Psicologia

Psicologia e cambiamenti climatici

Molti sono i legami fra la psicologia e il tema dei cambiamenti climatici, come mostra un recente numero speciale dell'"American Psychologist" .

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Chi si occupa della scienza del clima a volte si stupisce delle difficoltà che si incontrano nel far capire la realtà del problema, e la sua gravità: nonostante le complessità e le incertezze presenti, alcuni dati di base, alcune tendenze sono indiscutibili ( aumento dei gas climalteranti in atmosfera, aumento delle temperature, riduzione dei ghiacci, acidificazione degli oceani, ecc).

Invece, come sanno i lettori di questo blog, ancora oggi non mancano le voci che cercano di mettere in discussione questa realtà, raccontandoci che il clima è sempre cambiato, che la colpa di tutto è il sole o che stiamo andando vero l'era glaciale.

Sorge quindi spontanea la domanda: perché? Perché ancora oggi è diffusa la convinzione che questa dei cambiamenti climatici sia tutta una storiella messa in giro da scienziati infingardi o avidi di fondi di ricerca?

Parte della responsabilità potrebbe essere del mondo scientifico, che non ha saputo comunicare adeguatamente all'esterno, far capire i dati e le elaborazioni che portano a ritenere inequivocabile il riscaldamento del pianeta e "molto probabile" la responsabilità umana. Troppo spesso gli studiosi dimenticano che "i dati non parlano da soli".

Altri "perché" si potrebbero trovare dall'azione delle lobby della disinformazione; ma mentre in altri contesti, per esempio negli Stati Uniti, le pressioni delle lobby dell'industria petrolifera e del carbone sono pesanti e documentate, nel negazionismo italiano i conflitti di interesse sembrano essere stati un fattore poco rilevante. Hanno contato di più l'esibizionismo, il narcisismo, la ricerca di visibilità che può arrivare dal cantare fuori dal coro. Il problema climatico per altri è stato uno dei fronti di una battaglia ideologica, volta a difendere a tutti i costi l'attuale concezione dello sviluppo e della produzione, o una visione religiosa dell'uomo e della natura. (altro…)

ETSLULUCFMercato volontarioProtocollo di Kyoto

Mercato volontario e foreste …attenti al doppio conteggio

Pur se “pianta un albero e compensa le tue emissioni” è uno slogan di facile presa, gli assorbimeni di CO2 derivanti da interventi di afforestazione o di gestione forestale sono già conteggiate a livello nazionale.

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Accanto ai mercati ufficiali dei crediti di riduzione della CO2 (clean development mechanism e joint implementation del Protocollo di Kyoto, Emisision Trading in Europa), si è sviluppato un mercato di iniziative volontarie che si pone l’obiettivo di compensare o ridurre le emissioni di alcune attività. Decine di siti internet offrono la compensazione delle emissioni dovute a proprie attività (ad esempio gli spostamenti durante l’anno, i consumi di energia elettrica, la stampa della propria tesi di laurea o un matrimonio). Molte delle compensazioni sfruttano il potenziale di assorbimento di attività legate all’uso ed alla variazione di uso delle terre (Land-use, Land-use Change and Forestry - LULUCF), generalmente tramite progetti di forestazione. In parole povere, il messaggio che arriva è “pianta un albero e compensa le tue emissioni”.

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In questo post, e in altri che seguiranno in futuro, intendiamo mostrare come il mercato volontario ha numerosi problemi e punti critici. Iniziamo col discutere quando, e a che condizioni, sarebbe corretto conteggiare come compensazione un intervento nel settore LULUCF. (altro…)
EnergiaMitigazioneRinnovabili

L’ IPCC incorona le energie rinnovabili

Il rapporto speciale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dedicato alle rinnovabili segna una svolta nel consenso internazionale: da fenomeno di nicchia sono ormai passate ad essere considerate “la principale opzione low-carbon nella maggioranza degli scenari al 2050”.

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L’energia torna al centro del dibattito sulla mitigazione del cambiamento climatico. Mentre gli Accordi di Cancún, per molti versi positivi, evitavano di menzionare la parola “energia” (dedicando invece 51 occorrenze alla parola “foreste” ed i suoi composti), un nuovo rapporto dell’IPCC torna a sollecitare i governi a promuovere le energie rinnovabili come via maestra per la riduzione delle emissioni. Le energie rinnovabili sono molto importanti per la mitigazione dei cambiamenti climatici: senza le rinnovabili “il costo della mitigazione crescerebbe e basse concentrazioni di gas climalteranti in atmosfera non potrebbero essere raggiunte” (pag. 1160, capitolo 10).

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Figura 1 – Emissioni CO2 dalla produzione di energia da fonti rinnovabili e non rinnovabili (pag. 165) Le rinnovabili non hanno limiti tecnici globali: l’irradiamento solare e il vento non pongono limiti fisici alla copertura dell’intero fabbisogno energetico mondiale. I fattori infrastrutturali (trasporto, smart grid, connessioni con la mobilità elettrica), valoriali (percezione della pubblica opinione comune ed imprenditoriale) ed economici (costi, investimenti, remuneratività) possono essere gestiti con apposite politiche, col dialogo sociale, con l’esercizio di una leadership diffusa. (altro…)
PrecipitazioniTemperature

Il clima cambia anche in Italia

I rapporti di diverse ARPA, Regioni, e istituti locali fanno vedere in Italia, anche a scala regionale, i segnali del cambiamento climatico.

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Gli indicatori climatici dell’anno 2009”, il rapporto compilato dall’ISPRA con il contributo di ARPA regionali, Regioni, Province autonome e il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, mostra dei risultati di grande interesse riguardo l’evoluzione del clima in Italia. Come detto in un precedente post, il segnale termico di aumento su scala nazionale è incontrovertibile e mostra valori superiori al trend globale, in linea con l’individuazione dell’area mediterranea quale “hot spot” del cambiamento climatico. Per le precipitazioni, invece, il segnale di diminuzione è più incerto e variabile da area ad area. Al nord appare chiaro per le precipitazioni annuali, non così sembra al sud dove prevale la variabilità interannuale.

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Adottando uno sguardo “regionale”, si rafforzano le conclusioni sul campo termico e diminuiscono anche alcuni dubbi e incertezze sulle piogge. Senza nessuna pretesa di esaustività, riassumiamo alcuni risultati, accessibili sui siti web istituzionali. Nel capitolo del rapporto del 2009 intitolato Relazione dello stato dell’Ambiente Emilia Romagna, dall’analisi dei dati di 45 stazioni uniformemente distribuite sul territorio regionale, si evidenzia un chiaro trend climatico sul periodo 1961-2008 delle temperature massime e minime (medie annuali). Il contributo più importante alla crescita, sia nei valori minimi che massimi di temperatura, è dovuto in genere alla stagione estiva, anche se tale segnale di crescita è visibile in tutte le stagioni. L’andamento delle precipitazioni annue rilevate da una rete di circa 90 stazioni - uniformemente distribuite anch’esse sul territorio regionale - mostra una tendenza di diminuzione per il periodo 1961-2008, diminuzione dovuta soprattutto alla stagione invernale e meno alla stagione primaverile ed estiva. (altro…)
ErroriPrecipitazioniTemperature

Ancora errori da Franco Prodi sul clima

In un’intervista pubblicata da Repubblica del 20 maggio, il Prof. Franco Prodi ha affermato che “in questi 50 anni il clima in Italia è cambiato davvero poco", che il riscaldamento in Italia “è nella media internazionale” e che “non siamo in condizione di prevedere il cambiamento climatico futuro". I dati e la letteratura scientifica mostrano un quadro molto diverso.

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È già capitato su questo blog di raccontare le imprecisioni e gli errori in cui incorre Franco Prodi quando parla e scrive di cambiamenti climatici. Numeri sballati, fraintendimenti, che l’hanno fatto diventare il climatologo preferito da Giuliano Ferrara e da chi vuole negare la gravità della situazione climatica. L’intervista pubblicata su Repubblica di Venerdì 20 maggio si inserisce nel medesimo filone; un articolo che ha avuto lo spazio di un’intera pagina, con un affermazione in grande risalto nel titolo “Il nostro clima non è cambiato”. Il clima è cambiato, eccome Nell’articolo il Prof. Prodi sostiene infatti che “in questi 50 anni il clima in Italia è cambiato davvero poco” e che a proposito di surriscaldamento del pianeta “siamo nella media internazionale”. Come mostreremo anche nei prossimi post, le cose non stanno affatto così. I dati e la letteratura scientifica disponibili offrono il quadro opposto. Se si considera il periodo di riferimento del Quarto Rapporto IPCC, dal 1906 al 2005, le temperature in Italia sono aumentate di 1,3 °C, il 75 % in più dell’aumento della media globale (0.74°C). (altro…)
AdattamentoMitigazione

Le scelte per gli Stati Uniti

Un rapporto dell'Accademia delle Scienze statunitense ribadisce i pericoli dei cambiamenti climatici, la necessità di azioni immediate e indica le strade delle possibili soluzioni.

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L'Accademia Nazionale delle Scienze (NAS) americana nasce nel 1863 per volere del Presidente Lincoln. Lo scopo dichiarato era quello di avere il parere di esperti indipendenti per tutte le questioni scientifiche politicamente rilevanti, in modo da consentire ai decisori politici di fare le opportune scelte sulla base di informazioni attendibili. Nel loro sito campeggia in bella mostra la scritta “Dove la nazione si rivolge per un parere indipendente ed esperto”. In passato la NAS aveva già prodotto rapporti importanti per la scienza del clima, ad esempio sul tema delle temperature degli ultimi 2000 anni.

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Due anni fa il Congresso chiese alla NAS un rapporto sulla scienza dei cambiamenti climatici e su quali opzioni avessero gli Stati Uniti per mitigarne gli effetti e mettere in atto opportuni interventi di adattamento per quanto non fosse evitabile. Il risultato sono stati quattro volumi, pubblicati fra maggio e luglio 2010, più il rapporto finale pubblicato pochi giorni fa, collettivamente chiamati “America's Climate Choices”. Il primo volume, “Advancing the Science of Climate Change”, si occupa di fare il punto su quanto è noto sulla scienza del clima. Il secondo, “Limiting the Magnitude of Climate Change”, tratta le possibilità di limitare gli effetti Il terzo, “Adapting to the Impacts of Climate Change”, dei necessari adattamenti a quanto non si riuscirà ad evitare. Il quarto, “Informing the effective Response to Climate Change”, infine, si occupa di come gestire le informazioni dal livello federale a quello locale e dei rapporti fra scienza, agenzie governative e decisori politici. (altro…)
Didattica

Didattica sul clima, una miniera sul web

Sul web è disponibile molto materiale per parlare di cambiamenti climatici nelle scuole. In questo post viene presentato un primo elenco, senza alcuna pretesa di esaustività, invitando studenti e insegnanti a segnalare nei commenti altro materiale utile.

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MATERIALE DIDATTICO

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Progetto “Consumi amici del clima” Un progetto congiunto WWF - Politecnico di Milano con il contribuito della Fondazione Cariplo, per sensibilizzare i ragazzi al problema dei cambiamenti climatici, stimolandoli ad adottare comportamenti e stili di vita "amici del clima", ovvero che producono meno emissioni di gas serra in atmosfera. Il progetto ha reso disponibile sul web materiale didattico molto interessante, a partire dalla presentazione in powerpoint introduttiva, gli esercizi per i 6 moduli o il glossario. Una descrizione sintetica delle attività e dei risultati è disponibile in questo articolo. (altro…)
AnnozeroBufaleDisinformazioneErroriEsagerazioniNucleareProtocollo di Kyoto

Un’altra occasione sprecata

In una trasmissione televisiva di prima serata si parla di energia nucleare e l’unico “esperto” invitato rimedia una pessima figura. Che sia stato invitato apposta?

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I lettori di Climalteranti conoscono già le corbellerie del Prof. Franco Battaglia, primatista di errori e pasdaran del negazionismo sui cambiamenti climatici. Ultimamente il professore si è dedicato alle strategie energetiche, nucleari soprattutto, in una decina di articoli pubblicati sul quotidiano “Il Giornale”. Invitato alla trasmissione televisiva Annozero del 28 aprile, ha ripetuto i suoi argomenti classici (“Il fotovoltaico ed eolico e solare sono una colossale frode”) e aggiunto affermazioni mozzafiato (“Cernobyl è una colossale mistificazione mediatica”), destando lo sconcerto degli interlocutori (“Ma è un film?” si domandava esterrefatto Angelo Bonelli. “Mi può dire il suo curriculum scientifico?” chiedeva perfido Antonio Di Pietro. “È un professore”, spiegava Maurizio Lupi) e lo scherno del pubblico televisivo, come si vede da una semplice ricerca sul web. (altro…)
DidatticaInternet

Climate-scope: osservare il cambiamento climatico con Google Earth

Un prodotto didattico sviluppato dal CNR-IBMET e disponibile sul web permette a tutti di guardare da vicino i dati dei cambiamenti climatici.

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Si chiama Climate-scope ed è una piattaforma di condivisione di contenuti digitali basata sulla tecnologia di Google Earth plugin. E’ uno degli strumenti RIA (Rich Internet Application) per guardare da vicino la dinamica del fenomeno “climate change”, sia nelle anomalie globali che negli effetti locali, e secondo il paradigma collaborativo del Web 2.0, ha lo scopo di permettere a chiunque di aggiungere informazioni e dati raccolti. Ognuno ha cosi la possibilità di osservare e raccontare il cambiamento legato alle vicende climatiche che avvengono nel proprio territorio e arricchire la comprensione dei fenomeni ambientali complessi. Siamo nel solco di quella che alcuni definiscono Citizen Science, nuovo modello in cui divulgazione, formazione e ricerca possono convivere, con pari dignità, in un stesso “ecosistema” informativo volto alla definizione di temi scientifici complessi. Il Climate-Scope è un prodotto sviluppato dal CNR IBIMET all’interno del progetto europeo RACES, Races Raising Awareness on Climate and Energy Savings, finanziato dal programma europeo LIFE+ e coordinato dal Comune di Firenze. (altro…)
AdattamentoCatastrofismoDibattitoNucleare

Verso i piani di adattamento climatico: lezioni da Fukushima

Cinque lezioni impartite a caro prezzo da Fukushima – perché ciò che è successo tenderà a ripetersi e tutto il mondo deve essere pronto.

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Dopo il terremoto dell’11 marzo 2011, lo tsunami e le esplosioni alla centrale atomica di Fukushima, siamo nel mezzo di una crisi gravissima e non sappiamo come andrà a finire. Come dice il negoziatore UE per i cambiamenti climatici “We haven’t seen the end of what is going to happen in Fukushima…So certainly it is something that has an impact on climate negotiations”. Rappresenterà la fine dell’energia atomica nel mondo o un ripensamento sulle sue caratteristiche di sicurezza? Segnerà una svolta in un paese cardine dell’ordine economico mondiale? Sarà causa di sconfitta elettorale dei partiti pro-atomici? O invece qualcuno lo considererà solo un incidente di percorso, che avrà dimostrato la grande efficienza e competenza degli operatori del settore e delle Agenzie per la sicurezza nucleare? (altro…)
Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
Comunicazione

Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati

Una guida realizzata nell’ambito del progetto europeo NoPlanetB fornisce utili suggerimenti su come sensibilizzare sul cambiamento chi oggi lo considera un tema secondario.   Diversi segnali suggeriscono come negli ultimi anni la scienza in generale sia stata messa sempre più in discussione, sia da parte dell’opinione pubblica che da alcuni settori politici e mediatici, sulla scia di una generale messa in discussione di alcuni valori ai quali eravamo abituati, fra cui inclusione, democrazia, un ruolo super partes delle istituzioni pubbliche....
Immaginre sulla Neutralità climatica 100%
EnergiaMitigazione

100% di elettricità rinnovabile è possibile

Un rapporto mostra in 40 punti come la decarbonizzazione del sistema elettrico solo con energia rinnovabile non solo sia possibile, ma può essere realizzata in diversi modi, caratterizzati da alcuni elementi comuni.   È stato recentemente presentato Il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, promosso dalla Rete 100% Rinnovabili, preparato e sottoscritto da 25 docenti e ricercatori italiani, che mostra come sia possibile e conveniente decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili. Il documento discute le leve...
Copertina di "Manuale di psicologia"
Psicologia

Il manuale di psicologia climatica: una guida per affrontare l’impatto psicologico della crisi climatica ed ecologica

Negli ultimi anni, la crisi climatica ed ecologica è passata da questione scientifica e politica ad una vera e propria emergenza di salute pubblica. L’aumento degli eventi estremi e delle loro conseguenze disastrose ha effetti su scala globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica (Filippini et al., 2024) e mentale (IPCC, 2022; Charlson et al., 2021: Cianconi et al. 2023).   Il Manuale Oltre all’aumento di disturbi psichiatrici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione maggiore dopo eventi...
Convegni

Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno

Lo scorso 2 dicembre 2024 si è svolto presso il Politecnico di Milano l’evento “Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno”. L’evento è stato organizzato in collaborazione con climalteranti.it, dal cui comitato scientifico provengono numerosi dei relatori intervenuti. Nel seguito è riportata una sintesi di alcuni interventi. La registrazione dell’evento è disponibile qui, mentre le slide presentate dai relatori durante la conferenza sono scaricabili qui.   Segnali di ottimismo in tempi bui L’intervento iniziale di Mario Grosso...
Accordo di ParigiAcidificazioneRecordRicordiStatisticheTemperatureTipping point

Il clamoroso e preoccupante record delle temperature medie globali nel 2024

Le consuete analisi di inizio anno sui dati della NOAA/NCEP e, per confronto, su quelle relative ad altri tre database climatici, concordano sul fatto che, per il secondo anno consecutivo (ma come anche successo nel 2019 e nel 2020), l’anno appena trascorso è risultato il più caldo da quando si misurano le temperature. L’aumento di temperatura di +1,54 °C rispetto al periodo preindustriale è un dato molto preoccupante, ma ancora non implica il superamento del limite previsto dell’accordo di Parigi....
Auto elettricaTrasporti

L’auto termica green di Francesco Giavazzi non esiste

Fra gli autori delle panzane che inquinano il dibattito sulla transizione energetica, si è aggiunto lo storico editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi, che in un editoriale del 28 dicembre 2024 ha sostenuto una tesi facilmente confutabile, la presunta esistenza di auto a combustione interna in grado di emettere poche decine di grammi di CO2 per km, ossia l’80-90% in meno di quelle oggi circolanti. Il contesto è un articolo intitolato “Le scelte (utili) sui conti” in cui lo...
Auto elettrica al caricamento
Auto elettricainattivismoTrasporti

Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 2/ l’opposizione alle auto elettriche

Le emissioni di CO2 dai trasporti sono le uniche ad essere sostanzialmente aumentate in Europa nel periodo 1990-2022 (+26%). Il contributo del trasporto su strada è oggi pari al 70% delle emissioni da trasporto, e all’interno di quest’ultimo il peso delle automobili è pari al 60% (dettagli e infografiche disponibili qua). In Italia un quarto delle emissioni è dovuto ai trasporti, e le automobili italiane emettono circa 60 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, una cifra pari alle emissioni...
COPfinanzaNegoziazioni

Finanziamenti e meccanismi di supporto all’azione climatica: alcuni risultati della COP29

Moltiplicati per tre gli impegni finanziari dei paesi sviluppati per favorire l’azione sul clima, menzionati le migliaia di miliardi a cui si dovrà arrivare, approvate le basi dei meccanismi di mercato e di trasferimento internazionali dei crediti, lanciato il miglioramento della nuova piattaforma per i meccanismi non di mercato: avanzamenti utili ed importanti. In attesa del rilancio degli impegni nazionali previsto nel 2025.   La COP29 che si è svolta a Baku dall’11 al 24 novembre è stata una COP...
Eventi estremiImpatti

Cerchiamo di metterci in tempo le mani

La catastrofica alluvione che ha colpito la zona di Valencia ha costretto molti mezzi di informazione ad occuparsi del legame fra riscaldamento globale e l’aumento dell’intensità degli eventi estremi di precipitazione. Come noto, si tratta di un legame da tempo messo in luce dai climatologi (si veda ad esempio il libro Tempeste di James Hansen, pubblicato nel 2008), evidenziato chiaramente nella letteratura scientifica, e ben riassunto dall’ultimo rapporto IPCC, come già discusso qui. In diverse trasmissioni televisive (ad esempio qui...
inattivismo

Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 1/ l’opposizione alle energie rinnovabili

Climalteranti ha sempre contrastato il negazionismo climatico, sia confutando le argomentazioni più fallaci sulle cause del riscaldamento globale in corso, sia contrastando chi vuole ritardare l’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici. Negli ultimi tempi però sta emergendo, anche tra persone attivamente schierate a favore della tutela dell’ambiente, una tendenza verso sforzi inadeguati, in grado di indebolire la già insufficiente lotta alla crisi climatica; il che costituisce una minaccia probabilmente ancora più subdola, una forma di vero e proprio “inattivismo climatico”....