicembre 2010); e questa, per la legge dei gas, è anche la percentuale sulla pressione, ma in peso? Consideriamo che il peso molecolare medio dell’aria è di 28,97, ossia 28,97 g/mole; la CO2 pesa 44,01, o 44,01g/mole e di conseguenza la sua percentuale in peso sarà più elevata di quella in volume, nella medesima proporzione: ossia 390 x 44,01/28,97=590 ppm in peso. Ne segue comunque che il peso della CO2 è in totale 5,1 x 1015 x 590/1.000.000 ton, ossia circa 3.009 Gton. Attualmente (1). (altro…)
DatiMeteorologiaTemperature

Temperature 2010: un altro anno caldo in zona record

Le prime valutazioni sulle temperature medie globali rilevate nel 2010 mostrano che, nonostante le ripetute irruzioni di aria artica che hanno caratterizzato l'inizio e la fine dell'anno, il 2010 dovrebbe collocarsi in seconda posizione nella graduatoria degli anni più caldi, con una piccola differenza rispetto alla prima posizione, inferiore all'errore della media. Il maggiore contributo al riscaldamento è venuto dalle zone più fredde della Terra, l'Artide e l'Antartide, in sintonia con le previsioni dei modelli, mentre le medie latitudini hanno evidenziato temperature nella norma o addirittura lievemente inferiori ad essa, il che non aiuta i media a trasmettere una immagine completa dei fenomeni. Inutile sottolineare, ancora una volta, come i dati smentiscano coloro che, puntualmente, dopo ogni irruzione fredda, paventano imminenti ere glaciali in agguato.

.

Smaltita la sbornia di Capodanno, eccoci pronti a effettuare le prime statistiche termometriche sull'anno appena trascorso. Nel nostro emisfero, l'anno termina d'inverno, e quindi è normale parlare di temperature medie in un periodo dell'anno in cui, normalmente, fa freddo. Semmai, può essere singolare parlare di riscaldamento globale in un periodo dell'anno in cui sono ricorrenti le irruzioni di aria artica, che proprio calda non è. Tuttavia, le misure hanno il vantaggio di essere neutrali e scevre da impressioni personali. Come mia abitudine, per un commento immediato all'anno appena trascorso, mi ispiro alla fonte di dati immediatamente disponibile, e cioè quello del NCEP/NCAR [National Centers For Environmental Prediction's and National Center for Atmospheric Research], che distribuisce gratuitamente, e con soli due giorni di ritardo, un notevole numero di dati utilissimi (tra cui le temperature in atmosfera), mediati su un grigliato di 2,5 gradi in longitudine e latitudine (alle nostre latitudini, significa circa 300 x 300 km quadrati). Si tratta di dati elaborati e non grezzi, il che permette la loro disponibilità con alcuni giorni di anticipo rispetto alle medie ottenute dall'analisi diretta dei dati delle stazioni, che debbono invece essere prima controllati, e consentono, quindi, una rapida analisi preliminare dell'anno appena trascorso. (altro…)
Artico e AntarticoTemperature

Un inverno freddo in un mondo che si sta scaldando?

Traduciamo un post di Realclimate.org, in cui, il fisico Rasmus Benestad dell’Istituto meteorologico norvegese illustra i risultati di alcune recenti pubblicazioni in merito ad eventuali correlazioni tra gli effetti del riscaldamento globale e le irruzioni di correnti gelide verificatesi nell'inverno passato e in quello in corso, in Europa e in altre aree dell'emisfero settentrionale. Un tema di grande interesse, su cui torneremo.

.

Durante la conferenza dell’Anno Polare Internazionale, nel giugno scorso, James Overland ha suggerito che dovremo attenderci inverni più rigidi e nevosi. L’eccezionale inverno freddo e nevoso occorso in Europa nel 2009 – 2010 potrebbe avere una connessione con la perdita di ghiaccio marino nell’Artico. Gli inverni freddi sarebbero associati ad un persistente “evento di blocco” in grado di trasportare aria fredda sull’Europa da Nord e da Est. Il freddo inverno che ha interessato l’Europa Settentrionale lo scorso anno è stato anche associato ad una situazione estrema connessa con l’Oscillazione Nord Atlantica (NAO), che ha registrato il secondo valore più basso dell’indice NAO corrispondente (vedasi figura sotto).

.

Lo scorso inverno ho sentito molto freddo, confesso, ma non così tanto una volta inserito in una prospettiva storica più lunga. Questo perché ricordo gli inverni più recenti più vividamente rispetto a quelli della mia infanzia, ritenuti veramente rigidi secondo gli standard attuali. Ma queste evocazioni possono essere molto soggettive, e misure più oggettive mostrano che nel lungo periodo gli inverni in Europa sono generalmente diventati più caldi, come spiegato nel blog tedesco “Wissenlogs”. Senza la tendenza al riscaldamento, sull’Europa un valore dell’indice NAO basso come quello dello scorso inverno sarebbe normalmente associato a condizioni persino più fredde rispetto a quelle osservate. (altro…)
COPMitigazioneNegoziazioni

La svolta di Cancùn sulla mitigazione

La mitigazione, o riduzione delle emissioni di gas serra, è l’elemento centrale di un accordo internazionale sul clima e uno dei principali punti di discussione tra i due giganti, politici e climatici, USA e Cina, che si rinfacciano reciprocamente la richiesta di tagli più ambiziosi ai gas serra. Gli Stati Uniti sono giustamente accusati di essere i primi responsabili in termini di emissioni storiche e di non rispettare la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che chiede ai paesi sviluppati di essere i primi a ridurre le proprie emissioni. La Cina è altrettanto giustamente richiamata ad un maggiore impegno, da seconda economia mondiale ormai ben lontana dalle condizioni economiche in cui era nel 1992 (data in cui è stata definita l’UNFCCC) e di quelle in cui versa oggi la maggior parte dei paesi in via di sviluppo. (altro…)
BufaleErroriProtocollo di KyotoRecord

Il professore da Guinness dei primati

In uno dei soliti articoli in cui Franco Battaglia scarica insulti verso i partecipanti alle Conferenze sul clima, c'è una frase da record, con 6 numeri sbagliati su 7. Prof. Franco Battaglia Il Prof. Franco Battaglia è tornato a scrivere sul tema dei cambiamenti climatici. Come al solito, non sulle riviste scientifiche, ma sul quotidiano "Il Giornale", con gli articoli del 1° dicembre "Anche gli ambientalisti sono diventati eco-scettici" e del 13 dicembre "L'ecobufala dal vertice Onu: il "pacco" per gli ambientalisti". Come tutti gli anni, in occasione delle Conferenze delle Parti della Convenzione sul Clima il professore scrive il solito articolo in cui descrive come carnevalate le conferenze stesse e irride acido alle loro conclusioni, a suo dire sempre fallimentari. Il 1° dicembre aveva quindi scritto la sua previsione sull'esito della conferenza di Cancun: ("Attendetevi quindi il 16mo fallimento. Come lo so? Esattamente come sapevo che sarebbero state un fallimento tutte le Cop precedenti") e che i suoi partecipanti ci avrebbero propinato "fuffa". Come visto in un precedente post, le cose quest'anno sono andate diversamente; il Prof. Battaglia se ne è accorto, e ha scaricato la sua rabbia con un articolo livoroso, iniziato con l'elegante "Onanismo sfrenato, quello dei convenuti a Cancun" e proseguito definendo i partecipanti "fessi del mondo" e (come nel 2007) "sfaccendati". (altro…)
The carbon map, cumulative emissions 1850-2011
inattivismoMitigazione

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte III: il nostro contributo è piccolo

Un altro classico del discorso inattivista sul clima consiste nel definire poco importanti le riduzioni delle emissioni italiane o europee, in quanto sarebbero solo una piccola quota delle emissioni globali. Generalmente si cita il contributo percentuale alle emissioni globali dell’Europa, altre volte quello dell’Italia, per dire che la loro riduzione darebbe scarsi benefici al clima del pianeta. Mettendo questi contributi in contrapposizione a quelli della Cina o di altri paesi. Altre volte si cita quale sarebbe la riduzione nelle temperature...
inattivismoRinnovabili

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte II: e allora la Cina?

Una delle tesi più frequenti dell’inattivismo climatico è il riferimento ad un presunto disimpegno della Cina sulle politiche climatiche: tesi smentita dalla realtà, dato che il paese sta affrontando una drastica e complessa transizione del settore energetico e ambisce ad assumere la leadership della lotta ai cambiamenti climatici nel nuovo ordine mondiale che si sta definendo. Negli ultimi tempi ha preso piede nella retorica dell’inattivismo climatico un argomento che appare efficace, quello secondo cui la Cina continua a costruire centrali...
Fossil fuel harms on the human boby
FotovoltaicoinattivismoRinnovabili

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte I: gli impatti dell’energia solare e eolica

Sul sito del Corriere della Sera sono state riproposte molte tesi tipiche dell’inattivismo climatico, che hanno l’obiettivo di rallentare la transizione energetica. Pubblichiamo qui la prima parte di una serie di post che hanno l’obiettivo di confutare queste argomentazioni, partendo da quella secondo cui gli impianti di energia rinnovabile, e in particolare di solare fotovoltaica e eolica, avrebbero forti impatti ambientali, o che non sarebbero convenienti da un punto di vista ambientale. Una tesi basata su esagerazioni, distorsioni e a...
IncertezzaNegazionismo

Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA

Il 23 luglio 2025, il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento intitolato A Critical Review of Impacts of Greenhouse Gas Emissions on the U.S. Climate. Il rapporto si vorrebbe proporre come una revisione critica del consenso scientifico sui cambiamenti climatici, in aperto contrasto rispetto agli esiti consolidati del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6), che rappresenta la sintesi più autorevole, completa e condivisa della letteratura scientifica sul clima. La pubblicazione del DOE è volta a sostenere...
MitigazioneProtesteRinnovabili

Tira un gran brutto vento

L’Italia ha un grosso problema con l’energia eolica, ma non è quello di cui si parla di solito sui media e sui social: il problema principale dell’eolico italiano è che se ne installa troppo poco. I dati Terna dicono infatti che a maggio 2025 sono presenti in Italia solo circa 13 GW eolici, a fronte di quasi 40 GW di potenza fotovoltaica. Inoltre, il ritmo delle nuove installazioni è lentissimo rispetto alle esigenze della decarbonizzazione. Infatti, mentre tra dicembre 2023...
Recensione

Diluvio, un grande romanzo sulla crisi climatica

Nel suo fortunato saggio La grande cecità, lo scrittore Amitav Ghosh aveva osservato come la letteratura contemporanea avesse ignorato o quantomeno sottovalutato il tema del cambiamento climatico. Secondo lo scrittore indiano, “Il cambiamento climatico è troppo impensabile per la nostra cultura narrativa; la sua esclusione è una delle forme di “cecità” della nostra epoca.”. Secondo Gosh, pensare alla crisi climatica come qualcosa di eccezionale, improbabile e non realistico, porta scrittori e in generale gli intellettuali a relegarla nel genere della...
RecensioneStoriaTemperature

La storia del clima in Italia

È da poco uscito l’ultimo libro del climatologo Luca Mercalli, una cronistoria del clima nel nostro territorio nazionale, dalla preistoria ai giorni nostri. Un racconto che unisce la scienza del clima alla storia e alla cultura del nostro paese, frutto di decenni di ricerche, ricchissimo di storie, di rimandi alle fonti e di citazioni di lavori scientifici. Un lavoro prezioso e originale, raccomandato a chiunque voglia meglio capire cosa è stato il clima che abbiamo ormai così pesantemente alterato, ed...
Climalteranti.it
Appello

Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea

Nelle prossime settimane il Consiglio europeo dovrà raggiungere un accordo sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra europee nel 2040, da inserire nel terzo NDC che l’Unione europea dovrà comunicare in settembre all’UNFCCC. La precedente Commissione europea aveva nel febbraio 2024 proposto una riduzione del -90% (rispetto al 1990), sulla base di una “valutazione di impatto” (qui una valutazione dell’ European Parliamentary Research Service) e assumendo il valore inferiore dell’intervallo di riduzione raccomandato dall’ESABCC (European Scientific Advisory Board on...
Religione

Il clima come bene comune

Nel dibattito sul pontificato di Papa Francesco, recentemente scomparso, poco spazio ha ricevuto l’attivismo del Pontefice sulla questione climatica, che si è manifestato in numerosi atti. Innanzitutto la lettera enciclica Laudato Si’- sulla cura della casa comune pubblicata nel 2015, cui ha fatto seguito nel 2023 l’esortazione apostolica Laudate Deum – a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica. Inoltre, col pontificato di Bergoglio, la Santa Sede è diventata parte dell’UNFCCC, ha ratificato l’Accordo di Parigi (presentando il...
Emissioni

L’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi sul clima

I dati dell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra, da poco pubblicati da ISPRA, mostrano come per il terzo anno consecutivo l’Italia registri emissioni maggiori di quelle previste dagli impegni assunti in ambito europeo. Pur se anche nel 2023 le emissioni italiane di gas serra sono diminuite, la riduzione è ben al di sotto di quanto previsto dagli obiettivi approvati dall’Italia. Aumenta dunque la quantità di emissioni che sarà da recuperare entro il 2030, rendendo il raggiungimento dell’obiettivo sempre più...