Le risposte degli scienziati – prima parte: le prove del riscaldamento globale
Pubblichiamo in questo e nei prossimi due post la traduzione delle risposte degli scienziati ad alcune affermazioni sul tema della scienza del clima avvenute nell’audizione presso lo U.S. House Committee on Science, Space, and Technology, che si è tenuta lo scorso 29 marzo, sul tema “Climate Science: Assumptions, Policy Implications, and the Scientific Method“
In questa audizione sono stati chiamati a partecipare solo quattro “testimoni” che non possono essere considerati rappresentativi di tutti i settori di studio necessari per comprendere un ambito tanto vasto quanto le scienze del clima.
Il network di scienziati Climate Feedback ha perciò chiesto a ricercatori che pubblicano regolarmente sui temi oggetto dell’audizione di fornire un parere sulla validità delle testimonianze, in modo da fornire un quadro più ampio e significativo dello stato della conoscenza scientifica.
Le citazioni degli interventi sono indicate in corsivo fra parentesi quadre, e per ognuna è indicato l’autore; il testo integrale dei commenti è disponibile qui. (altro…)
La fallacia dello “stratagemma Galileo”
Capita spesso, quando si discute di cambiamenti climatici, di sentire usare lo “stratagemma Galileo”, che in sintesi è questo: “Galileo Galilei era in disaccordo con l’establishment scientifico del tempo, ma aveva ragione, quindi potrebbe essere che anche oggi abbiano ragione i pochissimi scienziati che negano le responsabilità umane sul cambiamento climatico”.
Questa argomentazione ha alcuni punti deboli storici (diversi scienziati del suo tempo davano ragione a Galileo, l’Inquisizione che l’ha perseguitato non era formata da scienziati), e logici (Galileo è oggi celebrato perché aveva ragione, non solo perché era un eretico per il suo tempo) ma viene usata così di frequente e in ambiti così vari che il “Galileo Gambit” è catalogato come un tipo di errore logico, discusso sul web in molti post interessanti.
Visto che ancora oggi capita di sentirlo riproposto, pubblichiamo una rappresentazione molto efficace della fallacia dello stratagemma di Galileo, la figura pubblicata da David J. A. Cooper.
Il caso di Galileo si trova all’intersezione fra le persone che usano la ragione, le persone che hanno ragione e le persone che sono perseguitate per le loro convinzioni.
Separate dalla grande barriera della consapevolezza di sé stanno le persone che pensano di incarnarle tutte quante, grazie al fatto di dimostrare costantemente di avere torto.
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Testo di Stefano Caserini, con contributi di Gabriele Messori e Sylvie Coyaud
La protesta di Mark Cane contro “La Lettura”

Le foreste sono cruciali per raggiungere gli obiettivi di Parigi?
È certo, il clima è surriscaldato
Nell’intervista pubblicata da “La Lettura” del 26 febbraio 2017, intitolata “Credetemi, il clima non è surriscaldato”, William Happer ha rispolverato molti dei miti del negazionismo climatico, da tempo confutati dalle evidenze scientifiche disponibili. Come spiegato nel precedente post, nell'articolo dell’inserto culturale del Corriere della Sera (qui il testo) è stato proposto un finto confronto fra il fisico William Happer e il climatologo Mark Cane (raggiunto via mail, Cane ha dichiarato di non essere al corrente della presenza di un interlocutore nell'articolo, com'è raccontato qui). Molte delle affermazioni di Happer non sono state confutate nell’articolo, che ha anzi dato pari dignità, e più spazio e visibilità complessiva, alle sue opinioni rispetto a quelle del climatologo Cane.
In collaborazione con Scienza in Rete, Climalteranti ha analizzato le 14 affermazioni scientifiche di Happer, mostrandone l'inconsistenza scientifica.
(altro…)L’infortunio de “La Lettura”
Provate a immaginare cosa succederebbe se l’inserto culturale del Corriere della Sera, “La Lettura”, ospitasse nelle sue prime pagine un articolo intitolato “Credetemi, i vaccini provocano l’autismo”, con un confronto fra un odontotecnico in pensione (che sostiene quella tesi) e un epidemiologo specializzato in vaccini (che sostiene il contrario).
Probabilmente scoppierebbe uno scandalo mediatico, o almeno sarebbero sommersi dalle pernacchie il redattore (responsabile del titolo schierato a supporto di una delle due tesi – quella infondata), la giornalista (responsabile di mettere sullo stesso piano le opinioni stravaganti di un incompetente e i fatti di un esperto del settore) e il direttore dell’inserto (responsabile di aver dato il massimo rilievo a un articolo insensato su un tema di grande rilevanza sociale); il direttore del quotidiano farebbe probabilmente passare loro un brutto quarto d’ora.
Questo esercizio di immaginazione è necessario per capire perché l’articolo pubblicato da “La Lettura” del 26 febbraio 2017, intitolato “Credetemi, il clima non è surriscaldato”, rappresenta un’ulteriore prova del ritardo del mondo della cultura italiana nel comprendere la gravità del problema del riscaldamento globale. E del non rendersi neppure conto di quanto questo ritardo possa essere pericoloso. (altro…)
Un film da buttare: The Great Global Warming Swindle
Iniziamo con questo post una serie di interventi che analizzano il materiale che ha costituito negli anni passati le basi del negazionismo climatico. E che ora si può tranquillamente buttare nel cestino.
The Great Global Warming Swindle (“La grande truffa dei cambiamenti climatici”) è un documentario del 2007, diretto da Martin Durkin. È stato prodotto da Channel 4, visto da molti milioni di persone, in Italia trasmesso in una puntata di Matrix nella giornata mondiale dell’Ambiente del 7 luglio 2007 (introdotto da Enrico Mentana come esempio di “giornalismo controcorrente”). È stato molto visto su YouTube, da una rapida occhiata ai commenti parrebbe che abbia fatto breccia nell’opinione degli utenti. Molto spesso è stato citato come un esempio di confutazione delle teorie più accreditate sul riscaldamento globale.
In sintesi, la tesi del film è che esisterebbero validi motivi per non credere alle spiegazioni “ufficiali” riguardo alle variazioni di temperatura cui stiamo assistendo, e i cambiamenti climatici non sarebbero altro che un pretesto per orientare l’economia in direzione di alcune specifiche attività, impedendo, fra l’altro, lo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo. Sequenze di voce narrante, accompagnate da immagini ora apocalittiche ora tranquillizzanti, si alternano a brevi interventi di personalità appartenenti a vari ambiti scientifici, finalizzate a smantellare le comuni credenze a proposito dei cambiamenti climatici e ricostruire l’oscura trama che ha dato origine a questa scellerata serie di truffe: swindle, per l’appunto. (altro…)
Impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa
Il 25 gennaio scorso è stato presentato a Bruxelles il nuovo rapporto su impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa (Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2016,) redatto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (European Environment Agency – EEA).
Il rapporto è una valutazione degli impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa basata su indicatori dei passati e futuri cambiamenti climatici e sui risultati della recente ricerca scientifica. Inoltre il rapporto prospetta la necessità di dare maggiore impeto alle politiche di adattamento e di rafforzare la conoscenza scientifica.
Il rapporto presenta lo stato dell’arte su quanto l'Europa dovrà fronteggiare nei prossimi decenni a causa dei cambiamenti climatici. Il quadro è in generale preoccupante - tutte le regioni europee e tutti i settori subiranno conseguenze negative (con qualche minore eccezione per la produttività di alcune colture in alcune regioni), e in particolare, l’Europa meridionale sarà particolarmente colpita, e quindi anche l’Italia subirà impatti severi, anche se è per l’Europa Sud orientale che ci si attende la situazione peggiore.
Figura 1. La Copertina del Rapporto dell’Agenzia Europea per l’AmbienteIl rapporto è stato sviluppato dall’EEA in collaborazione con il centro tematico europeo ETC/CCA (European Topic Centre on: Climate Change impacts, vulnerability and adaptation), il JRC (Joint Research Centre della Commissione Europea), l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), il WHO (World Health Organisation - Regional Office for Europe) e altri due centri tematici europei (ETC-BD e ETC-ICM). Questo è il quarto rapporto, pubblicato ogni quattro anni, della Agenzia Europea per l’Ambiente che si concentra su impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa, Questa edizione in particolare ha lo scopo di sostenere il processo di attuazione e revisione della Strategia di Adattamento 2013 dell’UE, previsto per il 2018, nonché lo sviluppo di strategie e piani di adattamento nazionali e transnazionali. (altro…)
Il riscaldamento globale e il freddo dell’inverno

2016, terzo – e straordinario – record consecutivo delle temperature
Iniziamo il nuovo anno proponendo come consuetudine l’analisi delle temperature medie globali dall'analisi dei dati grezzi e grigliati NCEP/NCAR relativi alle temperature all'anno appena terminato. Il 2016 straccia tutti i record e risulta per il terzo anno di fila l'anno più caldo dall'inizio delle misure. È un risultato ampiamente previsto da diversi mesi, e rappresenta un record straordinario favorito anche dall'intenso episodio di El Niño, che pur nella sua parabola discendente ha influenzato nettamente i valori termici della prima parte dell'anno. Il valore dell'anomalia complessiva è pari a +1,3°C rispetto al periodo 1880-1909, il più vicino al periodo pre-industriale.
Due anni fa, in questi giorni, l'analisi dei dati rivelava come, “finalmente”, il 2014 fosse risultato l'anno più caldo dall'inizio delle misure. Diciamo “finalmente” perché in questo modo si poneva una pietra sopra l'annosa ed insulsa querelle sulla presunta “fine” del riscaldamento globale. Un anno fa, tra lo sbigottimento generale dei non addetti ai lavori, il 2015 risultò per la seconda volta consecutiva l'anno più caldo. I climatologi, in realtà, erano preparati da mesi al secondo record consecutivo, in quanto avevano previsto il ruolo di feedback positivo del fenomeno El Niño, esploso in tutta la sua potenza nel corso dell'anno. Il record era parso ormai ineludibile già a fine autunno 2015, vista l'enorme anomalia termica positiva accumulata nei primi nove mesi dell'anno. Ma il valore numerico continuò a crescere fino al termine dell'anno, con anomalie rilevanti anche nei mesi invernali, e il computo complessivo, rapportato all'inizio del secolo, portò all'incredibile valore di circa +1 °C. Praticamente metà della soglia di 2°C considerata per tanti anni dalle politiche del clima e due terzi del valore massimo di 1,5°C introdotto dall’Accordo di Parigi. (altro…)

2019: tanto per cambiare, ancora un anno sul podio

Le foreste ci salveranno?

L’ambiguo insuccesso della COP25

La COP25 di Madrid e l’art. 6 dell’accordo di Parigi

Mercanti di dubbi

Appello degli scienziati del mondo sull’emergenza climatica

L’esperto di energia che fa errori madornali sul cambiamento climatico

Una risposta a Beppe Severgnini: non c’è la libertà di disinformare

Un delirio a Otto e mezzo: altri record per il Prof. Battaglia
