Una previsione da cestinare
La rivista “Normale”, periodico semestrale dell’Associazione Normalisti, ha pubblicato di recente una “disfida” fra me e Nicola Scafetta sul tema dei cambiamenti climatici, che si può leggere qui (pagine 2-16).
Come in occasioni precedenti, la formula ha previsto due articoli iniziali e due reciproche repliche. I lettori possono quindi farsi un’idea di rispettivi argomenti; l’analisi degli argomenti utilizzati da Scafetta nella sua replica saranno oggetto di un prossimo post.
Voglio qui ritornare su quanto già scritto in quanto due errori redazionali hanno alterato le due ultime immagini della mia replica, che ripropongo in questo post.
La figura 3 corretta è questa a fianco, e rappresenta la ricostruzione delle temperature degli ultimi 2000 anni nella zona artica. Le temperature sono espresse in termini di variazioni rispetto al valore medio 1961-1990. La linea retta rappresenta la tendenza media fino al 1900. Fonte del grafico è il lavoro di Kaufman pubblicato su Science, che avevo pubblicato nel mio libro Guida alle leggende sul clima che cambia con il permesso degli autori. (altro…)
Gli ostacoli cognitivi ai cambiamenti climatici

Assegnato il premio “A qualcuno piace caldo” 2010
In seguito alla votazione effettuata dai membri del Comitato Scientifico di Climalteranti.it, il vincitore del premio “A qualcuno piace caldo” per l’anno 2010 è risultato essere il quotidiano “Il Corriere della Sera”.
Il premio che sarà inviato dal Comitato Scientifico al direttore de Il Corriere della Sera è una copia del libro “Guida alle leggende sul clima che cambia”.
PREMIO “A QUALCUNO PIACE CALDO” 2010
"Per la pubblicazione di articoli contenenti gravi errori e imprecisioni sul tema dei cambiamenti climatici, con titoli e sottotitoli che ripropongono tesi fuorvianti, non provate o palesemente false, volte a screditare le scienze del clima. Dispiace che un quotidiano autorevole come il Corriere della Sera fatichi a mostrare ai propri lettori la mole di evidenze scientifiche già disponibili sul tema, sottolineando in modo sistematico, in particolare nei titoli, dubbi ed incertezze".
Una dozzina di titoli sul clima usciti nel 2010:
Se il conto dei cicloni non torna. Accuse agli scienziati dell'Onu
L’ONU accusa (e manda a casa) gli allarmisti dell’effetto serra
Le bugie e i trucchi sul clima. «Cacciate il Nobel Pachauri»
Le scomode (e dubbie) verità di Al Gore
Neo Dogmatici. Quando gli scienziati non ammettono errori
Oceani freddi. E il Medioevo morì di caldo
Meno vapore acqueo. La Terra si raffredda
Dati sul clima. L’ONU ordina una “revisione”
Il clima preistorico dal caldo al freddo. Ma l’uomo non c’entra
Al secondo e terzo posto si sono classificati Franco Battaglia e Adriano Mazzarella.
Guarda qui gli altri candidati.
PS
Quest’anno il minimo del ghiaccio marino artico è il secondo mai registrato.
.Ridurre i gas serra dal ciclo dei rifiuti

Appuntamenti sul clima in settembre
In più il 24 settembre ci sarà la giornata di mobilitazione internazionale sul clima “Moving planet”, promossa da 350.org, con appuntamenti da quest’anno anche a Milano e Roma.

Calano le emissioni di gas serra; solo colpa della crisi?

Candidati Premio “A qualcuno piace caldo 2010”




Meraviglie della climatologia olistica


Fig. 5 di Mazzarella (2009) e grafico della stessa serie di dati processata nello stesso modo da me
I due grafici sono molto differenti. Nel primo i dati sono troppo "lisci": dopo la media su 23 anni, il rumore residuo dovrebbe essere ancora visibile. Evidentemente il filtraggio è stato molto più pesante di quanto dichiarato. Non torna neppure la scala temporale. Ho pensato che ci potesse essere stato un errore e le curve per IZI e Iaa fossero invertite, ma non funziona neanche così.
2000 anni di livello del mare

Psicologia e cambiamenti climatici
.

Invece, come sanno i lettori di questo blog, ancora oggi non mancano le voci che cercano di mettere in discussione questa realtà, raccontandoci che il clima è sempre cambiato, che la colpa di tutto è il sole o che stiamo andando vero l'era glaciale.
Sorge quindi spontanea la domanda: perché? Perché ancora oggi è diffusa la convinzione che questa dei cambiamenti climatici sia tutta una storiella messa in giro da scienziati infingardi o avidi di fondi di ricerca?
Parte della responsabilità potrebbe essere del mondo scientifico, che non ha saputo comunicare adeguatamente all'esterno, far capire i dati e le elaborazioni che portano a ritenere inequivocabile il riscaldamento del pianeta e "molto probabile" la responsabilità umana. Troppo spesso gli studiosi dimenticano che "i dati non parlano da soli".
Altri "perché" si potrebbero trovare dall'azione delle lobby della disinformazione; ma mentre in altri contesti, per esempio negli Stati Uniti, le pressioni delle lobby dell'industria petrolifera e del carbone sono pesanti e documentate, nel negazionismo italiano i conflitti di interesse sembrano essere stati un fattore poco rilevante. Hanno contato di più l'esibizionismo, il narcisismo, la ricerca di visibilità che può arrivare dal cantare fuori dal coro. Il problema climatico per altri è stato uno dei fronti di una battaglia ideologica, volta a difendere a tutti i costi l'attuale concezione dello sviluppo e della produzione, o una visione religiosa dell'uomo e della natura. (altro…)

2019: tanto per cambiare, ancora un anno sul podio

Le foreste ci salveranno?

L’ambiguo insuccesso della COP25

La COP25 di Madrid e l’art. 6 dell’accordo di Parigi

Mercanti di dubbi

Appello degli scienziati del mondo sull’emergenza climatica

L’esperto di energia che fa errori madornali sul cambiamento climatico

Una risposta a Beppe Severgnini: non c’è la libertà di disinformare

Un delirio a Otto e mezzo: altri record per il Prof. Battaglia
