ElezioniparlamentoPolitica

L’analisi degli impegni sul clima nelle elezioni politiche 2022

Numerosi componenti del Comitato Scientifico di Climalteranti hanno collaborato con l’Italian Climate Network alla valutazione dell’impegno all’azione sul clima delle forze politiche per le elezioni che si terranno il 25 settembre 2022.

Nella valutazione finale sono stati considerati sia i programmi depositati presso il Ministero dell’Interno sia quelli resi disponibili in seguito sui siti web delle forze politiche, nonché le dichiarazioni dei leader dei partiti riportate dai principali quotidiani o disponibili sui social.

I 10 criteri utilizzati sono quelli presentati nel precedente post: Centralità, Settorialità, Ambizione, Fuoriuscita dai fossili, Investimenti pubblici, Equità e disuguaglianza, Distrazioni, Quadro internazionale, Negazionismo, Inattivismo.

Per ogni criterio è stato utilizzato un punteggio da 0 (minimo) a 10 (massimo), creando quindi un indice composto da 10 fattori, che sono stati considerati con uguale peso per ottenere un valore medio chiamato indice di Impegno Climatico riassuntivo. I 20 partecipanti hanno svolto la loro valutazione indipendentemente, e sono stati solo avvisati nel caso in cui un punteggio attribuito si discostasse di più di 4 punti dalla media per lo stesso criterio/forza politica, al fine di verificare possibili errori di compilazione (in questo caso il valutatore poteva quindi confermare o modificare il valore assegnato).

Il risultato (altro…)

CriteriElezioni

Come valutare gli impegni all’azione sul clima nei programmi elettorali

Anche in questa campagna elettorale che si concluderà il 25 settembre sta trovando spazio il tema delle azioni per contrastare i cambiamenti climatici. Complice il successo dell’appello degli scienziati alla politica italiana, nonché un’altra estate davvero molto calda e con diversi eventi meteorologici estremi, nei programmi elettorali già pubblicati o in corso di redazione sembra che la questione del cambiamento climatico abbia anche uno spazio maggiore e più approfondito che nel passato. Come, del resto, già successo nelle scorse elezioni del 2018.

Purtroppo, però, (altro…)

MitigazioneMontagneRinnovabili

Se anche il Club Alpino Italiano si schiera contro le rinnovabili

È incredibile constatare come ancora nel 2022 ci siano enormi sacche di resistenza allo sviluppo delle energie rinnovabili, che sono la via maestra (non l’unica, certo) per provare ad affrontare la crisi climatica, consentendo di ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili. Fino a che sono limitate al chiacchiericcio dei social o ad articoli sulle ben note testate giornalistiche che negano i cambiamenti climatici, si può parlare di qualcosa di fisiologico, quantomeno in Italia, dove sembriamo essere ancora molto indietro nel dibattito pubblico sul riscaldamento globale; ma quando arrivano da enti autorevoli da cui non te lo aspetti, allora fanno un po’ più di impressione. Perché si tratta pur sempre di contesti molto rispettati, all’interno dei quali le opinioni hanno un peso sicuramente superiore nell’indirizzare l’opinione pubblica.

Tra questi ultimi dobbiamo purtroppo annoverare anche il CAI – Club Alpino Italiano, che in alcune ultime uscite sul proprio organo di stampa, Montagne360, ha fornito chiare e inequivocabili evidenze del proprio orientamento su questo tema. Partiamo dall’editoriale dello scorso febbraio 2022, a firma del Presidente uscente Vincenzo Torti, dal titolo “No all’eli-montagna: una sfida nella sfida”

Ebbene, dopo una sacrosanta condanna senza appello (altro…)

AppelloPetizioni

Lettera aperta degli scienziati del clima alla politica italiana

Pubblichiamo la lettera aperta alla politica italiana disponibile sul sito della Società Italia per la Scienza del Clima, e invitiamo ad aderire

La scienza del clima ci mostra da tempo che l'Italia, inserita nel contesto di un hot-spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull'uomo e sulla società, relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive.

Il riscaldamento eccessivo, le fortissime perturbazioni al ciclo dell'acqua e altri fenomeni meteo-climatici vanno ad impattare su territori fragili e creano danni a vari livelli, influenzando fortemente e negativamente anche le attività economiche e la vita sociale. Stime assodate mostrano come nel futuro l'avanzare del cambiamento climatico ridurrà in modo sensibile lo sviluppo economico e causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture.

Per un grado di riscaldamento globale in più rispetto al presente, ad esempio, si avranno mediamente su scala globale un aumento del 100% della frequenza di ondate di calore e tra il 30 e il 40% di aumento della frequenza di inondazioni e siccità, con una conseguente diminuzione del benessere e del prodotto interno lordo. Nel Mediterraneo e in Italia, poi, la situazione potrebbe essere anche più critica, in quanto, ad esempio, si hanno già chiare evidenze di aumenti di ondate di calore e siccità, di ritiro dei ghiacciai alpini, di aumento delle ondate di calore marine e, in parte, di aumento degli eventi estremi di precipitazione.

In questo contesto, ci appare urgente porre questo problema in cima all'agenda politica. E oggi, l'avvicinamento alle prossime elezioni diventa l'occasione per farlo concretamente. Chiediamo dunque con forza ai partiti politici di considerare la lotta alla crisi climatica come la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire; questo dato di realtà risulta oggi imprescindibile, se vogliono davvero proporre una loro visione futura della società con delle possibilità di successo. (altro…)

BufaleDisinformazioneNegazionismo

Un’irresponsabile e ostinata ciclomania

Sembrerà incredibile, ma proprio nelle settimane in cui l’Italia e l’Europa sono state colpite da lunghe e pesanti ondate di calore, che per l’ennesima volta hanno frantumato record storici e provocato  migliaia di morti, sui giornali e in televisione hanno trovato spazio scienziati che negano l’influenza umana sul surriscaldamento globale.

Persone ben note ai lettori di Climalteranti hanno rimediato altre interviste proponendo le solite tesi strampalate, secondo le quali sarebbero i cicli di attività solare e delle maree, nonché delle congiunzioni dei pianeti, a causare l’aumento delle temperature globali sulla Terra. Oppure che fa caldo, ma è sempre successo e non è poi detto che il caldo faccia male. E davanti al dramma causato dal distacco di una parte del ghiacciaio della Marmolada, hanno affermato che i ghiacciai vanno e vengono e hanno definito “sciacalli dei ghiacci” (Il Giornale, in prima pagina) chi ha collegato alte temperature, fusione dei ghiacci e la valanga di ghiaccio sulla Marmolada).

Lasciando perdere giornalisti ed opinionisti, due persone con una passata o presente attività scientifica che più meritano di essere menzionate per le inesattezze dette o scritte sono Franco Prodi e Nicola Scafetta.

 

Di chi è la proprietà dei fotoni solari?

Come abbiamo già avuto modo più volte di scrivere, prima di andare in pensione quasi quindici anni fa, Franco Prodi ha studiato la microfisica delle nubi, ma non si è mai occupato nella sua carriera del clima globale e, in tale ambito, non è mai stato autore o co-autore di alcuna pubblicazione scientifica. Eppure, (altro…)

franeGhiacciaiImpattiPermafrost

Non si scherza col clima!  La tragedia del Grand Combin ed i rischi in ambiente montano

 

La recente tragedia del Grand Combin, dove 2 alpinisti sono morti in seguito al distacco improvviso di blocchi di ghiaccio, ci porta ad affrontare ancora il tema degli effetti del global warming sul territorio ed in particolare sugli ambienti di alta quota e criosferici, già affrontato in altre  occasioni (p.es. qui).




Il Grand Combin ed il ghiacciaio di Corbassière visti da nord. Si osservano varie zone con seracchi pendenti. https://it.wikipedia.org/wiki/Grand_Combin

In area alpina come noto, il rialzo delle temperature è stato particolarmente severo, con un aumento registrato nel XX secolo di +1.4 C° vs +1.0 C° stimati per il resto del globo. Tale aumento ha notoriamente provocato un rapido ritiro dei ghiacciai ed è fonte di molteplici rischi in montagna, per gli abitanti dei luoghi e per i frequentatori della montagna. Oltre alle valanghe, che nell’ultima stagione hanno causato già 9 vittime in Italia, altri fenomeni sono altrettanto violenti, ma forse meno prevedibili. (altro…)

EmissioniETSPolitiche

Usare di più le centrali a carbone in Italia aumenterà le emissioni europee di CO2?

L’esistenza del sistema di emission trading (in vigore dal 2015) sembra sconosciuto a molti sedicenti esperti di clima ed energia.

Camini Negli ultimi mesi diversi commentatori hanno indicato l’aumento previsto dell’utilizzo delle centrali a carbone italiane, per compensare gli alti costi e le minori forniture del gas russo, come l’abbandono delle politiche europee sul clima, il tramonto dell’ambizione. Secondo Federico Rampini l’utilizzo del carbone segna “il rinvio dei piani per le energie sostenibili”, mentre per Ferruccio de Bortoli sarebbe nientemeno che l’interruzione della transizione energetica avviata a livello nazionale ed europeo. 

Pur se non ci sono dubbi che le centrali a carbone siano la forma di produzione di energia più inquinante e climalterante, e quindi il loro utilizzo andrebbe al più presto ridotto per arrivare al più presto alla loro dismissione, è scorretto sostenere che utilizzare nel breve termine il carbone per far fronte alla scarsità del gas comporti un aumento delle emissioni di CO2 europee e lo smantellamento delle politiche sul tema. Simili conclusioni riflettono la mancanza di conoscenza o comprensione di uno dei capisaldi dell’azione europea contro il cambiamento climatico, il sistema scambio delle quote di emissione (Emission Trading System, ETS).

Cos’è il sistema europeo di emission trading

Entrato in vigore con la direttiva 87 del 2003, il sistema ETS ha creato un unico mercato delle quote di emissioni su scala comunitaria per i grandi emettitori (centrali termoelettriche, cementerie, acciaierie, vetrerie, raffinerie, ecc.)

La prima fase di implementazione (dal 2005 al 2007) è stata una fasa pilota, ma ha permesso di definire i livelli emissivi del 2005, usati in seguito come livello “di riferimento”.

La seconda fase di attuazione ha coinciso con il periodo quinquennale di impegno del Protocollo di Kyoto (dal 2008 al 2012), e consisteva in limiti (“cap”) nazionali, con piani nazionali che definivano obiettivi di riduzione per singolo impianto, sul totale complessivo delle emissioni dei 5 anni. Al termine della seconda fase, nel 2012, anche il settore aviazione è entrato a far parte del sistema di ETS europeo.

È dalla terza fase (2013-2020) che l’ETS è diventato uno dei cardini della politica europea di riduzione delle emissioni. A partire dal Pacchetto Clima-Energia approvato nel 2008 (chiamato spesso “20-20-20”) agli impianti soggetti all’ETS è stato posto un “cap” su scala europea: nel 2020 gli impianti dovevano emettere nel complesso il 21% di CO2 in meno rispetto al 2005. È da notare che la riduzione non doveva avvenire solo nel 2020: l’ammontare delle quote disponibili (il “cap”) si è ridotto progressivamente, per la precisione dell’1,74% ogni anno dal 2013 al 2020, rispetto alle quote medie 2008-12.

(altro…)

ConsensoConvegniDidatticaNegazionisti

Accade nel 2022: il negazionismo climatico insegnato a scuola

Riceviamo segnalazioni costernate di un incontro sul tema del cambiamento climatico che si dovrebbe tenere al liceo A. Rosmini di Grosseto il 1° giugno del 2022, intitolato “Conoscenza e consapevolezza scientifica per le nuove generazioni”, i cui relatori sono tristemente noti ai frequentatori di Climalteranti per essersi distinti nella negazione del cambiamento climatico, sostenendo tesi più o meno strampalate dal punto di vista scientifico , con argomenti caratterizzati da una assoluta e ampiamente documentata faziosità.

Dal programma sembrerebbe addirittura che i relatori dovrebbero giudicare il rigore scientifico dei lavori svolti dai ragazzi.

Il rigore scientifico delle tesi sostenute dai relatori (qui alcune informazioni utili) sul tema del cambiamento climatico è variabile fra l’inesistente e il molto scarso.

Quasi tutti i relatori non sono autori di pubblicazioni scientifiche sul tema del cambiamento climatico, ma solo di libretti autoprodotti in cui hanno raccontato opinioni ampiamente sconfessate dai dati scientifici, dae pubblicazioni su riviste ad alto impatto e dai rapporti IPCC, e a tratti persino ridicole (ad esempio si veda “L’illusione dell’energia dal sole” di Franco Battaglia).

Solo uno dei relatori, Nicola Scafetta, risulta autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali sul tema del cambiamento climatico, molte delle quali pubblicate su riviste di second’ordine, pesantemente criticate dagli esperti del settore per la quantità di errori presenti (si veda qui per l’ultima pesante stroncatura). Nessuna delle recenti tesi del prof. Scafetta è presa in considerazione dal Sesto rapporto di valutazione dell’IPCC.

(altro…)

Protocollo di Kyoto

Bello mondo, un podcast sfacciatamente dalla parte del pianeta

Con i suoi dodici episodi, Bello Mondo è un podcast originale Spotify prodotto da Chora Media che parla di clima, scritto e condotto da me e da Federico Taddia, giornalista, autore, scrittore e conduttore che si occupa da tanti anni di divulgazione scientifica su tematiche ambientali, nuove generazioni e storie virtuose.

Bello Mondo racconta come sta il Pianeta, grazie alla voce di chi ogni giorno fa qualcosa per studiarlo e capirlo, con passione e competenza. I nostri ospiti, uno per episodio, sono ricercatrici e ricercatori, eccellenze scientifiche impegnate nell’analizzare, comprendere e contrastare la crisi climatica.

Ma partiamo dall’inizio, perché “Bello Mondo”? Abbiamo scelto per il Podcast il titolo di una meravigliosa poesia di Mariangela Gualtieri che qui potete ascoltare recitata dall’autrice stessa. Ci è parso l’augurio più bello che potessimo fare al nostro pianeta (e a noi stessi) per affrontare gli anni cruciali che ci aspettano. Lo spirito del Podcast è questo: parlare con rigore dei tanti aspetti connessi alla scienza del clima avendo come riferimento la letteratura più recente e i rapporti dell’IPCC, ma mostrando anche il lato umano della scienza grazie alle storie professionali e di vita dei nostri ospiti che non si sono tirati indietro quando abbiamo chiesto loro di raccontare qualcosa di sé, aneddoti e curiosità. E il Podcast, per sua natura, amplifica proprio questo concetto di narrazione: contenuto e forma si fondono, l’elemento sonoro avvolge l’ascoltatore all’interno del flusso dell’informazione, dove si cerca di trasmettere – anzi, far vivere – nozioni ed emozioni, informazioni e sensazioni. Da qui anche il desiderio di utilizzare lo strumento del Podcast, per esplorare le potenzialità del mezzo nel campo della divulgazione scientifica.  Curando sia i contenuti che le sonorità e la forma, per offrire un prodotto comunque piacevole all’ascolto.

L’obiettivo è quello di offrire al pubblico alcuni strumenti necessari per comprendere la crisi climatica e con essa le strategie individuali e collettive per contrastarla. Ma allo stesso tempo far appassionare le persone al pianeta, al nostro Bello Mondo, attraverso la conoscenza e le storie di scienza e di vita.

(altro…)

Protocollo di Kyoto

Problemi ed errori in un nuovo articolo di Scafetta

Pubblichiamo la traduzione del post di Gavin Schmidt su Realclimate, che contiene l’ennesima stroncatura di un articolo pubblicato dal prof. Nicola Scafetta

titolo

 

Pochi giorni fa sulla rivista Geophysical Research Letters (GRL) è comparso un nuovo articolo di Nicola Scafetta (Scafetta, 2022) che ha la pretesa di concludere che i modelli CMIP6 con sensibilità climatica [si veda la nota esplicativa 1 in fondo] media o alta (ECS superiore a 3ºC) non sono coerenti con i recenti cambiamenti osservati della temperatura. Poiché ci sono già stati numerosi articoli su questo argomento, in particolare Tokarska et al (2020), che non sono giunti a tale conclusione, vale la pena cercare di capire da dove proviene il risultato di Scafetta. Sfortunatamente, il risultato sembra emergere da un’errata valutazione di quanto contenuto nell'archivio CMIP6, da un test statistico inappropriato e dall’aver totalmente trascurato l’incertezza osservativa e la variabilità interna.

Insieme a John Kennedy e Gareth Jones del Met Office britannico, ho preparato una breve spiegazione di quello che riteniamo sia stato fatto di sbagliato. I punti principali sono tre:

  • Non è stato tenuto conto dell’incertezza nei dati osservati.
  • Non si sono considerate le singole simulazioni ma solo le medie di insieme (ensemble mean) dei modelli.
  • È stato applicato un test statistico che garantisce l’esclusione di qualsiasi episodio particolare di variabilità interna se il segnale forzato è ben vincolato.

I primi due punti sono illustrati chiaramente da questa figura:

graf

Variazione della temperatura dal 1980-1990 al 2011-2021 nella rianalisi ERA5 e nell’insieme dei CMIP6 in funzione della ECS (Equilibrium Climate Sensitivity, Sensitività del Clima all’Equilibrio) dei modelli.

(altro…)

Protocollo di KyotoRecordStatisticheTemperature

2019: tanto per cambiare, ancora un anno sul podio

Come ogni anno, diamo uno sguardo alle temperature medie globali dell’anno appena terminato guardando i dati grezzi e “grigliati” NCEP/NCAR. Anche il 2019 non ha battuto il record del 2016, anno di forte fase positiva di El Niño, ma non vi è andato molto distante – questione di decimi – risultando al secondo posto (scalzando il 2017), e probabilmente si classificherà tra il secondo e il terzo posto negli elenchi dei vari database internazionali con cui siamo soliti confrontare i...
AssorbimentiforesteRimozione CO2

Le foreste ci salveranno?

Basta piantare alberi per affrontare la crisi climatica? Aumentare, mantenere e gestire sostenibilmente le foreste è necessario, ma non sufficiente. Pur se piantare nuovi alberi è molto utile, la drastica riduzione delle emissioni di CO2 legate ai combustibili fossili resta inevitabile. “Climate change? Basterebbe una foresta grande come gli Usa”. Cosi titolava il Corriere della Sera, proprio nei giorni del fallimento dellaconferenza ONU sul clima a Madrid. Attraverso un’intervista al Prof. Stefano Mancuso, noto divulgatore scientifico e molto popolare tra...
Accordo di ParigiCOPNegoziazioni

L’ambiguo insuccesso della COP25

La COP25 di Madrid è stata una delle Conferenze della Parti della Convenzione sul clima più tese e concitate degli ultimi anni, finita in grande ritardo e con l’adozione di numerosi documenti che, ancora una volta, hanno scontentato molti. Alle ore 13.55 di domenica 15 dicembre 2019 si è chiusa a Madrid la COP25, con l’adozione di numerose decisioni, disponibili sul sito UNFCCC, fra cui quelle sui punti più controversi, che qui commentiamo. I tre tavoli negoziali (la conferenza della...
Accordo di ParigiCOPNegoziazioni

La COP25 di Madrid e l’art. 6 dell’accordo di Parigi

Si è aperta in questi giorni a Madrid la COP25, la venticinquesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sul Clima delle Nazioni Unite (UNFCCC), sotto la presidenza cilena. I numerosi tavoli negoziali paralleli riguarderanno principalmente altri punti tecnici relativi all’implementazione dell’Accordo di Parigi, dopo che nella precedente COP24 è stato approvato il “libro delle regole” (Katowice package). Ricordiamo quanto scritto un anno fa sui 5 errori da evitare quando si racconta una COP (“è stato un nulla di fatto”, “i...
DisinformazioneLibri

Mercanti di dubbi

È uscita la versione italiana di “Merchants of doubt” di Naomi Oreskes ed Erik Conway. Un libro importante per capire le radici della disinformazione sul tema dei cambiamenti climatici Pubblicato per la prima volta nel 2010, Mercanti di dubbi è diventato subito uno dei testi di riferimento per chi si occupa di storia della scienza, della medicina e di climatologia, e resta ancora un passaggio ineludibile per capire i rapporti tra scienza, democrazia e informazione. Secondo Naomi Oreskes ed Erik...
AppelloTraduzioni

Appello degli scienziati del mondo sull’emergenza climatica

Pubblichiamo la traduzione dell’appello uscito su Bioscience, sottoscritto da più di 11.000 scienziati da 153 paesi (elenco qui). Una sintesi efficace delle tante solide conoscenze scientifiche sul tema del cambiamento climatico, riassunte in una serie di grafici che mostrano l’inequivocabile andamento degli effetti delle attività umane e delle risposte del sistema climatico. Gli scienziati hanno l’obbligo morale di avvertire chiaramente l’umanità di ogni minaccia catastrofica e di dire le cose come stanno. Sulla base di questo obbligo e degli indicatori...
BufaleCO2DisinformazioneErrori

L’esperto di energia che fa errori madornali sul cambiamento climatico

Da un autore di molti studi su questioni energetiche ed ambientali ci si aspetterebbe la conoscenza delle basi del ciclo del carbonio e dei cambiamenti climatici. E invece… Fra i tanti (troppi) che sui quotidiani e in televisione hanno scritto e detto errori e falsità sul tema dei cambiamenti climatici, uno dei casi più strani è quello di Davide Tabarelli, fondatore e Presidente di NE – Nomisma Energia, società di ricerca sull’energia e l’ambiente, membro dell’Advisory Board dell’ENI sulla transizione...
Climalteranti.it
Dibattito

Una risposta a Beppe Severgnini: non c’è la libertà di disinformare

Sulla rubrica “Italians” del Corriere della Sera, Beppe Severgnini ha sostenuto in risposta alla lettrice Sara Milanesi la necessità di pubblicare tutte le opinioni, anche quelle che negano la scienza del clima. Pubblichiamo la replica di Paolo Gabrielli, in cui si spiega come la libertà d’opinione non dovrebbe essere confusa con la libertà di disinformare.   Lettera di Sara Milanesi Caro Beppe, che vergogna che pubblichiate lettere disinformanti come “Global Warming: e l’alto Medioevo?” di mercoledì 16 ottobre senza neppure...
DisinformazioneErroriMitomaniaTelevisioni

Un delirio a Otto e mezzo: altri record per il Prof. Battaglia

Nella puntata di Otto e mezzo del 28 settembre, il presunto esperto Prof. Franco Battaglia è riuscito a proferire 24 fra falsità e dati sbagliati sul tema dei cambiamenti climatici nei suoi 11 interventi durati in tutto 10’33”. In media, un errore ogni 26 secondi. Ogni volta che prende la parola in media riesce a dire almeno due cose sbagliate. Abbiamo scritto una lettera alla conduttrice. È stata inoltre creata su Change.org una petizione “Cambiamenti climatici: nessuno spazio per posizioni...
Premio

Premio “A qualcuno piace caldo” 2018

Il raggiungimento dell’estensione minima dei ghiacci artici è tradizionalmente l’occasione per assegnare il Premio “A qualcuno piace caldo”, “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione”. Come per l’anno 2017, in cui il premio non è stato assegnato, per l’anno 2018 i membri del Comitato Scientifico di Climalteranti non hanno trovato negli interventi sui principali quotidiani...