Bufale

L’impossibile smentita delle zichicche

Su il quotidiano Il Giornale è stato pubblicato l’ennesimo delirio sul clima del prof. Zichichi, seguito da un appello contro presunte bufale sul clima e una richiesta di smentita: ma a ben guardare, la tesi di Zichichi è talmente priva di senso da non poter essere neppure smentita.

 

Di solito leggiamo gli articoli sul clima che il Prof. Antonino Zichichi scrive su Il Giornale con spensieratezza se non divertimento, più o meno come assistiamo in televisione alle sue imitazioni da parte del comico Maurizio Crozza. Ci sembra evidente che la credibilità dell’anziano fisico delle particelle sui temi della climatologia sia nulla, che sia palese l’inconsistenza delle sue critiche alla scienza del clima, nonché la presenza di numerose castronerie.

Per questi motivi, negli ultimi anni abbiamo steso un velo pietoso e raramente replicato (qui un vecchio post del 2009: “Zichicche (n+1): i batteri dormiglioni”), archiviando gli articoli nella categoria del cabaret.

Quello del 5 luglio “L’inquinamento L'inquinamento va punito come reato, ma è da ciarlatani dire che modifica il clima” merita un’eccezione, in quanto alla fine dello scritto, Zichichi ha pubblicato una sorta di appello contro “il terrorismo ambientalista” e “le bufale che vengono fatte circolare sul clima”, firmato da “20 professori provenienti da università e centri di ricerca di tutto il mondo”, fra cui gli italiani Alessandro Bettini (Università di Padova), Federico Antinori (Università di Padova), Giorgio Benedek (Università di Milano-Bicocca) e Cristiano Galbiati (Università di Princeton).

Siccome combattere le bufale sul cambiamento climatico è uno degli scopi di questo blog, e visto la richiesta finale in fondo all’appello “aspettiamo smentite”, abbiamo provato a valutare la confutazione delle tesi di Zichichi. (altro…)

AgricolturaEmissioni

Il consumo di carne, i cambiamenti climatici e la salute

Gli allevamenti animali, e il consumo di carne e di altri derivati animali, sono da tempo considerati una fonte importanti di gas serra, e quindi fra le cause dei cambiamenti climatici. Non è facile attribuire un valore preciso al contributo della produzione della carne alle emissioni totali di gas serra, perché le assunzioni metodologiche possono portare a valori diversi. Si possono infatti considerare diversi passaggi della filiera di produzione (ad esempio anche il trasporto e la conservazione della carne) e molti dati necessari sono spesso incerti. Gli allevamenti sono associati alle emissioni di anidride carbonica, di protossido d’azoto, di metano prodotto dalla digestione enterica dei ruminanti.  Per essere conteggiate complessivamente in termini di CO2 equivalente si possono usare diversi Global Warming Potential, che possono essere riferiti a diversi orizzonti temporali in cui considerare l’effetto totale climalterante (per convenzione si usa 100 anni ma è, appunto, una convenzione). Assunzioni estreme su alcuni dati possono portare a stime poco credibili, come quella contenuta nel documentario Cowspiracy, in cui tramite diverse ipotesi molto discutibili si arriva ad attribuire agli allevamenti il 51% delle emissioni globali, addirittura più di quelle dovute ai combustibili fossili. Una stima più realistica fornita dal capitolo 11 del Quinto Rapporto IPCC – WG3 e da interessanti rapporti FAO (Tackling Climate Change Through Livestock, Livestock's Long Shadow e Livestock - Environment interactions: Issues and options), è pari al 15%, e l’intero settore AFOLU (Agriculture, Forestry, and Other Land Use) secondo l’IPCC contribuisce al 24% delle emissioni climalteranti globali. (altro…)

Internet

Problemi con le immagini dei post

Abbiamo un problema con le immagini dei post pubblicati fino a marzo 2017, in quanto Photobucket ha cambiato le regole del servizio che forniva. Stiamo lavorando per ripristinare tutte le immagini. Ci vorrà qualche settimana. I webmaster  
Bufale

I climatologi negano l’esistenza di Donald Trump

Pubblichiamo la traduzione di questa interessante notizia apparsa su un blog in Belgio.

  Oltre 500 climatologi, geologi e scienziati vari si sono riuniti la scorsa settimana a Parigi per un vertice speciale, dedicato a discutere l'esistenza di Donald Trump, presunto 45° Presidente degli Stati Uniti. Benché il fenomeno politico abbia avuto ampio risalto nei media negli ultimi anni e, secondo numerose fonti, sia stato “osservato” anche in Europa, molti prestigiosi specialisti rimangono scettici circa la reale esistenza dell'uomo Donald Trump.

Sin da quando ha vinto le elezioni presidenziali statunitensi, i ricercatori del clima e gli esperti politici hanno vivacemente discusso dell'effettiva esistenza di Mr. Trump.

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BufalegiornalistiNegazionismo

Una “ola” per Federico Rampini

Nella puntata di “8 e mezzo”, sabato 10 giugno, la giornalista de Il Tempo e Libero Paola Tommasi, capo della segreteria tecnica del presidente del gruppo Forza Italia della Camera dei Deputati, ha concentrato in pochi secondi un campionario di sciocchezze sul tema dei cambiamenti climatici in grado di insidiare i precedenti record di Franco Battaglia e Annalisa Chirico.

Argomenti già sentiti, come “gli scienziati sono divisi” “i cambiamenti climatici ci sono sempre stati”, oppure “da 15 anni la temperatura globale media è rimasta invariata” (argomento in voga 5 anni fa, ormai ridicolo viste le temperature record degli ultimi tre anni), con la chicca del “gli studi scientifici ci dimostrano che anche su Marte ci sono i cambiamenti climatici e lì non c’è vita” (una bufala nota da anni). (altro…)

Negoziazioni

Il discorso di Trump: solo un diversivo?

Il discorso con cui Trump ha annunciato di voler avviare le procedure per il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi è stato accolto, come c’era da attendersi, da critiche quasi unanimi da parte degli altri leader mondiali. E da una pronta risposta di 68 sindaci, sia Repubblicani che Democratici (tra cui quelli di New York, Chicago, Seattle, Boston, Los Angeles, San Francisco, Miami, Houston, Palm Beach, Little Rock) che hanno affermato con forza di voler rispettare gli impegni per contenere l’incremento della temperatura globale.

La proposta avanzata da Trump nel suo discorso, di avviare un negoziato per un nuovo accordo, è quindi destinata ad un nulla di fatto. Inoltre, l’Accordo di Parigi prevede tempi di uscita molto lunghi; la mossa di Trump non produrrà quindi effetti concreti fino al 4 Novembre 2020, data in cui gli Stati Uniti potranno formalmente abbandonare l’Accordo.

La decisione di Trump avrà come principale effetto il disimpegno degli USA nel rilancio degli impegni di riduzione a livello globale, e i danni saranno soprattutto per gli stessi Stati Uniti.

Si tratta per lo più di una decisione simbolica, legata all’ossessione paranoica ben rappresentata dallo slogan “Make America Great Again”.

Non c’è molto da dire dal punto di vista scientifico sul discorso di Trump (qui il testo): l’inconsistenza e la miopia delle critiche di Trump alla sostanza dell’Accordo sono palesi. I numeri sulle probabili perdite di posti di lavoro (2,5 milioni entro il 2025) o sulla perdita di benessere conseguenti alle politiche sul clima sono rozzi errori o vere e proprie bugie (qui un interessante fact checking): tesi senza fondamento che assomigliano da vicino agli argomenti con cui nel corso degli anni ha denigrato o deriso la scienza del clima (qui potete trovare un incredibile discorso in cui Trump propone di fare un test di intelligenza a chi crede nel riscaldamento globale, mentre a Rochester fa freddo).

E comunque l’economia, i capitali, gli investimenti stanno già andando dalla parte giusta. Non è un caso che un’azienda americanissima come Tesla, che oggi più di chiunque altro incarna la visione di un mondo decarbonizzato, abbia ormai superato in capitalizzazione di borsa colossi come Ford e General Motors. E a questo punto anche Musk abbandona il suo ruolo di consigliere di Trump, avendo evidentemente molto di meglio da fare. (altro…)

ComunicazioneFotografieImpattiMitigazione

WorldClimaps, uno strumento per accrescere la consapevolezza sui cambiamenti climatici

Pubblichiamo la presentazione di WorldClimaps, un nuovo strumento creato per far conoscere le conseguenze del cambiamento climatico, e le azioni di risposta avviate, in tutto il mondo. Prevede la possibilità per tutti di partecipare, fornendo informazioni.

 

Il cambiamento climatico influenza tutti noi e ogni aspetto della nostra vita. Influenza gli ecosistemi, le nostre infrastrutture, la nostra salute, il nostro sistema economico e la sicurezza globale. Sta mutando il pianeta per come è conosciuto e lo sta facendo ad una velocità maggiore di quanto sia mai avvenuto precedentemente. Si tratta di un problema reale che va affrontato.

Per poter reagire al cambiamento, è di fondamentale importanza comprendere ed individuare le sue reali cause e conseguenze. Conosciamo le conseguenze fisiche e dirette del cambiamento: riscaldamento dell’atmosfera e degli oceani, scioglimento dei ghiacci, aumento del livello del mare. Ma quali sono le conseguenze indirette? In che modo questi avvenimenti globali vanno ad influenzare la nostra vita, il nostro sistema economico e sociale? Perché facciamo così fatica a vederle e perché è di massima urgenza reagire al cambiamento? (altro…)

AttribuzioneModelli Climatici

Le risposte degli scienziati – seconda parte: l’affidabilità dei modelli climatici

Pubblichiamo la seconda parte della traduzione del post di Climate Feedback con le risposte degli scienziati ad alcune affermazioni avvenute nell’audizione presso lo presso lo U.S. House Committee on Science, Space, and Technology, che si è tenuta lo scorso 29 marzo, sul tema Climate Science: Assumptions, Policy Implications, and the Scientific Method. Le citazioni tratte dall’audizione sono indicate in corsivo fra parentesi quadre, e per ognuna è indicato l’autore. Seguono le risposte rilasciate da scienziati. L’elenco completo dei commenti è disponibile qui.

 

[…Dimostro che il consenso dei modelli è ben lontano da superare il test del confronto con il mondo reale.]

John Christy

 

Victor Venema, Scientist, University of Bonn, Germany:

Da anni, Christy mostra questo grafico (riportato qui a fianco, ndr) sul suo blog e durante audizioni al Congresso. Se fosse un risultato valido, sarebbe scientificamente interessante. Tuttavia, in tutti questi anni Christy non ha mai pubblicato un articolo scientifico basato sulle sue affermazioni, e diversi scienziati hanno dovuto analizzare attentamente il grafico per capire come è stato generato.

Una cosa chiara è che, a causa della media sui 5 anni, il forte riscaldamento degli ultimi tre anni non compare. Inoltre, la media tra i dataset dei palloni sonda e quelli satellitari azzera le ampie incertezze delle osservazioni. Non è molto corretto allineare misurazioni e modelli scegliendo un solo anno particolarmente caldo; per ridurre l’influenza di queste scelte arbitrarie, gli scienziati di solito usano periodi più lunghi. Questo post di RealClimate discute parecchi di questi problemi, ma sfortunatamente Christy non ne ha tenuto conto e non ha corretto il grafico. (altro…)

Temperaturetendenza

Le risposte degli scienziati – prima parte: le prove del riscaldamento globale

Pubblichiamo in questo e nei prossimi due post la traduzione delle risposte degli scienziati ad alcune affermazioni sul tema della scienza del clima avvenute nell’audizione presso lo U.S. House Committee on Science, Space, and Technology, che si è tenuta lo scorso 29 marzo, sul tema “Climate Science: Assumptions, Policy Implications, and the Scientific Method“

In questa audizione sono stati chiamati a partecipare solo quattro “testimoni” che non possono essere considerati rappresentativi di tutti i settori di studio necessari per comprendere un ambito tanto vasto quanto le scienze del clima.

Il network di scienziati Climate Feedback ha perciò chiesto a ricercatori che pubblicano regolarmente sui temi oggetto dell’audizione di fornire un parere sulla validità delle testimonianze, in modo da fornire un quadro più ampio e significativo dello stato della conoscenza scientifica.

Le citazioni degli interventi sono indicate in corsivo fra parentesi quadre, e per ognuna è indicato l’autore; il testo integrale dei commenti è disponibile qui. (altro…)

Comunicazione

La fallacia dello “stratagemma Galileo”

Capita spesso, quando si discute di cambiamenti climatici, di sentire usare lo “stratagemma Galileo”, che in sintesi è questo: “Galileo Galilei era in disaccordo con l’establishment scientifico del tempo, ma aveva ragione, quindi potrebbe essere che anche oggi abbiano ragione i pochissimi scienziati che negano le responsabilità umane sul cambiamento climatico”.

Questa argomentazione ha alcuni punti deboli storici (diversi scienziati del suo tempo davano ragione a Galileo, l’Inquisizione che l’ha perseguitato non era formata da scienziati), e logici (Galileo è oggi celebrato perché aveva ragione, non solo perché era un eretico per il suo tempo) ma viene usata così di frequente e in ambiti così vari  che il “Galileo Gambit” è catalogato come un tipo di errore logico, discusso sul web in molti post interessanti.

Visto che ancora oggi capita di sentirlo riproposto, pubblichiamo una rappresentazione molto efficace della fallacia dello stratagemma di Galileo, la figura pubblicata da David J. A. Cooper.

Il caso di Galileo si trova all’intersezione fra le persone che usano la ragione, le persone che hanno ragione e le persone che sono perseguitate per le loro convinzioni.

Separate dalla grande barriera della consapevolezza di sé stanno le persone che pensano di incarnarle tutte quante, grazie al fatto di dimostrare costantemente di avere torto.

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Testo di Stefano Caserini, con contributi di Gabriele Messori e Sylvie Coyaud

ComplottiPaleoclimatologiaTemperature

L’ossessione della mazza da hockey

La ricostruzione delle temperature globali degli ultimi secoli continua ad essere fonte di tesi inverosimili e complottistiche, mentre dal punto di vista scientifico l’evidenza sull’anomalia del riscaldamento degli ultimi decenni è sempre più solida.   Chi segue da un po’ di tempo il dibattito scientifico sul cambiamento climatico avrà sicuramente sentito parlare della cosiddetta “mazza da hockey”, il grafico che descrive la ricostruzione delle temperature nei secoli precedenti all’inizio della misurazione diretta con i termometri. Ne abbiamo parlato diverse volte...
GhiacciSpazio

L’epilogo dei ghiacci d’alta quota e la nuova ricerca del ghiaccio lunare

Il riscaldamento globale sta causando non solo la rapida scomparsa dei ghiacciai d’alta quota ma anche delle informazioni ambientali contenute. Per la glaciologia, ma anche per tutta la scienza e la tecnologia, si stanno per aprire nuove frontiere di studio e sfruttamento del ghiaccio nel sistema solare ed in primo luogo sulla Luna.   Figura 1: Immagine notturna del sito di estrazione di carote di ghiaccio d’alta quota (Ortles, 3859 m, Alpi Orientali) illuminato dalla Luna. (Foto: Jacopo Gabrieli; Progetto...
Attribuzione

Anche ENI contribuisce al riscaldamento globale

In alcuni passaggi delle memorie presentate della difesa di ENI in una causa legale, si nega il contributo al riscaldamento globale del principale produttore di combustibili fossili italiano, nonché forte emettitore diretto di gas serra. Al di là degli aspetti giuridici, ossia se sia giusto o no condannare ENI, giudizio che spetta ai giudici, intendiamo qui mostrare come quanto sostenuto non regge dal punto di vista scientifico, perché il legame fra emissioni e l’aumento delle temperature e gli impatti conseguenti...
ElezioniparlamentoPolitica

L’analisi degli impegni sul clima dei partiti italiani nelle elezioni europee

Numerosi componenti del Comitato Scientifico di Climalteranti hanno collaborato con l’Italian Climate Network (ICN) alla valutazione dell’impegno all’azione sul clima delle forze politiche italiane per le elezioni che si terranno l’8-9 giugno 2024. Questa valutazione si aggiunge a quella effettuata da Carbon Brief sugli impegni assunti nei manifesti dai principali gruppi del Parlamento europeo, descritta nel precedente post. Nella valutazione sono stati considerati i programmi resi pubblici dalle diverse forze politiche italiane, resi anonimi e inviati ai valutatori. I 10...
Protocollo di Kyoto

ELEZIONI UE 2024: COSA DICONO I MANIFESTI SULL’ENERGIA E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Pubblichiamo la traduzione del post del blog Carbonbreif in cui viene effettuata una valutazione degli impegni assunti dai principali gruppi del Parlamento europeo nei manifesti elettorali delle imminenti elezioni europee.   Le elezioni per il Parlamento europeo si svolgeranno dal 6 al 9 giugno e daranno il via a un processo che stabilirà una nuova leadership dell’UE. Circa 360 milioni di cittadini dell’UE hanno diritto di voto. Sceglieranno tra i rappresentanti dei partiti nazionali, ognuno dei quali è affiliato a...
ImpattiOceaniRahmstorf

LA CIRCOLAZIONE ATLANTICA STA RAGGIUNGENDO UN PUNTO DI NON RITORNO?

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo “Is the Atlantic Overturning Circulation Approaching a Tipping Point?” scritto dall’oceanografo e climatologo Stefan Rahmstorf sulla rivista Oceanography, un magistrale riassunto di come si è arrivati alla chiara comprensione dell’esistenza di un gravissimo rischio legato al superamento del punto di non ritorno che potrebbe portale al collasso della circolazione termoalina.     Riassunto La grande corrente marina AMOC (Atlantic Meridional Overturning Circulation, in italiano capovolgimento meridionale della circolazione atlantica, ndt) ha un impatto importante sul clima,...
Grafico da Koutsoyiannis et al. 2023
AbbagliStatistiche

Prima l’uovo o la gallina? Come prendere fischi per fiaschi nella correlazione tra CO2 e temperatura

Un recente articolo suggerisce che l’accumulo di CO2 in atmosfera sia causato dall’influenza della temperatura sui sistemi naturali, e non dai combustibili fossili. Ma è un clamoroso abbaglio, come confondere il freno con l’acceleratore.   Qualche mese fa è uscito un articolo scientifico intitolato “Su galline, uova, temperature e CO2: nessi causali nell’atmosfera terrestre” coordinato da Demetris Koutsoyiannis, professore di Idrologia all’Università di Atene. L’articolo, pubblicato dalla rivista Sci – MDPI (una rivista del tutto marginale nel settore della climatologia,...
ElezioniPolitica

La lettera aperta della comunità scientifica di clima e ambiente alle famiglie politiche europee

Climalteranti aderisce alla lettera aperta rivolta da alcune associazioni scientifiche europee alle forze politiche che – in tutti i  paesi europei – si presenteranno alle prossime elezioni, in vista di un incontro che si terrà il 3 maggio a Venezia   Nelle elezioni europee del maggio 2024 i cittadini decideranno il nostro futuro, scegliendo tra visioni – anche molto diverse tra loro – della società e del nostro stare insieme. Questo esercizio concreto dei valori di libertà e di democrazia...
LibriMitigazioneRecensione

Come abbandonare i combustibili fossili

Nel panorama dei libri disponibili sul cambiamento climatico e la transizione energetica è arrivato finalmente un libro la cui lettura è fortemente consigliata a quanti – troppi, purtroppo – sostengono che fare a meno dei combustibili fossili non si può, costa troppo, è troppo complesso o ci vorranno secoli. “L’urgenza di agire. Perché e come abbandonare rapidamente le fonti fossili” (Luce edizioni), scritto da Marco Giusti, spiega come la transizione sia possibile, entrando nel merito delle decine e decine di...
ImpattiOceaniTraduzioni

La circolazione oceanica dell’Atlantico e il sistema della Corrente del Golfo si stanno avvicinando ad un punto di non-ritorno

Pubblichiamo la traduzione del post scritto per Realclimate dell’oceanografo e climatologo Stefan Rahmstorf, “New study suggests the Atlantic overturning circulation AMOC “is on tipping course”. Il termine AMOC, Atlantic Meridional Overturning Circulation, in italiano capovolgimento meridionale della circolazione atlantica, è il termine scientifico per indicare l’intera circolazione oceanica che trasporta acqua e calore verso nord, e di cui una parte è la ben nota “Corrente del golfo”. Lo studio appena pubblicato, che si aggiunge ad altri usciti nei mesi scorsi,...