Protocollo di Kyoto

L’altra metà del lavoro da fare

Si è svolta a Göteborg la prima conferenza internazionale sulle tecnologie per emissioni negative di CO2, un tema sempre più di interesse in campo scientifico e tecnologico

  Come abbiamo già scritto in passato, l’Accordo di Parigi ha definito obiettivi di contenimento delle temperature globali molto ambiziosi, che per essere rispettati richiedono di limitare drasticamente la quantità di gas serra che saranno emessi in atmosfera nei prossimi decenni. Non è possibile definire questo limite con un numero preciso, per due motivi: il primo è che l’obiettivo sulle temperature non è preciso “…mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali, e perseguire sforzi volti a limitare l’aumento di temperatura a 1,5 °C” (Art.3 AdP); il secondo è che l’incertezza presente nel legame fra le emissioni di gas serra e l’aumento delle temperature globali porta gli scienziati a definire intervalli di emissioni legati a gradi di probabilità di rispettare l’obiettivo. Numerosi gruppi di ricerca negli ultimi anni hanno valutato quanto una rapidissima decarbonizzazione (ridurre a zero le emissioni) del sistema energetico mondiale, unita all’azzeramento della deforestazione, possa permettere di rispettare gli obiettivi dell’Accordo (si veda qui e qui o qui), e la conclusione è chiara: non sarà sufficiente ridurre a zero le emissioni. Anche negli scenari di decarbonizzazione più ottimistici sarà comunque necessario rimuovere dall’atmosfera molta CO2, il principale dei gas serra (e soprattutto quello con i maggiori tempi di permanenza naturali nell’atmosfera), ovvero generare “emissioni negative”. L’entità della rimozione di CO2 necessaria dipende dalla velocità con cui si riuscirà ad azzerare le emissioni: più rapida sarà la decarbonizzazione, minori le emissioni negative necessarie; più si aspetta a ridurre le emissioni, maggiore sarà la quantità di CO2 da rimuovere. (altro…)
AttribuzioneDisinformazioneErroriModelli Climatici

Tre tesi infondate del prof. Alimonti

Spesso riceviamo email che ci chiedono di commentare affermazioni “sospette” sul tema dei cambiamenti climatici. Il più delle volte rispondiamo che si tratta di argomenti che abbiamo già spiegato, e quindi non è utile ribadirli in un altro post. Questa volta facciamo un’eccezione.   Caro Comitato scientifico di Climalteranti, in data 24 marzo 2018 ho partecipato ad un convegno sul cambiamento climatico presso l’Associazione Culturale “Il dito nell’occhio” di Milano. Il protagonista dell’incontro è stato il prof. Gianluca Alimonti che ha presentato una serie di sue analisi su temperature, modelli climatici, eventi estremi e altre questioni. Alcune affermazioni mi hanno lasciata perplessa soprattutto per la poca risonanza con quanto sentito negli anni sugli stessi temi, quindi vorrei porvi alcune domande per avere un vostro commento su quanto mostrato durante il convegno. Un primo punto importante riguarda l’aumento delle temperature e quanto questo sia riconducibile all’azione antropica. In pratica il professor Alimonti, mettendo insieme quanto sottolineato dall’IPCC nel documento AR5 SPM (2013) - “È estremamente probabile che l'influenza umana sia stata la causa dominante del riscaldamento osservato sin dalla metà del XX secolo” - e i valori del grafico qui a fianco, giunge alla conclusione che non ci sia nessuna certezza che l’aumento della temperatura dell’atmosfera tra il 1850 e il 1950 sia dovuto all’azione antropica. Visto questo punto il professore conclude dicendo che “Una percentuale significativa, attorno al 50%, del riscaldamento del XX secolo sembra derivare principalmente da processi naturali”. Mi chiedevo quindi: qual è la vostra opinione sul punto in questione? E soprattutto, con un aumento delle emissioni che non tenesse conto degli impegni presi a livello internazionale per limitare l’aumento delle temperature, è vero che “Se la temperatura continuasse a salire come si è osservato dalla seconda metà del XX secolo ad oggi, molto probabilmente entro la fine di questo secolo rispetteremmo l’accordo di Parigi anche in uno scenario Business As Usual (BAU)”? (altro…)
ImpattiOceaniTraduzioni

Prove più salde di una Circolazione nord-atlantica più debole

Pubblichiamo la traduzione di un post su RealClimate di Stefan Rahmstorf, oceanografo del Potsdam Institute for Climate Impact Research, che riassume le recenti pubblicazioni che portano evidenze più robuste di una più debole Circolazione atlantica con inversione meridionale.    Con due studi su Nature, l’indebolimento del Sistema della Corrente del Golfo è tornato nei titoli delle notizie scientifiche. Erano uscite pubblicazioni interessanti anche prima, per cui è proprio ora di fare il punto della situazione. Iniziamo da Nature dell’11 aprile, che oltre ai due nuovi studi (a uno dei quali ho partecipato) comprende un commento nella sezione News&Views. Tutto ruota attorno alla domanda “Il Sistema della Corrente del Golfo sta già rallentando?”. I modelli climatici indicano che questa sarà una delle conseguenze del riscaldamento globale, insieme ad altri problemi quali l’innalzamento del livello del mare, l’aumento delle ondate di calore, dei periodi di siccità e di eventi di precipitazione estremi; ma questo rallentamento è già in corso? La risposta è tutt’altro che scontata. La Circolazione atlantica con inversione meridionale (Atlantic Meridional Overturning Circulation, AMOC in inglese, vedi la nota 1 in fondo), detto anche Sistema della Corrente del Golfo, è un enorme sistema tridimensionale di flussi attraverso l’intero oceano Atlantico che varia secondo diverse scale temporali, ragione per cui non basta affatto immergere un misuratore di corrente nell’acqua in uno o due punti. (altro…)
GhiacciImpattiNeve

Cambiamento climatico e rischio in montagna – 2: valanghe di neve: eventi recenti e scenari futuri

In un post precedente avevamo mostrato i potenziali effetti dei cambiamenti climatici sui rischi in montagna, con particolare attenzione alle valanghe di neve, potenzialmente più intense e distruttive. Gli eventi dei due ultimi inverni hanno tragicamente confermato tale tendenza, primo fra tutti l’evento di Rigopiano.   Le vittime di incidenti di valanga negli ultimi 30 anni (1986-2017) sono circa 20 in media l’anno, con una punta massima di 49 persone nell’inverno 2017. Dopo una relativa diminuzione negli anni ’90 e fino al 2000 circa, verosimilmente legata alle diminuite precipitazioni invernali e primaverili, si osserva un valore nuovamente crescente, con una evidente impennata a partire del 2013. L’inverno 2018 vede almeno 18 vittime. Gli incidenti crescono negli anni più nevosi e va rilevato che in fase di soccorso post slavina, i soccorritori stessi siano in pericolo. Benché l’incremento di incidenti possa presentare diverse concause, quali l’accresciuto numero di frequentatori della montagna (scialpinisti ecc.) o l’impreparazione degli stessi, i fattori climatici (intense precipitazioni nivali su brevi periodi, tipicamente 2-3 giorni, rialzi improvvisi di temperatura all’inizio della primavera) giocano di sicuro un ruolo rilevante (Lazar e Williams, 2008; Addimando, 2011). (altro…)
Didattica

Strumenti creativi per parlare ai ragazzi del clima che cambia

Come portare il tema dei cambiamenti climatici e della sostenibilità ambientale tra i banchi di scuola? Per vincere questa sfida Istituto Oikos, in collaborazione con altre 12 ONG europee, ha realizzato S.A.M.E. World, un progetto educativo europeo che si pone l'obiettivo di incoraggiare una riflessione critica sull’attuale modello di sviluppo e sulle conseguenze dei nostri stili di vita. Il progetto è partito da un assunto: i programmi scolastici dovrebbero favorire la capacità degli studenti di osservare e interpretare i processi globali per comprenderne l’evoluzione e la portata, ma soprattutto evidenziarne l’interconnessione. Conoscere le dinamiche globali che stanno alla base della povertà, dell’ingiustizia sociale e delle migrazioni, che rendono ognuno di noi responsabile davanti alle sfide sociali, ambientali e culturali del nostro tempo, può permetterci di trovare soluzioni comuni e tornare a immaginare e costruire una società più equa. Crediamo profondamente che non sia possibile risolvere queste sfide a meno che non si parta dall’educazione e dalla scuola. A tale scopo Same World ha realizzato numerosi materiali didattici e iniziative di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza di insegnanti e studenti sul tema della giustizia ambientale e le connessioni con i cambiamenti climatici e la migrazione ambientale. Numerose sono le attività e le risorse pedagogiche gratuite che forniscono ai docenti gli strumenti utili per affrontare questi argomenti in classe. (altro…)
ElezioniPolitica

I cambiamenti climatici nelle elezioni politiche 2018

Anche se poco se ne è parlato nei dibattiti, il tema del cambiamento climatico è ben presente nei programmi elettorali. E l’iniziativa La Scienza al Voto è riuscita nell’obiettivo far sottoscrivere un impegno serio a quasi tutte le forze politiche. Ora che è trascorso un po’ di tempo dalle elezioni, e quindi è minore il pericolo che affrontare questo tema possa essere visto come viziato da intendi propagandistici, può essere utile cercare di capire quanto il tema dei cambiamenti climatici è stato presente nelle elezioni del 2018. La questione è ampia e complessa, quindi questo post vuole solo fornire alcune informazioni di base e spunti di riflessione, senza pretesa di fornire un’analisi esaustiva.

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Come primo punto, si può dire che in queste elezioni il tema è stato più presente che nelle passate elezioni. Poco se ne è parlato nei dibatti elettorali, ma è stato presente in quasi tutti i programmi dei partiti politici. Se si leggono i programmi (Centrosinistra, Centrodestra, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, o di altre liste raccolti da La Scienza al voto di cui si dirà più avanti) si trovano impegni, toni e sfumature molto diversi, come previsto. Ed è ovvio anche che un impegno su un programma elettorale non implichi necessariamente di per sé l’attuazione dell’impegno stesso, sia perché il programma potrebbe essere una declamazione strumentale non sorretta da un reale interesse, sia perché le debolezze complessive della proposta politica potrebbero minare l’effettiva realizzabilità del programma stesso (e.g. ma mancanza di una chiara spiegazione di come trovare le necessarie coperture finanziarie). Ma questa non è una novità; il punto importante è che chi da anni è abituato a dare un’occhiata alla presenza di questi temi nei programmi quest’anno ha trovato di più. (altro…)
LibriRecensione

I limiti fisici alla crescita economica

Pubblichiamo la presentazione del libro “Physical limits to economic growth”, appena pubblicato per le edizioni Routledge, curato da Roberto Burlando e Angelo Tartaglia. E’ recentemente stato pubblicato il libro Physical limits to economic growth, apparso nella collana Routledge Studies in Ecological Economics. L’opera ha tratto occasione dal convegno Science and the Future che si svolse, presso il Politecnico di Torino, nell’ottobre 2013. Il tema è pienamente espresso dal titolo e l’intento è quello, insieme, di presentare lo stato dell’arte su una serie di problematiche rilevanti e di offrire approfondimenti originali su vari aspetti della sostenibilità o insostenibilità del sistema socio-economico globale contemporaneo. Un impegno, assunto e perseguito nel convegno del 2013 e continuato in questo testo, era ed è quello di intavolare un dibattito scientifico tra ambiti culturali differenti: scienze della natura da un lato e scienze economico-sociali dall’altro. Come è ovvio e ben noto i linguaggi sono diversi ma la pesante oggettività dei fatti impone o imporrebbe uno sforzo congiunto per analizzare con disincanto e senza barriere artificialmente costruite la fenomenologia evolutiva delle società umane nel contesto ambientale del nostro pianeta, e, possibilmente, suggerire modalità razionali e praticabili per gestire trasformazioni la cui rapidità sta ripercuotendosi negativamente e pesantemente, e ancor più rischia di farlo nel futuro, sull’umanità nel suo insieme. (altro…)
MeteorologiaModelli ClimaticiPrevisioniRiscaldamento Globale

Arriverà del freddo (d’inverno succede), mentre il riscaldamento globale continua

L’ondata di freddo prevista per la prossima settimana è ormai notizia diffusa su tutti i media; aldilà dei dettagli, ancora suscettibili di cambiamenti, si tratta di un caso meteorologico interessante perché mostra un orizzonte di prevedibilità molto esteso, cosa relativamente rara e più che altro osservabile nelle grandi onde di calore estivo. Contrariamente a quanto scrivono in queste ore le due principali testate giornalistiche italiane (vedi qui e qui) nei prossimi giorni tuttavia non arriverà il “Burian” in Italia (da non confondersi comunque con “buriana”, con un significato diverso e spesso metaforico). Primo perché si scrive Buran, secondo perché il Buran è un vento delle steppe siberiane, interessa solo l’Asia e in Europa non soffia: in Italia il vento da nordest si chiama grecale, come da rosa dei venti, oppure bora, nel caso in cui entri sull'Adriatico dalle cosiddette "porte della bora" (le "strettoie" di uscita dell'altopiano a nordest dell'Adriatico). (altro…)
ComunicazioneDisinformazioneNegazionismo

FLICC! Cinque caratteristiche di tutti i negazionismi

Due studiosi americani, i fratelli Mark and Chris Hoofnagle, hanno stilato un elenco di cinque caratteristiche condivise da tutti i negazionismi: Falsi esperti, Logica fallace , pretese Impossibili, Cherry picking, Complottismo. Queste tattiche sono già state discusse su Climalteranti nel contesto del corso online sul negazionismo climatico “Denial 101x”, dove sono riassunte dall’acronimo FLICC (vedi immagine).  

 Fonte immagine

  I “negazionismi” non sono tutti uguali. Ci sono molte differenze tra un negazionista climatico, uno dell’Olocausto e uno dell’utilità dei vaccini. Queste cinque caratteristiche, sono però condivise da un ampio spettro di negazionisti, e forniscono una chiave di lettura comune per opinioni negazioniste su molte questioni diverse. La base di ogni negazionismo sta nell’usare argomentazioni fuorvianti per convincere gli altri che un fatto storicamente o scientificamente accertato sia in realtà falso o discutibile. Nella mia tesi di laurea sulla disinformazione nel campo dei cambiamenti climatici ho cercato di applicare le cinque caratteristiche a questo specifico negazionismo. Conoscerle può aiutarci a riconoscere notizie false e fuorvianti. (altro…)
LibriRecensione

Filosofia dei cambiamenti climatici

Cambiamenti climatici. Che ci azzecca la filosofia? In quanto orizzonte globale dell’umanità all’alba, invero ormai inoltrata, del XXI secolo, il global warming e le possibili o probabili catastrofi che esso prospetta non possono non essere oggetto della riflessione filosofica. A tale riguardo è però necessario fare un chiarimento preliminare, per così dire ex negativo: non può essere ufficio di una Filosofia dei cambiamenti climatici verificare e ancora meno stabilire quanto corrette siano le modellizzazioni e simulazioni elaborate dai climatologi. Di rilievo filosofico è per contro che i grandi sconvolgimenti della biosfera cui oggi assistiamo debbono considerarsi come disastri tecno-naturali, ossia come il risultato di complesse azioni e retroazioni fra l’umano e il non umano. A prescindere dalla veridicità o attendibilità delle previsioni fatte in sede climatologica, i guasti all’ambiente hanno oggi raggiunto dimensioni planetarie tali da mettere comunque in pericolo l’esistenza della civiltà così come oggi la conosciamo. Nel mio saggio Catastrofi e cambiamenti climatici. Sette riflessioni su pensiero e rappresentazioni del disastro tecno-naturale, pubblicato da Mimesis l’anno scorso, affronto temi fra loro diversi: dalla possibilità di narrare la catastrofe alla forza o debolezza persuasiva dei dati e modelli scientifici che la descrivono; dalla critica degli usi del mondo ai futuri immaginati e immaginabili; dallo spirito della complessità alla retorica della responsabilità nei confronti delle generazioni future. Il tratto comune delle riflessioni proposte è la consapevolezza che i disastri già avvenuti, in corso e annunciati scuotono fino alle fondamenta l’edificio del pensiero che la cultura non solo filosofica è andata costruendo nei secoli. L’articolo qui di seguito presentato illustra alcuni sviluppi della riflessione avviata nel libro, come pure alcune piste per future indagini. Trattasi di un testo piuttosto lungo, invero poco confacente al format “blog”– ma il pensiero filosofico ha le sue esigenze, fra cui quella di potersi distendere. (altro…)

Migrazioni

La pericolosa ricerca di purezza e perfezione

Il documentario “Planet of the humans” di Jeff Gibbs, produttore esecutivo il noto regista Michael Moore, è una rozza e manipolatrice operazione di mistificazione complottistica sul tema della mitigazione del cambiamento climatico. Un esempio dell’ambientalismo parolaio che preferisce costruire con argomenti vecchi e superati la tesi del “tutto sbagliato… tutto da rifare”; senza proporre in alternativa niente di serio, se non le solite prediche. È ormai chiaro che sia arrivato il momento di darsi da fare per ridurre le emissioni...
Negoziato

Emergenza Coronavirus: un’occasione epocale per far cambiare direzione alle emissioni globali di gas climalteranti

Il rinvio della COP26, il Green Deal europeo e il crollo del prezzo del petrolio       L’annuncio del rinvio della COP26 da parte della Presidenza UK, inevitabile data l’emergenza Coronavirus in corso, ha destato la preoccupazione che il riscaldamento globale venga considerato un problema che in questo momento l’umanità non si può permettere di affrontare. Pur se il 2020 avrebbe dovuto essere un anno cruciale per il negoziato globale sul clima, in quanto erano attesi i rilanci degli...
Video

Lezioni climalteranti

Oltre alle 60 conferenze o lezioni disponibili sul web, segnalate in un precedente post (40 in italiano e 20 in inglese), Climalteranti ha avviato un progetto per rendere disponibile sul proprio canale Youtube alcune lezioni più specifiche inerenti la scienza del clima, le azioni di adattamento e mitigazione e le politiche sul clima, che saranno incluse in una playlist “Lezioni climalteranti”. L’obiettivo di queste lezioni, come spiegato nella breve Introduzione, è di fornire ai ragazzi e alle ragazze che sono...
Protocollo di Kyoto

Il Museo delle Tecnologie dell’Antropocene

Il mese scorso, appena prima di questa emergenza sanitaria, ho visitato il “Museum of Anthropocene Technology” (MAT) a Laveno Mombello. È un piccolo museo creato da Frank Raes, che fino a poco tempo fa lavorava presso il Joint Research Centre della Commissione Europea a Ispra. Lì ha diretto le ricerche sull’inquinamento atmosferico e sui cambiamenti climatici. Da 10-15 anni Frank è attivo sulla comunicazione della crisi climatica e il MAT è il suo modo di continuare questo lavoro. Da tempo...
Emissionitendenza

L’effetto del coronavirus nella lotta allo smog e al riscaldamento globale

In questi giorni in cui l’epidemia coronavirus ha fermato l’Italia ed è ormai diventata una pandemia globale, si è iniziato a discutere se la riduzione delle attività lavorative, la chiusura delle scuole e il forte calo dei trasporti, che dopo la Cina ormai riguarda tante nazioni del mondo, possa contribuire alla lotta allo smog e al cambiamento climatico, a causa della riduzione delle emissioni inquinanti e di gas serra. Nel caso della Cina, una dettagliata analisi di Carbon Brief ha...
InformazioneInternet

Conferenze e lezioni sul clima sul web

In questi giorni di emergenza sanitaria Coronavirus (a proposito, facciamo tutti il possibile per limitare i contagi, ha la sua utilità, vedi figura a fianco), molti si stanno rivolgendo al web per trovare alternative alle lezioni sospese su scala nazionale. Inoltre, tutti i seminari e convegni sul tema del cambiamento climatico sono stati sospesi. Proponiamo qui un primo elenco di video disponibili sul web in cui si parla adeguatamente del cambiamento climatico, ricordando in generale la sezione link del nostro...
GhiacciRicerca

Il ritiro dei ghiacciai dell’Everest visto dal Laboratorio Piramide e l’importanza della ricerca in alta quota

Riportiamo i risultati più recenti delle campagne glacio-idrologiche condotte nell’Himalaya nepalese in collaborazione con l’Associazione EVK2CNR ed il Laboratorio Piramide (5050 m s.l.m.), che mostrano l’inequivocabile stato di sofferenza delle coltri glaciali anche a tali quote e la necessità di continuare a studiare, per proporre approcci affidabili all’adattamento.            Il laboratorio Piramide ai piedi dell’Everest. Foto di Gabriele Confortola, Maggio 2014.   I ghiacciai dell’Himalaya: una inestimabile riserva d’acqua È ormai chiaro come il cambiamento climatico...
Amici

Ciao Mauro, e grazie

Nei giorni scorsi ci ha lasciato improvvisamente quanto inaspettatamente Mauro Pomatti, a 44 anni mentre usciva di casa per andare al lavoro. Mauro è stato dal primo giorno la mente informatica di Climalteranti, il “sistemista” come si dice in gergo, ossia colui che ha gestito la connessione con il mondo esterno del blog, che ne ha curato gli aggiornamenti, la presenza online, i backup e l’ha difeso da attacchi di hacker (e ce ne sono stati!). Ha fatto tutto questo...
EmissioniTrasporti

La doppia sfida CO2 / qualità dell’aria e l’inevitabile ascesa delle auto elettriche

I costruttori di autovetture e veicoli commerciali leggeri devono rispettare i limiti sulle emissioni inquinanti delle categorie Euro, resi più severi dalle nuove modalità di misura, e quelli sulle emissioni di CO2 allo scarico medie dalla flotta di veicoli immatricolati. La spinta regolatoria, seguita dal mercato e dalla sensibilità ambientale dei consumatori, è la leva che sta forzando in Europa l’avvio dell’elettrificazione del trasporto privato. Le principali difficoltà tecniche che incontrano i costruttori di autovetture e veicoli commerciali leggeri consistono...
BufaleTecnologie

La ricetta verde di Trump non esiste

Dopo tanti anni a disinformare sulla scienza del clima, ora l’Istituto Bruno Leoni vorrebbe convincerci che tutto si aggiusterà solo con l’innovazione tecnologica guidata dal libero mercato del quale fidarsi ciecamente, l’unico in grado di risolvere la crisi climatica. Una tesi priva di fondamento.   L’articolo di Alberto Mingardi su La Stampa del 24 gennaio 2020 “La ricetta verde di Trump” è un esempio di quale siano oggi gli argomenti di chi vuole impedire le azioni contro il cambiamento climatico,...