BufaleConferenzeRetorica

Raggi cosmici oscillazioni zonali come fosse antani

Nell’intervento in un TedX a Bologna, Teodoro Georgadis ha affermato che nei prossimi 30-35 anni le temperature potrebbero diminuire a causa della variazione dell’intensità dei raggi cosmici che raggiungono la terra. La tesi è priva da tempo di credibilità scientifica, ma è l’unico appiglio per un discorso confuso e retorico, il cui scopo sembra quello di propagandare la presenza di diverse teorie sull’attribuzione del riscaldamento globale in corso.

 

“Riscaldamento Globale di Natura Antropica?”, questo il titolo dell’intervento di Teodoro Georgiadis, Primo Ricercatore all’Istituto di Bioeconomia del CNR di Bologna, al TEDxBologna del novembre 2019.

Non sorprende il punto di domanda nel titolo, che mette in discussione la responsabilità delle attività umane sul riscaldamento globale. Georgiadis già in passato aveva proposto dubbi su aspetti importanti della scienza del clima, sostenendo l’esistenza di presunti errori nell’elaborazione dei dati delle temperature globali, grazie ai quali il riscaldamento globale potrebbe non esserci stato, o addirittura sull’inaffidabilità della “rete climatica globale”, o rivolgendo critiche generiche alla modellistica climatica.

Siamo quindi andati a vedere le argomentazioni di tipo scientifico proposte in questo intervento.

“Maggior parte” o “quasi totalità”?

All’inizio si trovano diverse affermazioni un po’ generiche sulla scienza del clima, ad esempio “si è sviluppata una disciplina che non è la scienza del clima ma è la scienza del cambiamento climatico…",  "...qualcuno dice che è una religione...", "è una scienza se ha delle parametrizzazioni, delle formule”. (altro…)

decarbonizzazioneEuropean Green DealPolitiche

Un piano fuori dal tempo

Pubblichiamo un’analisi del documento “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022” per quanto riguarda il tema dell’azione sul clima. In sintesi: un documento deludente che, al di là di qualche giusta misura, assegna un ruolo marginale al tema del cambiamento climatico, disperso in un insieme di tante proposte in cui non si affronta il punto cruciale di come conciliare le molte iniziative infrastrutturali con il nuovo contesto dell’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050.

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Negli scorsi giorni è stato presentato  al Presidente del Consiglio del Ministri e agli Stati Generali, e in seguito molto discusso, il documento “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022”, redatto da un comitato di esperti in materia economica e sociale guidati dal manager Vittorio Colao. Il documento è composto da un rapporto di circa 50 pagine e da un elenco di 102 schede in 117 pagine, e contiene raccomandazioni relative a iniziative atte a facilitare e a rafforzare la fase di rilancio post epidemia Covid-19.

Come scritto nella Premessa, il rapporto ha effettuato una “selezione dei temi da trattare. Sono stati conseguentemente esclusi dalle riflessioni del Comitato interventi che riguardano aree già presidiate da altri comitati, quale ad esempio la Scuola, nonché riforme che richiedono tempi significativi di elaborazione e un alto grado di competenze specialistiche”. L’obiettivo dell’insieme delle iniziative proposte dal Comitato è quello di “accelerare lo sviluppo del Paese e di migliorare la sua sostenibilità economica, sociale e ambientale, in linea con l’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e con gli obiettivi strategici definiti dall’Unione europea”. Agganciata a questo riferimento agli obiettivi strategici dell’Unione Europea c’è la comunicazione della Commissione “Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione”. (altro…)

Storia

Il futuro visto dal passato: Guy Callendar e il riscaldamento globale

È il 1938, la concentrazione di CO2 in atmosfera è di circa 310 ppm e il mondo è molto prossimo all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, quando Guy Stewart Callendar, ingegnere e inventore inglese, esperto di propulsione a vapore e tecnologo del vapore per la British Electrical and Allied Industries Research Association, pubblica “The artificial production of carbon dioxide and its influence on temperature” (La produzione artificiale di biossido di carbonio e i suoi effetti sulla temperatura), sul Quarterly Journal of the Royal Meteorological Society [1]. Climalteranti si è occupata del 75° anniversario del lavoro di Callendar qui.

L’articolo di Callendar risulterà fondamentale per un fatto semplice, ma rivoluzionario: fu il primo lavoro a descrivere un incremento di temperatura al suolo nei 50 anni precedenti e a collegarlo all’incremento di biossido di carbonio in atmosfera da uso di combustibili fossili. Il lavoro includeva anche interessanti proiezioni nel futuro (incluso il nostro presente) dell’andamento della concentrazione di biossido di carbonio in atmosfera e del conseguente incremento nelle temperature superficiali.

Ma a che punto era la consapevolezza del riscaldamento globale, nel 1938? All’inizio del Novecento le caratteristiche radiative dei gas scaldati dalla luce solare e il legame fisico tra incremento del biossido di carbonio in atmosfera e incremento di temperature superficiali erano già stati scoperti e ampiamente documentati, ma la portata, l’intensità e le implicazioni di tali scoperte non erano ancora state del tutto comprese e accettate dalla comunità scientifica.

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EstremiEventi estremiOndate di calorePrecipitazioni

Attribuire singoli eventi estremi al cambiamento climatico: complesso ma possibile

Gli eventi climatici estremi  (precipitazioni molto intense, ondate di calore, siccità prolungate, ecc.) sono uno degli aspetti della scienza del clima che ottiene maggior risalto negli organi di informazione, in parte per i loro impatti immediati ed evidenti ed in parte perché solitamente circoscritti nello spazio e nel tempo, e quindi adatti al formato di un articolo o servizio che si focalizzi su di un singolo fatto di cronaca.

Da un punto di vista scientifico, lo studio degli estremi climatici è un campo estremamente attivo, e si potrebbero scrivere libri sul tema – cosa che infatti è stata ripetutamente fatta. Gran parte di questo lavoro rimane “nascosto” agli occhi dei non addetti ai lavori, poiché pubblicato in riviste di settore ed in termini molto tecnici. Un aspetto che però spesso traspare anche negli articoli di informazione è quello dell’attribuzione degli estremi al cambiamento climatico. La questione è spesso formulata nei seguenti termini: “possiamo ascrivere l’evento estremo recentemente avvenuto al cambiamento climatico?”.

Il tema è indubbiamente complesso.

Attribuire cambiamenti lenti, sistematici ed a grande scala, quali il riscaldamento globale, ad una causa precisa è relativamente facile. Per esempio, possiamo affermare che la probabilità (più precisamente la likelihood, o verosimiglianza(*)) che il riscaldamento globale sia principalmente dovuto alle attività umane è superiore al 95%

Attribuire cambiamenti nella frequenza o caratteristiche di una data categoria di eventi estremi, è anche questo fattibile, seppur non sempre semplice, e può essere motivato su basi statistiche, fisiche e mediante l’uso di modelli numerici. Per esempio, possiamo attribuire al cambiamento climatico una maggiore frequenza di ondate di calore particolarmente estreme (tema toccato in passato da Climalteranti qui). L’attribuzione di variazioni negli estremi di precipitazione è più complessa, ma in ogni caso fattibile (e.g. vedere qui per uno dei primi studi a riguardo). (altro…)

FilosofiaLibriRecensione

Perché la scienza merita la nostra fiducia

Pubblichiamo una recensione di Why Trust Science?, l’ultimo libro di Naomi Oreskes, già autrice di “Mercanti di dubbi”

Perché dovremmo fidarci della scienza? No, non è una domanda trabocchetto. Oggi come non mai questa domanda ricorre ovunque: dai mass media ai social, dalle chiacchiere in famiglia al dibattito politico. Specialmente riguardo a questioni come i cambiamenti climatici, i vaccini, e la più che mai attuale risposta all’emergenza coronavirus, lo scetticismo nei confronti dei risultati e metodi della ricerca scientifica sembra a molti non solo legittimo, ma sacrosanto.  

Nel suo ultimo libro, tratto da una serie di lezioni tenute all’Università di Princeton nel 2016, Naomi Oreskes spiega perché questo presunto dovere di diffidenza verso la scienza sia fondamentalmente sbagliato.

Why Trust Science? È un libro accessibile a un pubblico che va ben oltre i filosofi della scienza e in generale gli accademici con una profonda conoscenza dei casi citati. A prescindere dai singoli esempi, passati e presenti, usati da Oreskes, il messaggio è unitario e diretto: la scienza merita la fiducia dell’intera società perché è essa stessa un prodotto della società, con regole e metodi di controllo aperti e trasparenti.

Fare scienza non vuol dire, secondo Oreskes, essere obiettivi, neutrali, al di sopra delle opinioni, scevri da valori ed interessi personali. Il tipo di conoscenza che la scienza produce non è inconfutabile, non è eterna, e non è garantita in virtù del fatto che risulta dall’applicazione di un unico ed infallibile ‘metodo scientifico’. (altro…)

Migrazioni

La pericolosa ricerca di purezza e perfezione

Il documentario “Planet of the humans” di Jeff Gibbs, produttore esecutivo il noto regista Michael Moore, è una rozza e manipolatrice operazione di mistificazione complottistica sul tema della mitigazione del cambiamento climatico. Un esempio dell’ambientalismo parolaio che preferisce costruire con argomenti vecchi e superati la tesi del “tutto sbagliato… tutto da rifare”; senza proporre in alternativa niente di serio, se non le solite prediche. È ormai chiaro che sia arrivato il momento di darsi da fare per ridurre le emissioni di gas serra, in modo sostanziale, con l’obiettivo di avvicinarsi al loro azzeramento nell’arco di tre decenni o poco più (e poi anche rimuovere CO2 dall’atmosfera, perché abbiamo perso tempo e quando saremo arrivati vicini allo zero, ci sarà comunque ancora troppa CO2 in atmosfera). Di questo si occupa una parte della scienza del cambiamento climatico, denominata “mitigazione”. Lo scopo di questa area di ricerca è di definire le migliori strategie per ridurre le emissioni e potenziare gli assorbimenti, studiando le diverse opzioni già disponibili e quelle che potrebbero esserlo, valutando per ogni opzione l’efficacia, il potenziale in diversi orizzonti temporali, i costi o benefici economici attuali e previsti per il futuro, gli investimenti necessari, i punti critici e i co-benefici (ambientali, sociali, ecc.), gli ostacoli di tipo normativo, politico, psicologico, le connessioni con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, le possibilità di rimuovere questi ostacoli, discutendo il mix preferibile delle diverse opzioni in diversi contesti. (altro…)
Negoziato

Emergenza Coronavirus: un’occasione epocale per far cambiare direzione alle emissioni globali di gas climalteranti

Il rinvio della COP26, il Green Deal europeo e il crollo del prezzo del petrolio       L’annuncio del rinvio della COP26 da parte della Presidenza UK, inevitabile data l’emergenza Coronavirus in corso, ha destato la preoccupazione che il riscaldamento globale venga considerato un problema che in questo momento l’umanità non si può permettere di affrontare. Pur se il 2020 avrebbe dovuto essere un anno cruciale per il negoziato globale sul clima, in quanto erano attesi i rilanci degli impegni nazionali (NDC) previsti dall’Accordo di Parigi, il rinvio potrebbe avere anche un risvolto positivo in funzione dell’esito delle elezioni negli USA: Donald Trump ha avviato la procedura di rescissione dall’Accordo di Parigi, che sarà operativa a partire dal 4 novembre 2020, e una sua eventuale uscita di scena potrebbe dare un nuovo impulso al negoziato. Inoltre, il negoziato intermedio dell’UNFCCC (con le riunioni degli organi sussidiari SBs), che si sarebbe dovuto tenere a giugno a Bonn, è stato rinviato non al 2021 ma al prossimo ottobre. Quindi rimandare la COP26 al 2021 potrà servire a fare chiarezza su ruoli e posizioni delle diverse parti. (altro…)
Video

Lezioni climalteranti

Oltre alle 60 conferenze o lezioni disponibili sul web, segnalate in un precedente post (40 in italiano e 20 in inglese), Climalteranti ha avviato un progetto per rendere disponibile sul proprio canale Youtube alcune lezioni più specifiche inerenti la scienza del clima, le azioni di adattamento e mitigazione e le politiche sul clima, che saranno incluse in una playlist “Lezioni climalteranti”. L’obiettivo di queste lezioni, come spiegato nella breve Introduzione, è di fornire ai ragazzi e alle ragazze che sono a casa per le sospensione delle lezioni causata dall’emergenza coronavirus un supporto per approfondire alcuni aspetti della scienza del clima, senza aver la pretesa di toccare tutti i dettagli e tutte le cose interessanti su questo tema. Iniziamo dalle prime quattro, altre ne seguiranno:
  1. Lentini - Storia della Climatologia (35’)
  2. Caserini - L’IPCC e la gestione dell’incertezza (38’)
  3. Bocchiola - Clima e ciclo dell'acqua. Dalle Alpi all'Himalaya - Parte 1 (1h 07’)
  4. Bocchiola - Clima e ciclo dell'acqua. Dalle Alpi all'Himalaya - Parte 2 (1h 04’)
Buona visione  
Protocollo di Kyoto

Il Museo delle Tecnologie dell’Antropocene

Il mese scorso, appena prima di questa emergenza sanitaria, ho visitato il “Museum of Anthropocene Technology” (MAT) a Laveno Mombello. È un piccolo museo creato da Frank Raes, che fino a poco tempo fa lavorava presso il Joint Research Centre della Commissione Europea a Ispra. Lì ha diretto le ricerche sull'inquinamento atmosferico e sui cambiamenti climatici. Da 10-15 anni Frank è attivo sulla comunicazione della crisi climatica e il MAT è il suo modo di continuare questo lavoro. Da tempo si dice che la sfida del cambiamento climatico debba essere affrontata nella sua dimensione profonda, sistemica, coinvolgendo le scienze umanistiche, per stabilire connessioni con i diversi aspetti della nostra cultura. Nelle stanze del MAT ho trovato questo. Non solo un racconto dell’antropocene a partire dalle tecnologie che ne hanno determinato e caratterizzato lo sviluppo. Anche una rete di connessioni, fra le Città Invisibili di Italo Calvino e gli scritti più recenti di Bruno Latour, il Quinto rapporto IPCC e il fallout radioattivo di Chernobyl, le schede dei personal computer e la riproduzione della molecola del glucosio o della CO2. Pur se non possiamo visitarlo in questi giorni, ho chiesto a Frank di presentarci il museo, per permetterci di iniziare alcune riflessioni, un altro piccolo modo per “socializzare a distanza”. Questo è il suo racconto. (altro…)
Emissionitendenza

L’effetto del coronavirus nella lotta allo smog e al riscaldamento globale

In questi giorni in cui l’epidemia coronavirus ha fermato l’Italia ed è ormai diventata una pandemia globale, si è iniziato a discutere se la riduzione delle attività lavorative, la chiusura delle scuole e il forte calo dei trasporti, che dopo la Cina ormai riguarda tante nazioni del mondo, possa contribuire alla lotta allo smog e al cambiamento climatico, a causa della riduzione delle emissioni inquinanti e di gas serra. Nel caso della Cina, una dettagliata analisi di Carbon Brief ha documentato una rallentamento dell’attività della “fabbrica del mondo” e una riduzione consistente nell’utilizzo del carbone in ambito industriale, ed è stata stimata una riduzione di 200 milioni di tonnellate di CO2, pari a circa la metà delle emissioni italiane annuali. Anche per l’Italia è attesa una riduzione delle emissioni inquinanti e di CO2, legate al minore traffico in molte città e ai minori spostamenti, nonché al regime ridotto delle attività produttive in molte aree. (altro…)
Convegni

Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno

Lo scorso 2 dicembre 2024 si è svolto presso il Politecnico di Milano l’evento “Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno”. L’evento è stato organizzato in collaborazione con climalteranti.it, dal cui comitato scientifico provengono numerosi dei relatori intervenuti. Nel seguito è riportata una sintesi di alcuni interventi. La registrazione dell’evento è disponibile qui, mentre le slide presentate dai relatori durante la conferenza sono scaricabili qui.   Segnali di ottimismo in tempi bui L’intervento iniziale di Mario Grosso...
Accordo di ParigiAcidificazioneRecordRicordiStatisticheTemperatureTipping point

Il clamoroso e preoccupante record delle temperature medie globali nel 2024

Le consuete analisi di inizio anno sui dati della NOAA/NCEP e, per confronto, su quelle relative ad altri tre database climatici, concordano sul fatto che, per il secondo anno consecutivo (ma come anche successo nel 2019 e nel 2020), l’anno appena trascorso è risultato il più caldo da quando si misurano le temperature. L’aumento di temperatura di +1,54 °C rispetto al periodo preindustriale è un dato molto preoccupante, ma ancora non implica il superamento del limite previsto dell’accordo di Parigi....
Auto elettricaTrasporti

L’auto termica green di Francesco Giavazzi non esiste

Fra gli autori delle panzane che inquinano il dibattito sulla transizione energetica, si è aggiunto lo storico editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi, che in un editoriale del 28 dicembre 2024 ha sostenuto una tesi facilmente confutabile, la presunta esistenza di auto a combustione interna in grado di emettere poche decine di grammi di CO2 per km, ossia l’80-90% in meno di quelle oggi circolanti. Il contesto è un articolo intitolato “Le scelte (utili) sui conti” in cui lo...
Auto elettrica al caricamento
Auto elettricaTrasporti

Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 2/ l’opposizione alle auto elettriche

Le emissioni di CO2 dai trasporti sono le uniche ad essere sostanzialmente aumentate in Europa nel periodo 1990-2022 (+26%). Il contributo del trasporto su strada è oggi pari al 70% delle emissioni da trasporto, e all’interno di quest’ultimo il peso delle automobili è pari al 60% (dettagli e infografiche disponibili qua). In Italia un quarto delle emissioni è dovuto ai trasporti, e le automobili italiane emettono circa 60 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, una cifra pari alle emissioni...
COPfinanzaNegoziazioni

Finanziamenti e meccanismi di supporto all’azione climatica: alcuni risultati della COP29

Moltiplicati per tre gli impegni finanziari dei paesi sviluppati per favorire l’azione sul clima, menzionati le migliaia di miliardi a cui si dovrà arrivare, approvate le basi dei meccanismi di mercato e di trasferimento internazionali dei crediti, lanciato il miglioramento della nuova piattaforma per i meccanismi non di mercato: avanzamenti utili ed importanti. In attesa del rilancio degli impegni nazionali previsto nel 2025.   La COP29 che si è svolta a Baku dall’11 al 24 novembre è stata una COP...
Eventi estremiImpatti

Cerchiamo di metterci in tempo le mani

La catastrofica alluvione che ha colpito la zona di Valencia ha costretto molti mezzi di informazione ad occuparsi del legame fra riscaldamento globale e l’aumento dell’intensità degli eventi estremi di precipitazione. Come noto, si tratta di un legame da tempo messo in luce dai climatologi (si veda ad esempio il libro Tempeste di James Hansen, pubblicato nel 2008), evidenziato chiaramente nella letteratura scientifica, e ben riassunto dall’ultimo rapporto IPCC, come già discusso qui. In diverse trasmissioni televisive (ad esempio qui...
inattivismo

Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 1/ l’opposizione alle energie rinnovabili

Climalteranti ha sempre contrastato il negazionismo climatico, sia confutando le argomentazioni più fallaci sulle cause del riscaldamento globale in corso, sia contrastando chi vuole ritardare l’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici. Negli ultimi tempi però sta emergendo, anche tra persone attivamente schierate a favore della tutela dell’ambiente, una tendenza verso sforzi inadeguati, in grado di indebolire la già insufficiente lotta alla crisi climatica; il che costituisce una minaccia probabilmente ancora più subdola, una forma di vero e proprio “inattivismo climatico”....
LibriPoliticaRecensione

L’emergenza lenta del cambiamento climatico nel discorso pubblico e politico italiano

Nonostante le sue conseguenze siano diventate via via più visibili, il cambiamento climatico è rimasto a lungo sottotraccia nel discorso pubblico e politico italiano. Tuttavia, negli ultimi tempi, sembra che l’emergenza climatica stia emergendo, sebbene lentamente, nei discorsi della classe politica, nel dibattito sui media e anche nelle conversazioni quotidiane. A questo si riferisce il titolo del recente volume “Emergenza lenta: La questione climatica in Italia tra politica, media e società” (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli) di Cecilia Biancalana, ricercatrice in Scienza...
DibattitoNegazionismo

Come rendere utile un dibattito con chi nega la scienza del clima

Quanto avvenuto nel dibattito fra Daniele Visioni e Franco Battaglia (si veda il precedente post) fornisce alcune indicazioni utili per chi si trova a doversi confrontare con chi nega la scienza del clima.   Capita spesso che gli organizzatori di convegni o i giornalisti chiedano un confronto fra un esperto del settore e chi nega l’influenza umana sul clima, o ne ridimensiona fortemente l’importanza. C’è purtroppo chi ritiene che, in nome di una presunta par condicio, si debba dare eguale...
DibattitoNegazionisti

Quando il negazionista climatico incontra il climatologo

In un confronto con il climatologo Daniele Visioni, Franco Battaglia ha rimediato una clamorosa figuraccia, che mostra ancora una volta come se si entra nel dettaglio degli argomenti scientifici, le tesi negazioniste sono inconsistenti.   Per chi analizza come i “diversamente competenti” inquinano il dibattito sulla crisi climatica, è sicuramente di interesse valutare quanto è successo nel confronto fra Daniele Visioni, climatologo della Cornell University, Department of Earth and Atmospheric Sciences, e Franco Battaglia ex docente di chimica-fisica (qui alcuni...